Nasce il Coach di Quartiere, più sport per i bambini

Muoversi e fare amicizia all’aria aperta: la semplice formula di Coach di Quartiere per promuovere l’inclusione attraverso lo sport

Educare i giovani a essere protagonisti della propria vita è un obiettivo che ogni società deve avere affinché essa possa continuare a svilupparsi e progredire: è questa la stessa mission della Cooperativa L’Orma, agenzia educativa nonprofit che si propone di supportare la crescita di bambini, giovani e adulti.
Fondata nel 2000 da Claudio Massa, dopo un’esperienza condivisa a livello universitario e la laurea in Scienze Motorie, L’Orma è stata la base da cui ha poi dato vita nel 2020 a Coach di Quartiere – Protagonisti della città: si tratta di un progetto di sport welfare indirizzato in particolare a bambini dai 6 agli 11 anni, attraverso la proposta di giochi e sport gratuiti all’aria aperta. “Mi sono accorto di come le potenzialità dell’educazione al movimento avessero territori sconfinati da esplorare”, ricorda Claudio Massa, “soprattutto per poter ispirare i bambini: insieme ad alcuni amici dell’ISEF, ho scelto quindi di iniziare questo percorso”.

Proprio questa consapevolezza ha portato alla creazione di un metodo educativo che utilizza il movimento come strumento per esplorare e potenziare sé stessi. Con L’Orma sono state sviluppate le prime attività teatrali per bambini, includendo laboratori didattici nelle scuole fino all’organizzazione dei centri estivi, come il Not Formal Camp, che ha festeggiato quest’anno la XX edizione. “Dal 2014 abbiamo iniziato a condividere la nostra metodologia e a farci influenzare anche dal contesto europeo”, riprende il fondatore, “grazie alle partnership con le organizzazioni sportive non profit degli Stati membri”.
Coach di Quartiere nasce per focalizzarsi sul tema dell’innovazione sociale, secondo quella che viene definita educazione non formale: si tratta di una metodologia educativa, così definita a livello europeo, dove l’apprendimento non proviene da una istituzione formativa, ma piuttosto dall’acquisizione di competenze ed esperienze legate al lavoro, alla famiglia, al tempo libero. Questo approccio permette di adattarsi alle esigenze dei giovani e di creare un ambiente di apprendimento più dinamico e coinvolgente.

Mi muovo e quindi mi conosco

Coach di Quartiere si pone l’obiettivo di offrire attività sportive gratuite nei parchi per i bambini, favorendo la socializzazione e il benessere fisico. La pandemia del 2020 ha rappresentato una sfida significativa, costringendo l’organizzazione a riorientare le sue attività verso gli spazi aperti dei parchi, dove i rischi di contagio erano minori. Nonostante le difficoltà, il progetto è riuscito a mantenere viva la sua missione, diventando l’unica realtà a Milano a offrire attività sportive fin dalla prima settimana di riapertura.

Fotografia di Claudio Massa con alcuni animatori
Claudio Massa con alcuni animatori

Il progetto si distingue per il suo forte impatto sociale, in linea con i principi ESG: non solo promuove l’inclusione sociale attraverso lo sport, ma crea anche una cultura del volontariato giovanile. “Coinvolgendo ragazzi e ragazze tra i 16 e i 18 anni”, continua Claudio, “li incoraggiamo a dedicare il loro tempo libero a favore dei bambini che non hanno accesso allo sport, spesso per motivi socioeconomici”. La proposta non solo arricchisce la vita dei bambini, ma offre anche ai giovani volontari un’opportunità di crescita personale e di sviluppo delle loro competenze sociali, portando valore alla loro comunità.

Fotografia di bambini su una pista di atletica

A causa del Covid la partenza ha sentito tutta la fatica del caso: la prima sede è stata Dalmine (BG) ma non si riuscivano a trovare i volontari. Poi, grazie al dialogo con la Pubblica Amministrazione e con altre associazioni, si sono trovati tre “coraggiosi” che hanno accettato la proposta: Claudio Massa ricorda Thomas, Arianna e Francesco che hanno fatto il primo corso di formazione online. Quindi, grazie a collaborazioni con la Caritas, gli oratori, il Comune, sono stati segnalati i primi bambini che avevano realmente bisogno di questo intervento: “con i volontari abbiamo fatto un piccolo palinsesto di attività motorie e sportive gratuite nei parchi e facendolo ci siamo accorti di tutte le esigenze che il progetto poteva avere e delle potenzialità che potevamo esprimere impegnandoci ancora di più”.

I giochi proposti sono tipicamente quelli da cortile, degli oratori, come bandiera, palla prigioniera, palla battaglia, castellone, le staffette e così via. La scelta è anche legata al fatto che i volontari non sono degli istruttori sportivi ma piuttosto degli animatori: che pian piano diventano sempre più competenti nella gestione del gruppo. “Prevediamo anche la possibilità del coinvolgimento delle Federazioni”, ipotizza Claudio, “per agire con noi e magari generare nel futuro degli sportivi in ambiti più specifici”.

La collaborazione con Enti e aziende per una innovazione educativa

Fotografia di bambini in palestra
Durante l’inverno si gioca nelle palestre delle scuole

Il progetto è stato successivamente attivato a Lodi: il confronto fra le due sedi ha messo in luce le caratteristiche per poterlo definire un format, indipendentemente dal territorio di applicazione. “Abbiamo introdotto una figura chiave, che abbiamo chiamato playmaker”, spiega il fondatore: “si tratta di un educatore professionista, responsabile locale del progetto, oltre a essere un riferimento per tutti gli adolescenti”. Coach di Quartiere ha quindi creato una rete di collaborazioni con la Pubblica Amministrazione, che è il partner principale del progetto, con scuole, oratori e fondazioni comunitarie, che ne amplificano l’impatto. “Abbiamo cercato di capire meglio le motivazioni che portano una famiglia a non far praticare sport ai propri figli e per questo il playmaker ha un ruolo fondamentale: è lui che va proprio nelle scuole, a dialogare con le maestre, che meglio conoscono le famiglie, i bambini, le abitudini, per capire chi sono i potenziali fruitori”.

Il passo successivo avviene costituendo i gruppi con i volontari, cercando tendenzialmente di affidare 5 bambini a ognuno di loro. Nel tempo il progetto ha raggiunto 8 territori della Lombardia e, grazie a circa 200 volontari, sono stati coinvolti oltre 600 bambini, distribuiti in 16 parchi pubblici; Coach di Quartiere si è interfacciato con 27 tra scuole primarie e secondarie. Proprio alle scuole, che devono fare alcune ore di Educazione Civica, viene proposto un modulo, che è stato chiamato ‘Educa Coach’: “è un messaggio per sostenibilità resiliente, che sa adattarsi al cambiamento”, prosegue Claudio, “che se la semino su un giovane, poi la ritrovo”.

Fotografia di bambini in un parco

Anche le aziende che sostengono il progetto vedono in esso un’opportunità di welfare territoriale, contribuendo alla sostenibilità sociale e promuovendo valori di inclusione e solidarietà tra i propri dipendenti. “Si tratta di un modello di collaborazione che rappresenta una vera e propria rivoluzione nel modo in cui le imprese cooperano al benessere delle comunità locali”, sottolinea Claudio: “possono nascere dei Team Building tematici, per promuovere l’idea di sport inclusivo, come pure coinvolgimere i figli adolescenti dei dipendenti, che permettono di accrescere gli interventi sul territorio”.

Attraverso l’educazione al movimento, la promozione del volontariato giovanile e la creazione di reti di collaborazione, Coach di Quartiere sviluppa una società più inclusiva e solidale, con importanti benefici a bambini e giovani: dimostrando che, unendo passione e innovazione, è possibile fare la differenza.

Coach di Quartiere

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