Poliphenolia, la cosmesi circolare dell’ acino d’uva

Nelle Langhe piemontesi crescono i progetti di economia circolare. Questa azienda di cosmesi utilizza gli scarti del processo di vinificazione per prendersi cura della nostra pelle.

Poliphenolia è un’azienda in provincia di Asti che rivoluziona la cosmesi coniugando ricerca e sostenibilità, benessere della pelle e benessere del territorio. E lo fa secondo i principi dell’economia circolare, riutilizzando gli scarti del processo di vinificazione.


Cosa fa esattamente Poliphenolia

L’azienda si occupa principalmente di produrre cosmetici, anche piuttosto accattivanti in fatto di design e packaging, utilizzando i polifenoli – da qui il nome – estratti da bucce e semi d’uva una volta che è finito il processo di vinificazione. In breve, crea il benessere della nostra pelle attraverso gli scarti e i resti delle sostanze che producono il vino.
I cosmetici Poliphenolia sono prodotti tramite i vitigni ultra-selezionati del Monferrato, vengono studiati e analizzati in tutte le loro proprietà, e sono poi formulati in modo tale da non ledere in alcun modo il Ph della pelle ma anzi, assecondano ed esaltano l’efficacia dei polifenoli prodotti dall’uva e donano quell’X Factor che tante altre aziende di cosmesi non possono vantare.
In tanti potrebbero dire che non si fidano a utilizzare un rossetto o una cipria prodotta dalle materie di scarto, ma Poliphenolia ha una risposta a tutto: l’azienda rispetta i più alti standard nelle sue produzioni e il controllo è minuzioso anche nei prodotti basic.

La fabbricazione dei buoni cosmetici si sposa con la valorizzazione del territorio.


Non più semplici produttori, ma ideatori di una nuova cosmesi


Produrre e commercializzare è solo una piccola parte del processo che rende Poliphenolia all’avanguardia nel campo cosmetico. Creano prodotti attraverso importanti progetti scientifici e le composizioni che nascono sono uniche e di grande efficacia anche per le pelli più delicate. Si tratta davvero di trasformare le meraviglie della natura in potenzialità per la vita di tutti, attraverso un vitigno e un territorio che crede nella condivisione e nel sostegno.

Da diversi anni Poliphenolia promuove il suo riutilizzo di scarti di produzione del vino (si chiamano vinacce) e crea una nuova economia a valle della filiera vitivinicola. È la famosa economia circolare, quella che mette al primo posto l’ambiente e il benessere degli ecosistemi che lo abitano. Il progetto nasce nel 2018, e si fa vanto di quegli scarti che possono diventare eccellenza e promozione della sostenibilità. Il know-how di Poliphenolia è proprio questo: valorizzare i territori della bellezza.

Non solo nel settore vinicolo ma anche in altri settori agricoli ci sono miniere di tesori inutilizzati, se si iniziasse a guardare allo scarto con una visione  rivoluzionaria, permeata di cultura biotecnologica, molecolare ed etica allora si potrebbero vedere nuovi orizzonti di mercato per un futuro più sostenibile.

Giorgio Iviglia, fondatore di Poliphenolia (fonte: sito ufficiale)


​Perché è importante che la cosmesi si interessi di economia circolare

Perché, per dirlo in parole spicce, è un mercato troppo grande per non essere sostenibile. Si tratterebbe di una rivoluzione su più fronti, un movimento pionieristico in grado di smuovere antiche convinzioni e di supportare il cambiamento laddove è sempre mancato. La verità è che oggi molte aziende produttrici di cosmesi hanno ben poco a che vedere con la sostenibilità e con l’etica della vita; perciò, ricorrono a vie piuttosto atroci (vedi la sperimentazione animale) per creare prodotti sì testati e certificati, ma anche a prezzi competitivi e nocivi per l’ambiente. Poliphenolia cerca proprio di combattere questi meccanismi e per farlo si dota di armi sostenibili ed eco-friendly. Salviamo il mondo un rossetto alla volta.

E dopo il make-up c’è sempre tempo per un bicchiere di vino!

Photo by Andrea Cairone on Unsplash

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