La Legge 68 del 12 marzo 1999, denominata “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, obbliga i datori di lavoro privati con almeno 15 dipendenti ad assumere persone con disabilità: purtroppo ancora moltissime aziende non applicano tale norma e preferiscono pagare le sanzioni conseguenti al non adempimento. In una recente intervista alla RAI, il fondatore di PizzAut Nico Acampora ha ricordato che l’anno scorso, solo in Lombardia, sono stati pagati 81 milioni di euro di multe dalle aziende che hanno preferito non assumere personale disabile.
La legge 68/99 ha lo scopo di favorire l’inserimento e l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità, prevedendo sgravi contributivi e altri incentivi per le aziende che assumono. La legge tutela poi i lavoratori disabili da discriminazioni e sancisce i loro diritti nel rapporto di lavoro.
Se molti adottano la scusa che “in azienda non ci sono ruoli adatti a persone con disabilità” va allora ricordato che la Legge stessa prevede la possibilità di assumere una persona disabile e collocarla in una sede diversa da quella aziendale.
È quello che ha pensato di fare Murata Electronics, multinazionale giapponese che produce componenti elettronici passivi: durante un pranzo da PizzAut abbiamo sentito raccontare questa esperienza dalla voce di Maurizio Spadari, Branch Manager della filiale italiana, che abbiamo quindi incontrato per approfondire l’argomento.
I valori di una filosofia che viene da lontano
L’azienda nipponica è stata fondata nel 1944 da Akira Murata e, pur non essendo un nome particolarmente noto ai più, la sua produzione riguarda tutto ciò che va su una scheda elettronica: un mercato che va dunque dai telefoni ai computer, dalle televisioni alle auto, e moltissimo altro ancora. La sede principale è a Kyoto, mentre in Europa è presente con alcune filiali commerciali, fra cui quella italiana a Cernusco sul Naviglio (MI), dove lavorano 32 persone.
È qui che veniamo accolti, precisamente nella shaze room: “shaze è la parola giapponese che indica la filosofia dell’azienda”, spiega Maurizio Spadari, “che è alla base di tutte le nostre attività”. C’è proprio un pannello che esplicita tale filosofia, con le parole che sono state scritte esattamente 10 anni dopo la fondazione.
Shaze – la filosofia Murata
Contribuiamo al progresso della società migliorando tecnologie e competenze, applicando un approccio scientifico, creando prodotti e soluzioni innovative, dimostrando affidabilità e, insieme a tutti i nostri stakeholder, riconoscendo l’aumento della prosperità.
“Queste parole sono state scritte nel 1954 e la data è importante”, riprende Maurizio, “perché mi sembra che anticipino decisamente molti temi di cui si parla oggigiorno: questa frase è stata scritta con la testa e con il cuore, vuol dire che ci si credeva davvero”. Valori che restano alla base dell’operare di Murata, tanto in ambito business che nell’affrontare i temi legati alla sostenibilità: infatti, nel sito stesso si trova un’ampia area dedicata alle azioni in ambito Corporate Social Responsability.
È proprio da questi valori profondi che nasce l’incontro con PizzAut. Spadari conosce Nico Acampora quando il suo progetto era ancora agli albori e la loro amicizia si è rafforzata nel tempo attraverso gesti semplici ma concreti: “abbiamo iniziato acquistando i panettoni di Natale di PizzAut, andando a pranzo e facendo le cene aziendali presso di loro”.
Il momento della svolta arriva con l’apertura della seconda pizzeria a Monza: non tutte le persone vengono assunte direttamente da PizzAut ma alcune aziende, fra cui Murata, decidono di assumere un dipendente e distaccarlo presso il ristorante. “L’assunzione con distacco è una possibilità prevista dalla legge 68/99”, chiarisce Maurizio: “in questo modo la persona con disabilità può essere inserita nel contesto più idoneo alle sue caratteristiche e capacità”.
Cos’è l’assunzione con distacco
L’assunzione con distacco è un istituto giuridico che consente alle aziende soggette agli obblighi di assunzione di persone con disabilità (quelle con più di 15 dipendenti) di adempiere a tali obblighi attraverso una modalità alternativa all’assunzione diretta.
Come funziona: Il distacco permette a un’azienda (distaccante) di “prestare” temporaneamente un proprio dipendente disabile a un’altra azienda (distaccataria), mantenendo il rapporto di lavoro originario. La temporaneità non incide sulla durata del distacco, che può anche essere non breve.
Nel quadro giuridico attuale, la Legge 68/99, abbinata a quanto previsto dal Codice Civile e dal D.Lgs. 276/2003 (Legge Biagi) in tema di distacco del personale, ha alcuni punti di particolare attenzione, che riguardano sia l’azienda distaccante (nel nostro caso Murata) sia l’azienda distaccataria (ovvero PizzAut).
Il lavoro giusto che dà piena dignità
È qui che prende forma l’iniziativa con Alessandro: “secondo la prassi prima di tutto abbiamo incontrato Nico, poi la famiglia, per conoscerci, per capire”, riprende il branch manager, che ricorda il momento come particolarmente intenso. “È stato piuttosto toccante e impegnativo, perché la mamma ha cominciato a piangere dalla felicità.”
Alessandro oggi lavora come barman presso PizzAut Monza e mantiene un legame forte con Murata: “quando non è impegnato in pizzeria viene qui da noi, nei nostri uffici, parla con i colleghi, partecipa ai nostri eventi aziendali. Quando noi andiamo là come azienda o privati, lui ci riconosce immediatamente ed è orgoglioso di dire che questi sono i miei colleghi“.

Non si tratta di carità o di assistenzialismo, ma di una vera e propria operazione di efficienza organizzativa che riconosce le competenze specifiche. “Non ha alcun senso che un’azienda abbia una persona che fa le fotocopie o mette in ordine i giornali”, chiarisce Spadari: “questa modalità di assunzione con distacco è invece un’occasione che dà dignità, oltre a offrire un’importante indipendenza economica”.
La decisione ha trovato immediato consenso anche a livello internazionale. “Nella cultura aziendale giapponese ogni decisione è molto ponderata e perciò richiede spesso del tempo: quando ho parlato di PizzAut in Giappone, presentando la proposta di assunzione, ho ricevuto la risposta in 48 ore”, racconta con emozione Spadari. Evidentemente è stato trasferito il valore del progetto, presentato con grande passione e che è stato pienamente recepito dalla casa madre.
Quando arrivano colleghi dall’estero si va sempre da PizzAut, aggiunge il manager italiano, e ogni volta è una bella emozione: “se c’è Nico mi fa quasi sempre raccontare la nostra esperienza, che poi io traduco ai miei colleghi. Tutti restano molto colpiti, quando vedono direttamente la realtà di cui magari ho scritto in un post nella intranet: ho ancora in mente una ragazza della filiale tedesca con le lacrime agli occhi”.
Un esempio assolutamente replicabile
Il modello Murata-PizzAut dovrebbe ispirare molte altre realtà aziendali e il responsabile della filiale italiana si rammarica per la scarsa conoscenza della Legge 68/99: “se tutte le aziende la applicassero avrebbe un impatto grandissimo; invece, molti continuano ogni anno a pagare migliaia di euro di multe, che di solito non incidono più di tanto nel bilancio di un’azienda, mentre farebbero la differenza nella vita di migliaia di persone”.
Eppure le opportunità esistono e sono concrete: ad esempio, in ambito informatico ci sono alcune società che fanno lavorare i ragazzi con autismo per testare i software, perché loro sono molto bravi nel compiere azioni ripetitive. “Qui c’è proprio il concetto di valorizzare le abilità e le doti di queste persone” continua Spadari: “è proprio un cambio di prospettiva e di linguaggio, che non porta a soffermarsi su ciò che manca a qualcuno, ma a valorizzare le diverse abilità”.

L’esperienza di Alessandro non è un caso isolato, poiché altre aziende hanno effettuato assunzioni con distacco presso PizzAut: lo hanno fatto ad esempio realtà come Coop oppure Autrogrill, così come alcuni ragazzi che hanno iniziato nella pizzeria sono stati poi assunti in altre realtà. Dopo il tirocinio in PizzAut, Beatrice Tassoni, la fumettista appassionata di manga, è oggi Addetta alle Comunicazioni Visive e Ambassador delle Politiche Sociali per l’autismo in Coop.
Di recente si è pure parlato di Chiara Gandini che, dopo aver lavorato in PizzAut, è stata assunta con un contratto a tempo indeterminato all’Hilton di Milano, concretizzando uno dei sogni di Nico Acampora, che una volta disse che “il vero miracolo sarà quando ad assumerli non sarò più solo io”.
I benefici sono evidenti non solo per le persone direttamente coinvolte, ma per l’intero sistema economico e sociale. Quando una persona trova la sua collocazione professionale ideale, il risultato è una vittoria per tutti: il dipendente può esprimere al meglio le proprie potenzialità e l’azienda può contare su un collaboratore motivato e competente. Di conseguenza il tessuto sociale diventa più inclusivo e unito.
Ci auspichiamo che sempre più aziende sappiano cogliere questa possibilità e trasformare l’obbligo normativo in opportunità di crescita. La storia di Alessandro è la dimostrazione che l’inclusione lavorativa non è affatto un costo: è piuttosto un investimento in talenti spesso inesplorati, che hanno competenze uniche. Si tratta di una visione del lavoro che sa guardare oltre le apparenze e valorizza l’essenza di ogni persona.