Quando nel 1971 venne fondata l’Associazione Ticinese Evoluzione Digitale (ATED), i computer erano costosi, ingombranti e accessibili solo a pochi: fin da subito ATED si pone l’obiettivo di promuovere e accompagnare la trasformazione digitale nel Canton Ticino della Svizzera.
Per raggiungere questo scopo nascono molteplici attività, che vanno dalla divulgazione, all’orientamento professionale fino all’organizzazione di eventi. L’associazione è oggi una realtà consolidata, con oltre 1.000 soci, tra privati, aziende, istituzioni scolastiche: tutti uniti dalla passione per l’innovazione e dalla volontà di guidare il cambiamento tecnologico.
Di particolare rilievo è l’impegno nella formazione, con un’attenzione specifica per le persone più fragili: i corsi coprono un ampio spettro di competenze digitali, mentre i programmi per le scuole consentono di sviluppare le competenze informatiche fin dai primi anni di studio.
In occasione della cerimonia per festeggiare i 50 anni di attività, Luca Mauriello, oggi presidente di ATED, ha offerto la sua testimonianza personale, come padre di un ragazzino autistico: “è lui l’ispirazione per quello che facciamo, è tutto partito da lui”, ha dichiarato.

Dalla volontà di migliorare la vita del figlio Alessandro e di tanti altri bambini e adulti con disturbi dello spettro autistico, è nato uno dei progetti più innovativi dell’associazione, denominato ated4special.
Tecnologia a servizio della persona
L’iniziativa ha seguito quattro direttrici principali, tutte accomunate dall’uso intelligente e umano della tecnologia. La prima è forse la più affascinante: un ambiente nel metaverso progettato specificamente per aiutare ragazze e ragazzi autistici ad affrontare, attraverso un avatar, situazioni quotidiane che per loro possono rappresentare sfide significative.
Queste vanno dall’attraversare una strada al prendere un autobus, dal lavarsi all’andare dal dentista o fare la spesa. Si tratta tendenzialmente di attività che vengono considerate di routine, ma che per chi ha disturbo dello spettro autistico possono essere percorsi potenzialmente pieni di ostacoli.


La seconda strada è stata dedicata ai genitori, che grazie alla realtà virtuale possono letteralmente “mettersi nei panni” dei figli, sperimentando in prima persona ambienti sovra stimolanti: questo aiuta a comprendere meglio le difficoltà quotidiane che i loro ragazzi si trovano ad affrontare.
La terza via ha riguardato i professionisti, quali psicologi e psicoterapeuti, che vogliono acquisire competenze tecnologiche utili per la cura dei loro pazienti. Infine, sono stati realizzati due laboratori che hanno nuovamente coinvolto pedagogisti, psicologi, logopedisti e ricercatori, per individuare metodi innovativi a sostegno delle famiglie di persone autistiche.
“Non vogliamo sostituirci agli enti già attivi a favore delle persone autistiche”, ha spiegato Mauriello, “ma mettere a disposizione le nostre competenze a queste realtà”. Un concetto che è stato ribadito da Cristina Giotto, attuale Direttrice e coordinatrice del progetto ated4kids: “ci basiamo sul principio secondo cui la tecnologia deve essere sempre inclusiva, al servizio del territorio e delle persone anche più fragili che lo abitano”.

Nell’ambito della Roma Future Week 2024, il valore del progetto ated4special è stato confermato con la consegna il premio “Learning Accessible” in un evento organizzato da EFI – Ecosistema Formazione Italia. Il riconoscimento, promosso dall’associazione Olimpyus, ha visto in ated4special la sua capacità di abbattere le barriere all’apprendimento attraverso l’uso innovativo delle tecnologie digitali.
Luca Mauriello ha ricordato che dopo un anno e mezzo dal lancio del progetto, l’entusiasmo e lo stupore non accennano a diminuire: “il primo a essere stupito sono io. Sono partito dalla storia del mio piccolo gigante Alessandro, e ho cercato un canale comunicativo diverso, innovativo”.
ATED ha creato il primo laboratorio virtuale di competenze sociali per l’autismo in Europa (e forse non solo) utilizzando il metaverso. Il presidente dell’associazione ha poi evidenziato che il vero valore dell’iniziativa va oltre l’aspetto tecnologico: “non si tratta solo di tecnologia, ma di umanità, di storie che si intrecciano e di vite che cambiano”.
Da un’esigenza personale a un beneficio comune
L’esperienza di Luca Mauriello non è la sola che dimostra l’impegno di ATED nella solidarietà digitale. un’altra storia coinvolgente è quella del “Progetto Angelo“, nato dall’ingegno di Luciano Fumagalli, un pensionato con competenze in ambito elettronico. La sua esigenza era quella di riuscire a comunicare con il suocero Angelo di 105 anni, che faticava a sentire, soprattutto durante il periodo dalla pandemia, con le restrizioni imposte.
Fumagalli ha così ideato ANGELO, un dispositivo open source senza scopo di lucro che amplifica i suoni e li trasmette all’anziano tramite cuffie. “La barriera acustica stava compromettendo la serenità di mio suocero, anche da un punto di vista psicologico”, racconta Fumagalli: “aver realizzato ANGELO mi ha gratificato enormemente, poiché siamo riusciti a far tornare il sorriso a mio suocero”.
Dopo la prima versione artigianale del dispositivo, assemblata nel Centro di Formazione AFGP Bonsignori di Remedello (BS), il sistema acustico ha avuto anche un’evoluzione, grazie ad alcuni studenti bresciani e a ISINNOVA, un piccolo ma innovativo centro di ricerche, sempre di Brescia.
Mentre gli apparecchi acustici tradizionali costano alcune migliaia di euro e richiedono audiometristi per la personalizzazione, ANGELO è un progetto open source con documentazione gratuita per l’autocostruzione. Il kit si assembla facilmente in pochi minuti senza competenze specifiche: il suo costo si aggira sui 100 euro, che lo rende una soluzione decisamente accessibile per migliorare l’udito degli anziani.
I progetti di ATED dimostrano come la tecnologia possa essere impiegata per promuovere inclusione e solidarietà, favorendo nello stesso tempo l’apprendimento e le relazioni sociali. Ci sembra quindi appropriata una recente riflessione di Luca Mauriello, che ci sentiamo di condividere: “la vera bellezza del mondo risiede nella sua diversità. Ogni persona, ogni storia, ogni sorriso ha qualcosa di unico da raccontare: e questa ricchezza sta proprio nel rispetto e nella comprensione reciproca”.