All’inizio del 1997 venne presentata in Italia la legge che per la prima volta definiva e regolamentava la gestione dei rifiuti nel nostro paese, attività che fino a quel momento era decisamente frammentata: quello che è anche noto come Decreto Ronchi, dal nome del Ministro dell’Ambiente di allora, stabiliva delle normative chiare per incentivare il recupero e il riciclo, creando nello stesso tempo una maggiore coscienza ambientale fra le persone; oltre a indicare ulteriori obiettivi, fra cui la riduzione dei rifiuti prodotti.
Nonostante difficoltà e differenze di comportamento fra regioni e cittadini stessi, il percorso intrapreso ha portato a ottimi risultati ed è un trend che sta continuando positivamente: i dati forniti dall’ISPRA confermano una situazione più ordinata, decisamente efficace. Nel giro di vent’anni lo smaltimento in discarica è diminuito del 26% e sempre ISPRA parla di 120 milioni di tonnellate riciclate nel 2020, il 65% del totale: qui l’Italia rappresenta un’eccellenza in Europa, seconda solo alla Germania (67%), ma ai vertici in diverse categorie specifiche. Merito di questi risultati va attribuito a società come Frieco, una Benefit Company di Orbassano, Torino, la cui idea nasce quasi dieci anni fa dai due fratelli Roberto e Danilo Frisina: dopo avere fatto importanti esperienze nell’ambito metalmeccanico, hanno unito una profonda cultura imprenditoriale con i loro valori etici e sostenibili. La fondazione dell’azienda risale al 2018, dopo che nel 2014 avevano costruito e brevettato la prima apparecchiatura in grado di ridurre fino a 20 volte il volume iniziale dei rifiuti inorganici: il che riguarda ad esempio contenitori di plastica, vetro, carta e cartone, alluminio, legno e altro ancora.
L’idea di Frieco: un innovativo trituratore
È interessante evidenziare il punto di partenza da cui è nata Frieco: la constatazione di base è che ognuno di noi avrà costantemente bisogno di cibo e acqua, i quali sono solitamente dentro a dei contenitori. Di conseguenza questo porterà alla produzione di rifiuti, auspicabilmente in quantità sempre inferiori: i due fratelli hanno dunque studiato il mercato, da cui è emersa la necessità di trovare soluzioni per aiutare l’attività commerciale di un’azienda o di un semplice cittadino. Soprattutto i rifiuti inorganici, nell’ambito dei contenitori e degli imballaggi realizzati in vari materiali, richiedevano soluzioni concrete.
A fronte di tale analisi è dunque nata la loro apparecchiatura che, grazie all’innovativa tecnologia di triturazione, riesce in pochissimo tempo a ridurre il volume di tutti i rifiuti inorganici di oltre il 95%.
In pratica è come un elettrodomestico, di dimensioni paragonabili a quelle di una lavatrice, che può quindi trovare spazio sia nelle abitazioni, ma pure in locali come bar, ristoranti, o ancora supermercati, scuole, ospedali e molto altro ancora. Frieco ha infatti pensato per le realtà aziendali dei sistemi di dimensioni maggiori, ma si è soprattutto strutturata per offrire un servizio completo a qualsiasi tipo di organizzazione: dall’analisi iniziale della tipologia di rifiuti prodotti si arriva a delineare con precisione il servizio offerto in termini di numero di apparecchiature da fornire e di ritiri da effettuare, con una prospettiva di avvio al riciclo di quanto viene prelevato. Tutto il materiale triturato è poi trasportato in un centro locale di Frieco, nel quale le lavorazioni successive lo rendono idoneo alla nuova produzione.
Un beneficio per tutti
Se il risparmio di spazio è evidente quale primo vantaggio, ve ne sono poi altri che arrivano come conseguenza: le stesse tasse comunali sono inferiori, vista la drastica diminuzione del volume dei rifiuti, che porta a un’attività di ritiro maggiormente dilazionata nel tempo; quindi, con mezzi di trasporto che viaggiano di meno, riducendo le emissioni di CO2. L’impatto sostenibile dell’intero processo ha ricevuto altresì menzioni e riconoscimenti, fra cui il miglior progetto di Innovazione Sociale nel 2018 al Premio Nazionale Innovazione di Verona. Proprio la consapevolezza di poter avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente ha spinto i due fratelli a orientare il loro modello d’impresa a quello di Società Benefit, convinti che questo tipo di approccio non solo sia il più adeguato alle attuali sfide di mercato, ma sia esattamente nell’ottica di una Economia Circolare: rendere meno inquinante la raccolta dei rifiuti, dalla quale creare nuovi prodotti eco-sostenibili.
Roberto Frisina ha avuto occasione di sottolineare come gli aspetti tecnologici siano fondamentali per rendere il processo di riciclo e trasformazione sempre più efficiente, tenendo conto che differenziare i rifiuti risulta talora un’operazione difficile. Soprattutto le nuove tecnologie devono essere funzionali a raggiungere un’innovazione sociale, che Frieco è in grado di trasferire ai propri clienti, la cui ecosostenibilità viene garantita da tutta la fase di certificazione e tracciamento fornita dalla startup piemontese
L’azienda ha infine l’obiettivo di creare ed estendere i centri di riciclo cosiddetti “di quartiere”, per trasformare i rifiuti in nuovi prodotti “a km 0”: si tratta chiaramente di uno sforzo orientato a una costante riduzione dell’inquinamento, operando su tutti gli aspetti della produzione industriale.
Andare verso una reale economia circolare significa effettuare scelte e cambiamenti concreti, ripensando l’organizzazione delle imprese, dei modelli economici, delle relazioni, più in generale, per avere un rapporto decisamente sano e corretto con il pianeta in cui viviamo.