Imballaggi ecosostenibili: indispensabili per il futuro degli acquisti online

L’ e-commerce non è un vizio, e nemmeno un capriccio. Si tratta di una delle pratiche più usate del nuovo millennio: tutti acquistiamo tutto su internet. Ma come gestire l’enorme quantità di materiali da imballaggio?

La pandemia Covid-19 ha cambiato molte abitudini. Siamo diventati molto più casalinghi e fare shopping fuori casa non ci piace più come prima.

Boom dell’e-commerce

Il mercato dell’e-commerce è stato rivoluzionato da una crescita esponenziale di utenti: le piattaforme dell’acquisto online hanno visto una crescita che nell’anno appena trascorso conta 650 milioni di pacchi spediti solo in Italia. Rispetto ai 315 milioni del 2019 è più del doppio. Durante l’ultimo Natale, il periodo dell’anno dove in genere si acquista online più massivamente, i pacchi ordinati online contavano più di 50 milioni di unità. Durante i periodi di saldi le unità raggiungono anche i 100 milioni.

Nel 2021 i dati raccolti fino a questo momento ci dicono che c’è stato un ulteriore incremento del 21% rispetto al 2020.

L’abitudine dello shopping in rete, è si stasedimentando nella cultura digital odierna, fa parte del quotidiano, dalla spesa agli oggetti per l’ufficio, dal piccolo vestiario ai grandi elettrodomestici, da una qualunque salopette dei grandi magazzini agli abiti di lusso. Pressoché tutto è acquistabile tramite l’e-commerce. Gli shopper italiani che vendono attraverso Amazon sono più di due milioni ed è una cifra in costante crescita, come crescono anche gli acquirenti e gli ordini online effettuati ogni giorno. Una sorta di macchina divoratrice ed inarrestabile che produce un nuovo ‘ecomostro’, il packaging: carta, cartone, plastica, adesivi, polistirolo, pellicole, alluminio, nel caso di imballaggi nell’ecommerce destinati ai consumatori.

La buona notizia è che l’Italia è sempre più brava nell’economia circolare: nel 2020 ha battuto il record riciclando il 73% degli imballaggi immessi sul mercato. (fonte: Conai)

Imballaggi più sostenibili (e più sicuri) cercasi

Questa immensa macchina di vendite online ha evidenziato che la nuovissima sfida e’ un packaging 100% ecosostenibile. Anche perché, con la pandemia il packaging è diventato anche una garanzia imprescindibile in termini di sicurezza e protezione
dal virus. Una ricerca condotta dal consorzio di riciclo degli imballaggi SWG per Comieco mostra come la preoccupazione per il virus abbia cambiato drasticamente gli usi di chi acquista online. L’orientamento verso i prodotti già confezionati dà più sicurezza in termini sanitari rispetto a quelli invece venduti sciolti e non confezionati. Il futuro degli imballaggi dovrà seguire la tendenza di chi vuole una spedizione sicura e affidabile, ma anche gli standard delle misure ecosostenibili che accompagnano l’economia circolare del nostro pianeta.

La grande sfida si giocherà sulle maggiori componenti degli imballaggi: carta e cartone. Il giusto uso delle risorse di cui disponiamo deve sostenere i nuovi usi del mondo online e il consumatore ha diritto a fare acquisti consapevoli e mirati alla salvaguardia del pianeta. I materiali devono essere in continuo riutilizzo con l’uso di tecniche ecosostenibili da parte di tutta la filiera cartiera, dalle aziende produttrici e dalle aziende di riciclo di carta e cartone. Sono già molte le filiere che hanno cercato soluzioni industriali e tecniche innovative eco-friendly per ovviare al problema.

Appena lo scorso giugno Conai, il Consorzio Nazionale Imballaggi, che raggruppa oltre 750 mila imprese italiane, ha reso noto che il suo bando di eco-design degli imballaggi che si è chiuso il 31 maggio, rispetto alla precedente edizione i casi presentati sono cresciuti del 10 per cento. Sono state proposte 319 soluzioni di imballaggio innovativo ecosostenibile da parte di 156 aziende e il prossimo novembre sarà proclamato il vincitore del premio.

Tre italiani su 4 considerano carta e cartone gli imballaggi più sostenibili – Photo by boris misevic on Unsplash

Innovazione per imballaggi eco friendly

Sono emersi tre grandi filoni di ricerca e di sperimentazione che portano un gran faro di speranza e novità. La prima soluzione è quella delle bioplastiche, già ampiamente utilizzate nel mondo dell’e-commerce. Si tratta di materiali legati in maniera molecolare da sostanze biocompostabili o biodegradabili. Si pensa poi ai materiali di base organica animale o vegetale, come per esempio la corazza dei crostacei da cui si ricaverebbe il chitosano, usato per produrre una pellicola compostabile al 100%. Si tratta però di un’alternativa che fa storcere il naso agli animalisti. La terza possibilità, che è anche quella che appare più accattivante e proiettata verso un futuro pionieristico e hi-tech, è quella della nano cellulosa. 

Si chiama ‘nano’ cellulosa, ma potrebbe essere una ‘grande’ rivoluzione

Questo materiale sta rivoluzionando il mondo dell’industria cartaria perché è leggero, rigido, resistente ma modellabile. La nano cellulosa è adatta al packaging perché le sue applicazioni permettono la creazione di un materiale fatto solo a base di carta, rendendo gli imballaggi ecosostenibili e perennemente riutilizzabili, privi di una componente esterna da sintetizzare ed estrarre. La nano cellulosa è ancora solo legata all’industria della carta, ma le politiche degli ultimi cinque anni si sono mosse da un lato per allungare la vita a questo processo, dall’altro per continuare a sviluppare tecniche e metodologie all’avanguardia. Instaurare legami fra nano cellulose e bioplastiche compostabili può dare un forte contributo alle foreste e alle zone boschive protette, perché sono materiali al 100% biodegradabili e compostabili, provengono da fonti rinnovabili e vengono sviluppate come progetto a lunga data per salvare, fra le altre cose, anche i polmoni del nostro pianeta, le nostre amate piante.

Con la massificazione dell’utilizzo di nano cellulosa si ipotizza che l’industria del packaging e dell’e-commerce avrebbe la chance di vivere una nuova era di consumo. L’idea stessa di imballaggio potrebbe essere qualcosa di diverso da quel che è stato finora. Siamo abituati ad ordinare e ricevere il giorno dopo e, così come il pacco giunge a noi, il rifiuto raggiunge lo smaltimento, dove deve essere destinato a riutilizzo e a nuova vita, sempre. Dopo aver svolto una funzione di protezione e trasporto del contenuto, le scatole possono subire il processo di rimpastaggio e tornare allo stato produzione nell’arco di poche settimane. Il continuo movimento e riqualifica degli imballaggi è l’unica via da seguire per un e-commerce che rispetta l’ambiente e riduce l’inquinamento. Il futuro del nostro pianeta incomincia quando noi cambiamo abitudini.

Cosa possiamo fare noi, per esempio?

Riciclare, riciclare, riciclare, tutto quello che è possibile. Ovviamente scatoloni e scatolette possono essere riutilizzate per inviare un tuo pacco (hai mai provato a vendere vestiti e oggetti che non usate più?); ma anche essere trasformati in contenitori per cambi di stagione, cantina, nuova cuccia del cane e…insomma, spazio alla creatività. Se non ti viene in mente nulla, pazienza, piega e appiattisci il cartone e conservalo, o chiedi a qualcuno del condominio se gli serve, l’importante è cominciare a fare il primo passo per cambiare le nostre abitudini.

PIù POPOLARI

impatto ambientale guerra in Ucraina

L’impatto ambientale della guerra

Ogni guerra provoca danni all’uomo e all’ambiente. Parlare dell’impatto ambientale di una guerra non è facile, pensando alle persone che hanno perso la vita,...
foreste italiane

Buone notizie: in Italia le foreste sono in aumento

Un terzo della superficie del territorio italiano è coperta da foreste: un dato in crescita che rappresenta un'ottima notizia .
come costituire una CER

Come costituire una CER (comunità energetica rinnovabile)

Ora che è stato finalmente pubblicato il tanto atteso Decreto CER, i numerosi progetti di costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili che erano in stand...
neom

NEOM, il folle progetto di una megalopoli sostenibile nel deserto

Nel 2017, il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman ha annunciato NEOM, un progetto utopistico e apparentemente folle di una megalopoli nel deserto...
fotografia di un auto a guida autonoma con sensori

L’auto a guida autonoma ci aiuterà con la sostenibilità?

La rivoluzione delle auto a guida autonoma forse rallenta, ma non si ferma: le sofisticate tecnologie utilizzate da questi veicoli potranno davvero funzionare senza l'intervento umano