Ogni anno circa 11 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei nostri mari mettendo a rischio l’ecosistema marino, così importante per la salute del nostro pianeta.
Fa sempre molta impressione sentir parlare delle ‘isole di plastica (o Plastic Vortex)’ che si sono formate negli oceani nel corso del tempo inglobando quantità importanti di plastica, insieme a metalli leggeri e residui organici. Alcune di queste isole raggiungono dimensioni ragguardevoli: si stima che si stima che la più grande di tutte, la Great Pacific Garbage Patch, che si trova nell’Oceano Pacifico, sia grande quanto il Canada.
Queste isoleo tendono a formarsi negli oceani per via delle correnti oceaniche, ma anche il nostro Mediterraneo non è esente dalla presenza di plastica e microplastiche che oltre a danneggiare gli animali marini entrano nella catena alimentare.
Secondo lo studio del WWF intitolato “Inquinamento da plastica negli oceani. Impatti su specie, biodiversità ed ecosistemi marini”, complessivamente ogni anno finiscono nel Mediterraneo 229 mila tonnellate di plastiche: è come se ogni giorno 500 container scaricassero in acqua il proprio contenuto. Più della metà di questa plastica proviene da soli 3 Paesi: il 32% dall’Egitto, il 15% dall’Italia e 10% alla Turchia.
In tale scenario, persone e aziende devono fare tutto quello che possono per contribuire alla soluzione del problema: prima di tutto evitando di essere il problema, cioè utilizzando e gettando plastiche abusivamente; secondariamente, partecipando attivamente a iniziative di salvaguardia.
Un bell’esempio in questa direzione è quello di Panerai (marchio di alta orologeria sportiva) e Ogyre (società benefit attiva nel “fishing for litter” il cui obiettivo è la pulizia dei mari dai rifiuti inquinanti attraverso il finanziamento di un network di pescatori attivamente coinvolti nel progetto) che hanno dato vita a un’alleanza per sostenere una campagna di pulizia dei mari che prevede la raccolta in un anno di 1.000 chilogrammi di rifiuti marini, l’equivalente di 110.000 bottiglie in Pet.
Grazie alla collaborazione tra Panerai e Ogyre, i pescatori di Santa Margherita Ligure e Cesenatico hanno già raccolto 327 chilogrammi di plastica dal primo aprile 2022 ad oggi: la raccolta, spiega una nota, avviene ogni giorno durante le normali attività di pesca, grazie al recupero – da parte dei pescatori – dei rifiuti che rimangono incagliati nelle reti da pesca. I rifiuti vengono differenziati e quindi riportati a terra per un corretto smaltimento.
“Sono già 80 i pescatori di Ogyre che, dal Mediterraneo alle acque di Brasile e Indonesia, recuperano i rifiuti marini per smaltirli poi correttamente. Parte di questi rifiuti, in particolare quelli in plastica, vengono poi re-inseriti nel circuito del riciclo per dar loro nuova vita, creando prodotti in plastica rigenerata che possono essere acquistati da persone e aziende su Ogyre.com per finanziare i pescatori a distanza”, spiegano Antonio Augeri e Andrea Faldella, fondatori di Ogyre.
Oltre a favorire azioni concrete per la salute dei nostri mari, Panerai e Ogyre sostengono la campagna di sensibilizzazione e salvaguardia degli oceani insieme alla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco (Ioc-Unesco), per lo sviluppo del programma di “Ocean Literacy” nell’ambito del Decennio delle Scienze Oceaniche per lo Sviluppo Sostenibile (2021-2030) proclamato dalle Nazioni Unite.
L’obiettivo è coinvolgere attivamente le persone in azioni di salvaguardia degli oceani oltre a sensibilizzare quante più persone possibile sulla rilevanza dell’oceano e dei suoi benefici diretti sul clima e sulla biodiversità.