Un calice di vino che sa di buono. La storica cantina Avignonesi, che prende il nome dalla famiglia che l’ha fondata nel 1974, a Montepulciano, ha ottenuto lo status giuridico di società benefit e ora punta alla certificazione B-Corporation. Un percorso di sostenibilità che ha radici ben più lontane, fin dall’inizio dell’attività, che si è consolidato nel 2009, quando la cantina è stata acquistata dall’imprenditrice belga Virginie Savery e c’è stata la svolta verso un’agricoltura biologica e biodinamica.
Una bella storia che unisce la tradizione dei vigneti toscani con l’esperienza e la passione di un’imprenditrice nata a Gand, in Belgio, portata in Italia dall’amore per i vini pregiati. Virginie Savery ha sempre creduto nei prodotti biologici e nella medicina omeopatica e ha fatto di Avignonesi un terreno di sperimentazione e di innovazione, rendendola la più grande azienda vinicola biodinamica in Italia, grazie all’introduzione di metodi di agricoltura sostenibile e viticoltura biodinamica.
La tenuta Avignonesi vanta ad oggi 175 ettari di vigneti, compreso un impianto di vinificazione all’avanguardia nella denominazione di Montepulciano, produce circa 600 mila bottiglie con proprie etichette, e ha fatto 8,8 milioni di fatturato consolidato nel 2019, la metà del quale realizzato all’estero. Il vino che si produce deve rispettare soprattutto le caratteristiche di trasparenza, eticità, eco-tecnologia ed eleganza che caratterizzano tutto il percorso aziendale, per offrire al consumatore un prodotto di alta qualità nel pieno del rispetto del benessere delle persone e dell’ambiente.
La preservazione del suolo e la valorizzazione dei dipendenti sono pilastri della deontologia di Avignonesi che ha investito anche nella promozione della cultura vinicola, organizzando percorsi degustativi, eventi e visite in cantina.
Quest’anno la vocazione sostenibile dell’azienda vinicola toscana è stata sancita a livello legale assumendo lo status di società benefit e inserendo nello Statuto societario, accanto al perseguimento dell’utile, anche le finalità di beneficio comune e le attività connesse. Un passo importante che proietta Avignonesi sulla strada per diventare B-Corporation, che potrà avvenire dopo che la società internazionale B Lab avrà verificato che gli obiettivi di sostenibilità sono stati raggiunti. Come ha spiegato l’amministratore delegato, Matteo Giustiniani, occorre raggiungere un punteggio minimo di 80 in un questionario che misura le performance sul lato della governance, dell’ambiente e della società e l’azienda toscana sembra aver già superato questa soglia. Si attende, quindi, fiduciosi l’ispezione dell’ente B Lab, probabilmente entro la fine di quest’anno.
“Ci vorrà del tempo, perché fortunatamente sono sempre di più le aziende che puntano alla certificazione di Benefit Corporation. – ha detto Matteo Giustiniani a Wine News – Per noi, vuol dire crescere e migliorarci continuamente, sotto tanti punti di vista. Dalla lotta alle emissioni al welfare aziendale, dal rapporto con la società locale alla scelta dei fornitori, accorciando la filiera, e tanti altri temi riconducibili più ad una non profit che ad una azienda che punta ai profitti. Dal punto di vista interno, questa continua analisi e autocritica ci ha fatto rivedere molti processi, coinvolgendo i lavoratori e aumentando la produttività”.