Ogni volta che connettiamo il pensiero alla nostra esistenza, facciamo filosofia.
Filosofia è connessione essa stessa: il ponte metaforico che assegna senso al nostro stare al mondo.
Nel migliore dei modi possibili.
Dalla filosofia alla ecosofia
Letteralmente “amore per la sapienza” (filo + sofia), la filosofia ambisce a spiegare tutta la realtà, o la realtà di tutte le cose; non un fenomeno, un ambito o una prospettiva, Tutto.
Quanto al metodo, la filosofia punta tutto sul logos, scegliendo la via della ragione e della logica.
Il fine ultimo della filosofia? Puro desiderio di conoscenza, contemplazione della verità.
Mera espressione dell’insopprimibile bisogno umano, mai appagato del tutto, di fornire interpretazioni, interrogarsi sulle questioni fondamentali dell’esistenza; mentre beffarda afferma che molte delle domande non avranno risposte.
La filosofia incoraggia l’uomo a pensare in modo critico, a sviluppare una comprensione personale del mondo, e con esso relazionarsi.
Uno stimolo continuo di adattamento del pensiero umano all’ambiente che lo circonda.
Non mitigare, non compensare, adattare.
L’ecosofia, letteralmente “sapienza della casa” (oikos + sofia), indaga la storia e l’evoluzione della relazione uomo – ambiente naturale. Si concentra sull’esplorazione delle interconnessioni tra l’ecologia, l’etica e la filosofia, cercando di sviluppare una comprensione più profonda e consapevole dell’interazione tra uomo e natura.
I Naturalisti e il principio di tutto
Partiamo dalle origini, o almeno da quelle che sono le prime testimonianze di cui abbiamo evidenza. La filosofia nacque in Grecia come ricerca dell’arché, il principio originario, cifra della Realtà.
I Naturalisti o filosofi della physis – o presocratici in omaggio a una pietra miliare della filosofia – erano interessati a comprendere la natura del cosmo e le forze che lo governavano. Questi pensatori, affascinati dalla bellezza e dalla grandezza della natura, cercavano di comprendere le sue leggi e i suoi meccanismi attraverso principi naturali e razionali, piuttosto che attraverso spiegazioni mitologiche o religiose.
La risorsa idrica di Talete
Talete è considerato uno dei primi filosofi naturalisti greci, tradizionalmente il primo che incontriamo in ogni testo di storia della filosofia.

Talete individuò nell’acqua l’elemento primordiale da cui tutto ha origine.
Una forma embrionale di pensiero ecologico, che riconosce il valore e della risorsa idrica per la sopravvivenza dell’intero Pianeta. Precursore dell’ambientalismo, mostra una profonda consapevolezza dell’interconnessione tra gli esseri viventi e il loro ambiente naturale.
Fonti indirette tramandano che, il motivo per cui Talete individuò nell’acqua l’arché, deriva dalla constatazione che:
“il nutrimento di tutte le cose è umido, che i semi e i germi di tutte le cose hanno natura umida e quindi il totale disseccamento è la morte”.
Come dargli torto.
La desertificazione è uno degli effetti più visibili del cambiamento climatico. I periodi di siccità sono sempre più frequenti e molte aree del mondo stanno diventando gradualmente più aride e inospitali per molte specie, compresa la nostra. Inoltre, gli eventi climatici estremi causati dalla desertificazione possono portare a conflitti e disordini sociali e politici, spingendo molte persone a lasciare le proprie case in cerca di una vita migliore altrove (migrazioni climatiche).
Secondo il Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici -CMCC-, la siccità è seconda solo alle tempeste e alle alluvioni in termini di capacità di devastazione del territorio, delle infrastrutture e della vita animale e umana sulla Terra.
L’economia circolare di Empedocle
L’aria è l’arché individuato da Anassimene: sostanza aerea illimitata da cui, per dilatazione e contrazione, hanno origine tutte le cose. Anassimandro teorizza invece l’esistenza di una sostanza primordiale chiamata “apeiron“, che rappresenta l’infinito e l’indeterminato.

Empedocle, il primo fisico pluralista, individua il principio originario nelle quattro radici: acqua, aria, terra e fuoco. Il mescolarsi e dissolversi costante di queste sostanze, eternamente uguali e indistruttibili, determina l’apparente nascere e morire delle cose.
«Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»
affermerà Lavoisier più di 2000 anni dopo, ponendo le basi della legge fisica sulla conservazione della massa.
Una formulazione ante litteram del concetto di End of Waste.
L’idea dell'”End of Waste” (cessazione della qualifica di rifiuto) è strettamente legata al concetto di economia circolare, che mira a ridurre al minimo la generazione di rifiuti e a massimizzare il recupero e il riciclo delle risorse.
Attraverso processi di rigenerazione, riciclo o trasformazione, i materiali o i prodotti che erano considerati rifiuti, possono essere riutilizzati o reintrodotti nel ciclo produttivo, riducendo così la dipendenza dalle risorse vergini e riducendo l’impatto ambientale complessivo.
L’antropizzazione e l’adattamento di Eraclito
Veniamo ora al noto, e inflazionato, aforisma panta rei (in greco antico: tutto scorre) attribuito al filosofo greco Eraclito e che esemplifica la concezione di un mondo in continua trasformazione. Secondo Eraclito, nulla è stabile o immutabile, tutto evolve.
Leggiamo in uno dei più famosi frammenti del suo trattato “Sulla Natura“:
«Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell’impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va.»

Siamo di fronte alla consapevolezza e alla responsabilità del cambiamento.
L’universo è in costante movimento e cambiamento e le nostre azioni possono influenzare questo processo. Siamo dunque fortemente invitati ad adottare un approccio volto a preservare e proteggere l’ambiente, nonché ad assumerci la responsabilità delle nostre azioni e delle conseguenze che queste possono avere su di esso.
Ma il concetto del panta rei ci incoraggia anche ad accettare e adattarci al cambiamento. Nell’ambito della sostenibilità ambientale, questo significa essere pronti a modificare le nostre pratiche e comportamenti per rispondere alle sfide ambientali in evoluzione.
L’equilibrio uomo-ambiente di Democrito
Con Democrito nasce la teoria degli atomi, che sottolinea l’interconnessione e l’interdipendenza di tutte le particelle elementari.
Le particelle si aggregano nelle cose che sono, e si disgregano in quelle che non sono più.
Questa teoria implica il riconoscimento dell’importanza di mantenere l’equilibrio e l’armonia, promuovendo la visione interconnessa tra l’uomo e l’ambiente naturale. L’atomismo e le particelle di Democrito ci ricordano che l’uomo è parte integrante dell’ambiente naturale, proponendo anche in questo caso il concetto di cicli naturali e di responsabilità umana nei confronti dell’ambiente.
Al prossimo appuntamento
Con il tempo, la filosofia si è evoluta e si è sviluppata in diverse scuole di pensiero, come il platonismo, l’aristotelismo, lo stoicismo e l’epicureismo nell’antica Grecia, il razionalismo e l’empirismo nell’età moderna.
Oggi, la filosofia ambientale è un ramo della filosofia che si occupa specificamente delle questioni legate all’ambiente e alla sostenibilità.
Questo campo di studio si basa sulle fondamenta gettate dagli antichi greci e continua a interrogarsi sulle responsabilità dell’uomo nei confronti dell’ambiente e sulle azioni necessarie per garantire un futuro sostenibile.
Prendendo spunto da questi fondamenti, cercheremo di comprendere come la filosofia possa ancora oggi offrire una prospettiva preziosa per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo. Faremo un po’ di ecosofia.
