Disabilità, il lavoro inclusivo di ‘Fiori all’occhiello’

A Milano, un progetto di crescita che accompagna giovani con disabilità intellettiva a conquistare autonomia e indipendenza

Ci sono sempre almeno un paio di piacevoli sensazioni che emergono quando si entra in un negozio di fiori: la varietà dei colori e l’intensità dei profumi che caratterizzano ogni pianta. Ma nel caso di Fiori all’Occhiello c’è pure un’altra bellezza, legata all’idea di inclusione e coinvolgimento, che ne costituisce la radice primaria.

Aperto a Milano nel dicembre 2021 nella zona di Porta Romana, il negozio arriva dopo un percorso più lungo che la Fondazione La Comune aveva intrapreso già da qualche anno: il progetto nasce infatti dalla volontà di accompagnare giovani con disabilità intellettiva verso una progressiva conquista di autonomia e di indipendenza. Il primo passo fondamentale è stato quello di creare le condizioni affinché i ragazzi riuscissero a staccarsi dai propri genitori e imparassero a vivere autonomamente in una propria abitazione. Si è quindi partiti con il co-housing, ovvero le case comuni in cui l’esperienza del singolo è al centro: con l’appartamento che ha aperto nel 2013, La Comune ha voluto superare la logica assistenziale per far sì che ognuno raggiungesse la personale autonomia.

Le persone con disabilità vivono insieme ad altre normodotate: non c’è una presenza educativa costante, ma c’è stata piuttosto una sorta di supporto periodico da parte di personale specializzato che, nel corso degli anni, è andato a diminuire. Visti dunque gli ottimi risultati di questa esperienza, sono stati poi aperti altri due appartamenti: le attuali tre case ospitano un totale di 8 ragazzi con disabilità, che vivono insieme ad altre persone.

Il secondo passaggio per coloro che si erano staccati dai genitori è stato quello di condurli verso una vita vissuta come adulti: la conquista dell’indipendenza non può infatti prescindere dall’aspetto economico. Il progetto di inserimento lavorativo si è così concretizzato verso la fine 2020 – proprio in piena pandemia – con la presa in gestione delle serre all’interno della Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone e con l’assunzione delle prime tre ragazze che, insieme a una giardiniera professionista, hanno imparato come curare e coltivare le piante. La scelta del settore del verde non è stata casuale perché, anche se non particolarmente redditizia nell’immediato, ha un’importante valenza formativa: imparando a prendersi cura delle piante che venivano loro affidate, le ragazze sono state guidate verso una responsabilizzazione immediata.

dipendenti di Fiori all'occhiello
Al lavoro in serra!

La sfida della relazione con il pubblico

Valentina Mari, Responsabile Comunicazione della Fondazione La Comune, ci racconta con grande passione il momento seguente: “C’era il desiderio di aprire le serre al pubblico ma, operando all’interno di una struttura sanitaria, questo non è stato possibile: ma mancava ancora un pezzo.” E con un bel sorriso coinvolgente ci conduce verso l’apertura del negozio in via Adige 6: “quello è stato un momento di grande soddisfazione che ci ha dato una certa visibilità. Che ha portato diverse famiglie di ragazzi con disabilità intellettiva ad avvicinarsi a noi per chiederci di aiutarli nell’inserimento lavorativo”. È nato perciò un nuovo progetto con la serra Il Giardino del Loto di Cornaredo (MI): nell’arco di due anni avremo 40 giovani che verranno a formarsi in questo settore con l’obiettivo di entrare poi nel mondo del lavoro.

“Noi ci rivolgiamo a persone, di ambo i sessi, con diversi gradi di disabilità intellettiva”, continua Valentina: “è previsto un percorso di formazione a passi successivi, che verranno analizzati col supporto di un’educatrice, e per coloro che dimostreranno di avere raggiunto le competenze necessarie, verrà creato un contatto con le aziende del settore del verde, che hanno necessità di fare assunzioni protette ma non trovano persone formate”.

Più in generale il rapporto con diverse imprese ha fatto emergere sinergie molto positive e stimolanti, come nel caso di BCG, il cui verde negli uffici viene curato da Hwstyle: le piante che sono “a fine vita”, anziché essere buttate vengono ritirate dalla Fondazione. Una volta nelle serre, queste sono curate e riportate a nuova vita, per essere poi inoltrate nel negozio: tutto ciò evidenzia proprio il senso di ridare valore a qualcosa che altrimenti sarebbe stato scartato.

Il contatto con il pubblico e il confronto con le persone che vogliono acquistare le piante ha rappresentato una sfida importante per i giovani, chiamati inoltre a essere attenti a una serie di altri aspetti, che vanno dalla puntualità al rispetto delle consegne. Nell’ottica infine di crescere e fornire un servizio sempre migliore ai clienti, Fiori all’Occhiello ha attivato una campagna di crowdfunding, per acquistare un furgone, necessario soprattutto per il trasporto delle piante in occasione di eventi in cui realizzano l’allestimento floreale oppure per le commesse nella manutenzione di terrazzi o spazi condominiali: fino al 30 settembre c’è ancora tempo per fare una donazione.

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