Il 2020 rimarrà un anno speciale per Florim, azienda manifatturiera che produce ceramiche, diventata società benefit e B Corp proprio in un anno di crisi del settore delle costruzioni (produce ceramiche per uso edile).
Sul mercato è presente con sei diversi brand, nati e cresciuti uno dopo l’altro in 60 anni di storia, cominciata nel 1962 quando l’ing. Giovanni Lucchese introduce in Italia la produzione del klinker trafilato e nel cuore produttivo del distretto di Sassuolo nasce Floor Gres, il primo brand commerciale dell’azienda poi diventata Florim. Nel 1981 è la prima azienda al mondo a produrre gres porcellato, divenuto un materiale insostituibile del design moderno.
La società è progressivamente diventata sempre più internazionale e importante negli anni e oggi è presente con negozi monomarca a Londra, Francoforte, Singapore, Milano, Mosca, New York.
Le sue sedi produttive a Fiorano (MO) dove si trovano la sede principale, lo stabilimento produttivo e il centro logistico; un secondo stabilimento produttivo sorge a Mordano, in provincia di Bologna e un terzo stabilimento produttivo a Clarksville, Tennessee (USA).
Nelle sedi produttive la società ha fatto notevoli investimenti e le sue fabbriche oggi sono un concentrato di tecnologia e si ispirano all’Industria 4.0, oltre a rispettare standard di altissimo livello anche come impatto ambientale.
Diventare una società benefit significa inserire nello statuto della società uno scopo aggiuntivo rispetto alle tradizionali finalità economiche, cioè delle finalità benefit. Un traguardo e un impegno importante, in particolare per un’azienda manifatturiera ad alta intensità di energia e risorse, come quello della ceramica.
Ma ciò non ha scoraggiato il Presidente Claudio Lucchese.
“Le Società Benefit rappresentano un’evoluzione del concetto di azienda perché integrano nel proprio modello di business, insieme agli obiettivi di profitto, l’esplicito impegno ad operare in modo responsabile e sostenibile tutelando gli interessi degli stakeholder e dell’ambiente. – dice Lucchese in questa intervista -.
“Il modo di fare impresa sta cambiando e credo che oggi le aziende debbano far coesistere seriamente le finalità economiche con gli interessi delle persone e dell’ambiente: solo così si può pensare ad un futuro sostenibile”.
Per Florim il passaggio a Società Benefit non è stato altro che la formalizzazione di un indirizzo intrapreso da molti anni. La presenza nella strategia aziendale, di azioni volte a minimizzare l’impatto ambientale e dare sostegno ai dipendenti e al territorio, fa parte del nostro modo di fare impresa da quando il concetto di “sostenibilità” non era ancora così diffuso.
Il percorso di sostenibilità realizzato da Florim nel corso degli anni è testimoniato dalle numerose certificazioni ottenute (circa 20), dalla presenza di un Codice Etico, (introdotto nel 2011) diventato parte integrante delle attività Florim e condiviso con ogni nuovo dipendente, fornitore e partner commerciale; e di un Organismo di Vigilanza che garantisce la realizzazione degli impegni di condotta presi.
Nel suo ruolo di società benefit Florim intende limitare il più possibile gli effetti della produzione e compensarli attraverso una prodotti di qualità che durano nel temp0, il ricorso a energia verde (45.000 mq di pannelli fotovoltaici che generano energia elettrica per le sedi italiane), il 100% di recupero delle acque utilizzate e degli scarti.
Ma ciò non è tutto, come si richiede alle società benefit con la regola delle 3 P – Planet, People, Profit – l’azienda si impegna anche a prendersi cura dell’ambiente di lavoro e dei suoi dipendenti in maniera adeguata, tutelando i loro diritti e la salute, promuovendo la formazione, l’inclusione, la parità di genere, il benessere.
Maggiori dettagli nel Bilancio di sostenibilità, qui una sintesi.