Comunque andrà a finire questa guerra, una cosa è certa: Zelensky è già un eroe.
Un Re Leonida dei nostri giorni, un eroe di tutti i tempi.
Questa resistenza degli ucraini contro una potenza militare che, come ci ricordano tutti gli analisti in TV, è enormemente più grande, mi ha fatto pensare alla battaglia delle Termopili, che, come ha mostrato anche il film ‘cult’ 300, è rimasta nella storia come un esempio del perché, a livello militare, non sempre siano le differenze numeriche degli eserciti a fare la vittoria, ma la preparazione, l’intelligenza, la motivazione. Nella battaglia delle Termopili Re Leonida e i suoi 300 non fecero una bella fine, e questo non è ciò che ovviamente auguriamo a Zelensky e all’esercito ucraino. Tutt’altro. Ma è utile ricordare che quella battaglia, per quanto persa, fu l’inizio della fine dell’Impero persiano di Serse I. E’ utile ricordare che a rimanere nella gloria della storia (in positivo) c’è Re Leonida, non Serse.
Zelensky, comunque vada, è già la fine di Putin.
Volodymyr Oleksandrovyč Zelens’kyj è fierezza, carisma, forza, intelligenza e autenticità, caratteristiche che emergono da lui non come una manifestazione egocentrica, ma come qualcosa di identitario, qualcosa che appartiene a ogni ucraino. C’è umiltà in questo. Lui è espressione perfetta di un popolo che non si piegherà, non c’è mollezza in questo popolo. C’è la rinascita di un sentimento perduto, il patriottismo.
Zelensky sa come motivare i combattenti, i civili, la resistenza: esprimendo valori di giustizia universali in cui ogni uomo giusto si riconosce e parlando di futuro.
Ieri ha detto di aver avuto colloqui con Elon Musk e altri capi di aziende tecnologiche tra le più forti al mondo per iniziare già a costruire il futuro dell’Ucraina, sarà ricostruita ogni casa, ogni scuola, ogni impresa, ancora meglio di prima. ‘C’è un futuro che ci attende, ma ora dobbiamo stringere i denti e combattere’.
Zelensky sa ispirare ogni volta che parla, è un grande comunicatore, frasi come ‘Siamo la superpotenza dello spirito‘ mettono i brividi ai suoi, elevano il coraggio e le aspirazioni, non solo dei suoi. Non è un caso che migliaia di persone in Europa siano pronte a partire per combattere con gli ucraini, non è un caso che persino la legione di hackers per eccellenza Anonymous si sia messa praticamente al suo fianco.
Prima di essere un politico è stato un attore, un comico, un po’ come fu per Ronald Reagan, o più vicino a noi, come è per Beppe Grillo. Una popolarità acquisita nell’intrattenimento che può essere giocata nella politica. Che per molti, nati e pasciuti nella politica, un tipo di percorso di questo tipo è quasi un minus, benchè i fatti poi dimostrino diversamente: anche Volodymyr è stato sottovalutato per questo suo passato.
Su ‘Internazionale’ il giornalista polacco Rusłan Szoszyn traccia un bel ritratto di Zelensky, partendo dal raccontare come la sua vita di questi ultimi tempi sia decisamente molto somigliante all’ultimo ruolo che ha ricoperto nella serie TV che lo ha reso famoso ‘Il servitore del popolo’, dove interpretava un Presidente dell’Ucraina tradito e deposto, che dopo svariate vicissitudini ricostrusce il suo Paese e lo trasforma in una potenza mondiale.
Nel 2019 ha stravinto le elezioni perché era popolare, certo, ma anche perché ha raccolto gli umori del suo popolo, la sfiducia verso una politica corrotta. “I suoi oppositori lo definivano un pagliaccio e una marionetta’ – dice il giornalista Rusłan Szoszyn nel suo articolo. “E sostenevano che sotto la sua presidenza l’Ucraina sarebbe andata in pezzi e Putin se lo sarebbe mangiato a colazione’.
Ma intanto, mentre loro parlavano, “Zelensky si preparava alla difesa delle città ucraine. Pur non avendo mai fatto il militare sta tenendo testa a uno dei più potenti eserciti del mondo. Gli hanno proposto di lasciare Kiev e lui ha risposto che gli servivano munizioni e non un passaggio. Sta difendendo l’Europa libera e fronteggia un aggressore, Putin, che vuole convincere il mondo di aver invaso l’Ucraina per combattere contro i nazisti”.
“Zelenskyj, nipote di militari sovietici, sembra intenzionato a combattere fino in fondo. – continua il giornalista, e conclude: ” E ha per chi farlo. Neanche la moglie Olena Zolenska vuole abbondonare gli ucraini. Un tempo scriveva gli spettacoli del marito, oggi insieme scrivono il futuro del proprio Paese. E dei loro figli: Oleksandra, 17 anni, e Kyrylo, 9 anni”.
Ricordiamolo: Zelensky e la sua famiglia sono braccati dai mercenari della Wagner, la milizia al servizio di Putin, e da forze speciali cecene, è già scampato ad almeno tre attentati. Ogni giorno per parlare al Paese aumenta il rischio di essere scoperto.
Putin e la sua banda di folli è lui che vogliono perché è il suo ascendente sul popolo che vogliono spezzare. Ma devono stare molto attenti, perché sarà difficile e non riusciranno a trasformarlo in un criminale, ma semmai in un martire.
The Good in Town non è una testata che solitamente segue le notizie di cronaca, ma parliamo di ‘fatti e persone che cambiano il mondo’. E Zelensky è un uomo che sta cambiando il mondo.