COP26, la tavola rotonda di Glasgow sul clima

A Glasgow, il prossimo novembre, la COP26 si preannuncia un incontro storico per prendere le misure sul futuro del nostro pianeta. Ecco di cosa si discuterà

Un’organizzazione trilaterale: il governo britannico, quello italiano e il Bureau della Conferenza delle Parti dell’UNFCCC. I tre organi hanno concordato le date 1-12 Novembre a Glasgow per la prossima edizione della Cop26. Queste date consentiranno ai due governi di mettere l’azione per il clima su un piedistallo durante i lavori del G7 e G20 2022, eventi dei quali avranno la presidenza

A maggio di quest’anno le date della COP26 erano già decise, quello che mancava era la certezza di chi e quali organi avrebbero partecipato. Poco dopo, mentre in Italia scoppiava l’estate, il Regno Unito ha annunciato a gran voce che oltre 25 esperti in vari temi globali, dall’inquinamento al consumo di suolo, dall’emissione di CO2 all’estrazione delle materie prime, avrebbero assistito alla Presidenza della COP26. I team e gli studiosi arriveranno da ogni parte del globo, Francia, Australia, India, Perù, Barbados…insomma, sarà un gran pot-pourri di esperti e sapienti che porteranno i loro risultati accademici in supporto al governo del Regno Unito, Stato chiave nella cooperazione internazionale per il clima.

La storia della Cop, per chi se la fosse persa

Anzitutto, COP è l’acronimo di “Conference of Parties” – conferenza delle parti. Il numero 26 altro non è che una semplice cifra progressiva. La COP ha origine nel caldo maggio del 1992, quando 154 Stati, a Rio de Janeiro, firmarono la convenzione che abbiamo citato prima: United Nations framework convention on climate change (UNFCCC). Questo accordo, in realtà molto più teorico che pratico, tocca diversi e importanti temi ambientali che nel corso degli anni sono andati via via aumentando. Firmando, ogni Stato si faceva carico delle responsabilità ambientali e, di conseguenza, si prefissava l’obiettivo di attuare importanti azioni multilaterali e globali, in risposta al cambiamento climatico. Nel 1992 uno dei problemi principali era l’eliminazione dei CFC (clorofluorocarburi), considerati i responsabili del buco nell’ozono e contenuti prevalentemente nelle bombolette spray.

Oggi a questo tema si sono aggiunte altre problematiche che nel corso degli anni hanno aggravato i danni all’ambiente in modo irreversibile. Prima fra tutte, l’emissione di CO2 e delle polveri sottili nell’atmosfera. Poi, il pericolo della deforestazione intensiva, l’inquinamento dei mari, le problematiche della gestione dei rifiuti e della produzione della plastica. Ad ogni modo, la COP si tiene ogni volta in una città diversa ed è, per chi ne prende parte, non solo un’occasione formale per conoscere realtà e dinamiche sempre in evoluzione, ma anche la chance ultima di far parte di un corpo decisionale che attivamente, oggi più che mai, deve battersi affinché norme e valori di preservazione del clima vengano rispettati. E non è affatto semplice.

Perché è importante la COP?

Per una serie di motivi etici, politici e sociali che insieme hanno creato una sempre più crescente sensibilizzazione alle questioni climatiche. No, la Cop26 non sarà un ‘mapazzone’ di volti illustri e membri togati, grossi paroloni e premonizioni catastrofiche. La Cop26 getta le basi di quelli che saranno alcuni dei temi cardine per i grandi eventi politici internazionali del prossimo anno e renderà chiaro, ancora una volta, quanto il parere degli esperti possa aiutare i singoli governi a mettere sotto lente d’ingrandimento il cambiamento climatico che stiamo vivendo. Nel corso della propria storia, la COP ha raggiunto dei traguardi molto più che importanti. Il protocollo di Kyoto, ad esempio, firmato nel 1997 da 180 paesi oggi divenuti 192. E poi ancora, l’Accordo di Parigi, in vigore dal 2016, di cui si è tanto discusso in merito dei Fridays For Future. Volendo mettere su un piatto della bilancia le vittorie che la COP ha guadagnato nel corso dei decenni, non potremmo cerco estromettere il grande, immenso proposito dell’aver reso partecipe un numero altissimo di Paesi in un obiettivo comune.


Pre-Cop: che cos’è e cosa propone


Si terranno a Milano, dal 28 Settembre al 2 Ottobre, una serie di dibatti, comizi, tavole rotonde di tipo istituzionale, ma anche concerti, workshop e appuntamenti fra i veri colossi della lotta al cambiamento climatico. Cinque giorni di lavori intensi in preparazione alla Cop26 di Glasgow. Una settimana di tempo per far sentire la voce dei giovani e di tutti quelli che sanno le problematiche a cui il nostro pianeta sta andando in contro.

La domanda sorge però spontanea: se tutto accadrà a Glasgow, che c’entra Milano? A questa domanda ci sono diverse risposte. Prima di tutto, ufficialmente la presidenza della COP26 è UK, ma in partnership con l’Italia, di conseguenza si occupa anche il nostro Paese di organizzare qualcosa, e non qualcosa di banale. Il senso degli appuntamenti meneghini è quello di ‘preparare’ all’evento di Glasgow, attraverso eventi e vere tavole di discussione che rendono tutti partecipi e consapevoli della COP26.
In questo modo si possono anche creare, in senso lato, bozze preliminari e obiettivi che rendano più semplici i processi di approvazione durante le conferenze internazionali. Questo accade spesso? Naturalmente no. Ma perché nemmeno provarci? E poi, per rispondere anche al senso filantropico del perché partecipare a un evento che in realtà si prepara a un altro evento, noi possiamo rispondere solo con la filosofia. Come cantava De André: “perché, per quanto voi vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti”.

platea youth 4 climate


Pre-cop, quali eventi aspettarsi e chi ci sarà

Non mancheranno certo personalità di spicco e star del mondo della musica, cinema e spettacolo insieme ai ministri dell’Ambiente. Alla Pre-Cop26 di Milano parteciperanno in tanti, un po’ perché l’attivismo per un pianeta sostenibile oggi è un tema quanto mai importante, un po’ perché c’è un crescente sentimento di rivalsa da parte dei giovani che vedono nei social e nelle personalità che vi ruotano attorno una possibilità per essere ascoltati.

Il palinsesto della Pre-Cop26 si chiama All4Climate-Italy 2021 ed è ricco di eventi artistici piuttosto fuori dal comune. Fra tutti, vorremmo citare i Rockin 1000, il supergruppo musicale che porterà una scaletta immensa, dai Pink Floyd agli Oasis, il 30 settembre. Più di cento musicisti, altrettanti coristi e ballerini, questo gruppo sarà l’anima della festa alla Pre-Cop26 e insieme a loro, tanti altri daranno all’evento l’impatto mediatico necessario per farlo volare dritto dritto sulle prime pagine dei nazionali. E tu, parteciperai?

Si possono seguire gli eventi anche in streaming e sui social.

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