All’interno del carcere di Bollate, alle porte di Milano, è nata un’iniziativa che sembra indicare una strada percorribile per il reinserimento sociale dei detenuti. I primi protagonisti di questa vicenda sono due detenuti in semilibertà, Matteo Gorelli e Fernando Gomes, i quali, affascinati dal mondo delle tecnologie digitali, hanno iniziato a pensare come poter riprendere in mano le loro vite e indirizzarle verso scelte positive: per sé e per gli altri.
Fin dalla sua costruzione nel 2000, il carcere di Bollate rappresenta una sorta di eccellenza per il percorso di recupero dei circa 1.400 detenuti: oltre il 50% dei quali lavora, rappresentando un modello riconosciuto anche a livello internazionale. L’attenzione alle relazioni, lo snellimento di procedure burocratiche e il coraggio di cercare la collaborazione con “il mondo fuori”, sembrano essere gli ingredienti principali di una formula che dimostra il suo funzionamento.
Matteo e Fernando sono due ragazzi che non hanno subito passivamente il carcere e, proprio durante il periodo del Covid (particolarmente drammatico per i detenuti), hanno partecipato a un bando e lo hanno vinto, fondando così la loro impresa. “Atacama è nata proprio dentro al carcere, con un telefonino e una connessione”, ricorda Matteo Gorelli: “abbiamo iniziato con delle produzioni audio e questa concretezza ha iniziato a cambiare le nostre vite”.
Proprio la passione per la musica lo aveva portato a fondare nel 2021 Attitude Recordz, una casa discografica indipendente, nata per dare voce ai ragazzi di alcuni quartieri periferici di Milano: ancora una volta la musica si è rivelata una strada dove raccontare storie difficili, trovare risposte per cercare di costruire un’idea del proprio futuro.
Ma come per tutte le startup è necessario che ci siano persone disposte a credere all’idea che le motiva e a investire in essa. Ai due cofondatori si è così affiancato Guido Chiaretti, ex dirigente e attualmente Presidente della Sesta Opera San Fedele, associazione di volontariato penitenziario che ha a sua volta coinvolto Andrea Rangone, Presidente di Digital360, Antonio Tazartes, Presidente di Atacama360 (e Presidente di Cellular Line), Ercole Giammarco, Partner di Your Group e ora General Manager di Atacama.
Il supporto e i consigli di questi imprenditori, sono stati la chiave di volta per dare una spinta al progetto.
Cogliere le capacità manageriali, anche dalla raccolta differenziata
La lunga esperienza di volontario nelle carceri ha permesso a Chiaretti di intuire le potenzialità inespresse dei due ragazzi: “nella realtà del carcere, dove per fare qualsiasi cosa è necessaria una complessa autorizzazione, sono stato colpito dall’attenzione di Fernando verso lo spreco. Grazie a lui è nata la raccolta indifferenziata, che oggi ha raggiunto il 90% ed è stata pure portata all’esterno”.
Chiaretti e Rangone hanno quindi iniziato a incontrare i due fondatori di Atacama, condividendone infine l’ambizioso obiettivo primario: formare detenuti, e altri soggetti fragili, per aiutarli a inserirsi nel mondo del lavoro. Poi, all’inizio del 2023, Matteo e Fernando mettono a fuoco l’idea di una casa di produzione video per le esigenze delle aziende. “Per noi il lavoro è stato reinventare la vita, – dicono Matteo e Fernando. “Fare impresa, organizzarsi e gestire risorse è il contrario della privazione di libertà. Abbiamo potuto sentire un senso di autoefficacia e soprattutto di riscatto attraverso quelli che sono i talenti di ognuno, repressi o scoperti nel tempo”.
“La spinta ulteriore per noi è stata nel guardare alle altre 1.200 persone che stanno dentro al penitenziario”, continua Fernando, “e aver creato nuovi posti di lavoro per 18 di loro dopo solo un anno, vedendo la grande soddisfazione per ognuno”.
Perché questo è successo: i due neoimprenditori hanno fondato un’associazione di volontariato all’interno del carcere di Bollate, per aggregare altre persone con la stessa voglia di cambiare e di realizzare qualcosa di bello. Quindi, con il supporto di operatori sociali, educatori, e soprattutto di professionisti del settore audiovisivo, sono state sviluppate le prime realizzazioni: attraverso un lavoro creativo e collaborativo, i partecipanti hanno riscoperto il proprio valore come individui e come membri produttivi della società.
Digitale sociale
Atacama si è costituita come impresa sociale e il suo statuto dichiara che il 30% deve essere costituito da persone socialmente fragili: un livello di complessità in più per un’impresa che vuole stare sul mercato alla pari delle altre. Andare da un’azienda e proporre di fare delle attività di responsabilità sociale non basta per una strategia di medio/lungo periodo. Ercole Giammarco lo sa bene e ci tiene a puntualizzare un aspetto fondamentale: “le aziende che vogliono sviluppare un progetto con Atacama lo fanno, e lo devono fare, perché siamo molto bravi e sappiamo differenziarci”. Il manager sottolinea la notevole creatività di Matteo, la capacità dei ragazzi di usare i linguaggi più efficaci e innovativi (un po’ rock) e la professionalità che vede crescere progressivamente in ognuno di loro.
Dalla collaborazione con professionisti del settore audio e video, in un processo di continua formazione, il personale di Atacama si occupa di tutte le fasi della realizzazione di un progetto digitale: che comprendono sceneggiatura, regia, montaggio, direzione della fotografia, tecnica del suono, produzione, fino ad avere figure come il tecnico dei droni e l’operatore di camera.
“Forse la cosa più bella che ci sta succedendo è il rapporto umano con le aziende che ci chiamano e con cui ci confrontiamo”, interviene Fernando: “individuiamo il progetto e lo modelliamo, per rispondere alle loro esigenze; e il risultato finale viene sempre molto bene”. Un’attenzione quasi maniacale per la qualità e la voglia di migliorarsi costantemente diventano quasi una sorta di contagio positivo per le altre persone.
I riscontri ottenuti finora sono molto positivi e incoraggianti: “abbiamo fatto dei video per società chimiche, fondi di investimento, società digitali, grandi studi legali, agenzie di comunicazione, e tutte le aziende con cui abbiamo lavorato sono diventate nostre clienti, perché soddisfatte del livello del servizio e gratificate dalla possibilità di contribuire al riscatto di persone fragili”, aggiunge Giammarco. I servizi di videomaking che offre Atacama sono sempre più richiesti sul mercato, perciò, ora che la startup può presentarsi ai potenziali clienti con già una serie di lavori già realizzati, delle referenze, può incrementare le occasioni di business attraverso il passa parola.
Recentemente inoltre è stato lanciato un grande progetto dedicato ai NEET, “Voci dal futuro”, finanziato dalla Fondazione Banca del Monte di Milano e successivamente da un contest promosso da Fondazione Marazzina. È un progetto complesso e articolato, che vede i giovani in target impegnati in produzioni musicali, realizzazioni di videoclip, organizzazioni di concerti, in partnership con Music Innovation Hub: si tratta di una proficua combinazione di arte, cultura e tecnologia che, insieme, sanno restituire a giovani in condizioni difficili la voglia di progettare, di crescere, di vivere.
Il valore di Atacama360 va ben oltre la semplice formazione professionale, poiché offre ai detenuti una concreta possibilità di ripartenza, permettendo loro di sviluppare competenze spendibili, scoprire una nuova consapevolezza di sé e ricucire il rapporto con la società.
Le statistiche indicano che un detenuto che lavora ha l’80% di probabilità in meno di essere recidivo: Atacama360 non è solo un modello di innovazione sociale, ma dimostra che, con il giusto supporto e le giuste opportunità, anche chi ha commesso errori può diventare una risorsa preziosa per la società. La cooperativa non solo trasforma le vite dei detenuti, ma invita l’intera comunità a ripensare al ruolo del sistema carcerario, liberando il potenziale di redenzione di ogni individuo.