Un’azienda irlandese ha sviluppato e brevettato un processo per trasformare la plastica vecchia in carburante sostenibile, incluso carburante sostenibile per l’aviazione.
La società si chiama Trifol Resources ed è già operativa con due “reattori”, o enormi macchine per il riciclo, installati e in funzione da giugno nel borgo di Littleton, nella Contea di Tipperary, che per decenni è stata sinonimo di produzione di combustibili fossili dannosi per il clima (fonte: RTE)
Pat Alley, fondatore e presidente di Trifol, ha detto che l’obiettivo è dare nuova vita alla plastica:
“Sappiamo che ci sono problemi. Ma stiamo portando avanti una nuova tecnologia, per offrire una soluzione per la plastica,” ha detto. “Saremo una soluzione formidabile per molte grandi aziende e piccole imprese in Irlanda e in tutto il mondo, fornendo soluzioni per tutta la plastica di scarto che generano.”
Come si trasforma la plastica con la pirolisi
Ciò che Trifol sta facendo è trasformare la plastica di scarto in sostanze di maggior valore, ottenendo con un processo di pirolisi una sorta di paraffina liquinda e carburanti sostenibili. Questo processo è realizzato da una macchina enorme che scompone la plastica di scarto riscaldandola ad alte temperature, in assenza di ossigeno o fiamme, fino a trasformarla in gas. Successivamente, il gas viene sottoposto a processi che lo raffreddano a diverse temperature o velocità, ottenendo il prodotto finale. Può diventare paraffina, diesel di altissima qualità, carburante sostenibile per l’aviazione o nafta, una forma di benzina a basso numero di ottani.
“Il carburante per jet che produrremo sarà ideale come carburante sostenibile per l’aviazione. E sì, potremmo far volare un jet con esso. – ha affermato l’ingegnere chimico e direttore generale di Trifol, Ruben Quintero. “Siamo impazienti di effettuare quei test, speriamo con aziende irlandesi. Ryanair sarebbe fantastica. E non vediamo l’ora di effettuare alcuni test sui carburanti per le auto da corsa di Formula Uno”.
Non si tratta di una tecnologia del tutto nuova, già da qualche anno si sta tentando di utilizzare la pirolisi per convertire i rifiuti plastici sostanzialmente in energia, ma i risultati raggiunti dalla società irlandese sembrano superiori a soluzioni precedenti e aprono una nuova strada. Tra l’altro, il processo di pirolisi in assenza di ossigeno dovrebbe assicurare che non si formino tossine come diossine e furani, che rappresentano alcuni dei più grandi rischi ambientali in questo genere di gassificatori.
L’impianto attuale della società può già trasformare il 75% di tutti i rifiuti di plastica in Irlanda.
Finora Trifol ha investito 15,5 milioni di euro nell’impianto di Littleton, di cui 4,5 milioni di euro di sovvenzioni da parte dell’UE e del Fondo irlandese per il clima.
In questo modo ha potuto realizzare due enormi “reattori” chimici e tutti gli impianti e le attrezzature di supporto per consentire la conversione di 4.000 tonnellate di rifiuti plastici all’anno.
All’inizio del prossimo anno investirà altri 5 milioni di euro per portare la produzione a 12.000 tonnellate.
Poi, nel 2026 e 2027, il piano prevede l’installazione di altri 12 reattori, per un costo di circa 90 milioni di euro.
A quel punto l’operazione in Irlanda richiederà fino a 90.000 tonnellate di rifiuti plastici all’anno. I responsabili dell’azienda ritengono che non ci siano problemi di approvvigionamento e che non ci saranno problemi nemmeno a trovare plastica di scarto per impianti simili che l’azienda costruirà all’estero in futuro.
(Foto copertina: Claudio Schwarz su Unsplash)