HIV, si accende una nuova speranza

Un nuovo farmaco sperimentale contro l'HIV, lenacapavir, somministrato tramite iniezione due volte l'anno, ha dimostrato un'efficacia del 100% nella prevenzione dell'infezione in un ampio studio clinico. Una svolta nella lotta all'HIV, con la speranza di ridurre significativamente le nuove infezioni a livello globale.

Pur non essendo più da tempo un argomento da prima pagina, nel 2023 sono stati contati ancora 39.9 milioni di persone con HIV nel mondo, il virus che causa l’AIDS. Di questi, 38,6 milioni sono adulti (>15 anni) e 1,4 milioni sono bambini (<15 anni). Inoltre, il 53% sono donne e ragazze.

Insomma, questo terribile visrus è ancora una piaga che da almeno 40 anni si cerca di debellare senza successo, benchè molti miglioramenti nelle cure e nella prevenzione ci siano stati. Si stima che 1,3 milioni di persone in tutto il mondo abbiano acquisito l’HIV nel 2023, segnando un calo del 39% delle nuove infezioni da HIV dal 2010 e un calo del 60% dal picco del 1995. Purtroppo questi numeri non sono distribuiti in modo uniforme nel glob, alcune regioni del mondo sono colpite in modo sproporzionato dall’HIV. Nel 2023, ci sono stati 20,8 milioni di persone contagiate da HIV nell’Africa orientale e meridionale, 5,1 milioni nell’Africa occidentale e centrale, 6,7 milioni in Asia e nel Pacifico e 2,3 milioni in Europa occidentale e centrale e in Nord America.

Proprio dal continente africano arriva una nuova speranza.

Un recente studio clinico, condotto in Uganda e Sud Africa, su un campione di donne (le giovani donne rappresentano la popolazione più colpita dalle nuove infezioni da HIV) ha mostrato risultati promettenti per un nuovo farmaco contro l’HIV, che si somministra tramite iniezione due volte l’anno. Questo trattamento ha dimostrato un’efficacia del 100% nel prevenire l’infezione da HIV, più efficace dei farmaci PrEP (profilassi pre-esposizione) utilizzati fino a oggi. La scoperta rappresenta un importante passo avanti nella prevenzione dell’HIV, offrendo una soluzione a lungo termine che potrebbe semplificare il trattamento e migliorare l’aderenza dei pazienti rispetto ai metodi tradizionali come le pillole giornaliere.

Forse, questo nuovo farmaco ci avvicinerà all’obiettivo di UNAIDS per il 2025 di avere meno di 500.000 infezioni annue a livello globale e di porre fine all’AIDS entro il 2030.

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