Dallo scorso 12 aprile Maria Chiara Carrozza è la nuova presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e sarà in carica per i prossimi quattro anni. E’ la prima presidente donna nella storia del principale ente di ricerca italiano, una carica che è stata ricoperta anche da Guglielmo Marconi.
“Essere la prima donna alla guida del più importante e grande centro di ricerca del Paese è una sfida e una responsabilità senza precedenti. Ma anche un cambio di passo e di prospettiva. Confido sull’aiuto e sulla collaborazione di tutte le ricercatrici e ricercatori dell’Ente, sulle loro preziose indiscusse competenze e sul loro entusiasmo. Insieme dobbiamo riportare al centro dell’attenzione sociale, economica e politica la ricerca unico volano per la ricostruzione del Paese e il futuro dei giovani”. Così ha accolto la nomina Maria Chiara Carrozza.
“Una cosa che mi fa particolarmente piacere è di essere stata nominata dalla ministra Maria Cristina Messa, che stimo molto, perchè è una donna che nomina una donna, un’espressione dell’empowerment femminile e di quello che le ragazze possono oggi ottenere“.
Empowerment femminile che in Italia serve come il pane: secondo il più recente Global Gender Gap Report, lo Stivale è fanalino di coda in Europa per quanto riguarda la dimensione Partecipazione economica e opportunità, dove il nostro paese registra il valore più basso: le donne occupano solo il 27% delle posizioni più elevate disponibili nei ruoli manageriali e di leadership.
Ma chi è Maria Chiara Carrozza?
Maria Chiara Carrozza, 56 anni, nata Pisa, è fisica e bioingegnera, ha lavorato nel mondo accademico ma si è anche spesa nella politica. Laurea in Fisica all’università degli studi di Pisa, dottorato in ingegneria alla Scuola Superiore Sant’Anna, dove è professore ordinario di Bioingegneria Industriale, si occupa di biorobotica, della biomeccatronica, della neuro-ingegneria della riabilitazione di cui è uno dei principali esponenti.
“La robotica, l’intelligenza artificiale e la trasformazione digitale cambieranno il mondo e noi ricercatori siamo parte di questa spinta al cambiamento, abbiamo il dovere morale di cercare il bene comune e l’interesse pubblico“. ha detto in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Ha ricoperto incarichi scientifici e gestionali di livello nazionale e internazionale. È stata la più giovane rettrice italiana. Autrice di numerose pubblicazioni e brevetti, responsabile di progetti europei, cofondatrice di spinoff accademici, presidente di società scientifiche e di panel di esperti. Ha insegnato e condotto ricerche in centri e università in Italia, Europa, Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, Cina.
Breve esperienza come Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (2013-2014, Governo Letta), parlamentare della Repubblica, (XVII legislatura), componente del Consiglio di Amministrazione di Piaggio SpA. È direttore scientifico dell’IRCSS Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus. (fonte: CNR)
Maria Chiara abbatte gli stereotipi di genere
Un segno dei tempi che cambiano, positivamente. Enti di ricerca e settori tecnico-scientifici sono tradizionalmente un universo molto maschile, fatto che deriva dalla vecchia cultura che considera le donne poco portate per le materie STEM.
Lei, Maria Chiara, è Fisica, Bioingegnera Industriale, si occupa di Biorobotica e Biomeccatronica. E’ una donna di scienza. “La ricerca è il nostro futuro – ha detto ancora al Corriere – lo abbiamo capito durante la pandemia, i dispositivi di protezione individuale, i vaccini, le terapie, sono tutti frutti della ricerca e della scienza. Senza di essi saremo ancora di più nei guai”.
Le donne recuperano terreno
E’ sempre più numeroso il numero di donne ai vertici di organizzazioni e imprese di alto livello, posizioni di leadership. Questo è un segno del passaggio culturale, ma anche un effetto delle politiche di ‘quote rosa’ che negli ultimi anni hanno ‘forzato’ la parità di genere, aprendo il mercato del lavoro e molte stanze del potere al sesso femminile.
Come ha detto recentemente anche la presidente della Bce Christine Lagarde dichiarandosi “decisamente a favore delle quote” per le donne nelle aziende dopo aver capito che in assenza di una tale misura, sarebbero necessari “140 anni” prima di raggiungere la parita’. “Nel tempo ho cambiato completamente il mio approccio alle quote. Quando ho iniziato la mia carriera alla fine degli anni ’70, ero convinta che le donne sarebbero progredite e che sulla base dei loro semplici meriti e dei loro valori avrebbero trovato il loro posto”.
Per il Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa ‘il ruolo che il Cnr sarà chiamato a svolgere nei prossimi anni sarà strategico per la crescita di tutto il Paese e per la competitività internazionale: dovrà essere un vero motore, in modo trasversale su tante tematiche e settori, per valorizzare e fare emergere le tante potenzialità che esistono nel sistema della ricerca italiana’.