In un giorno arrestate in Russia migliaia di persone che protestano contro la guerra

1700 arresti in 54 città russe è il bilancio di ieri della movimentazione popolare che crescendo contro Putin. Le persone comuni non vogliono la guerra

Aggiornamento 28 febbraio: sono adesso oltre 6mila le persone fermate dalla polizia del Paese nel corso delle proteste contro l’invasione di Kiev, a partire dal 24 febbraio. Gli agenti in assetto anti sommossa hanno trascinato via anziani, donne, ragazzi in decine di città russe. (fonte: SKY)

“Sono imbarazzato per il mio paese. Per essere onesto con voi, sono senza parole. La guerra fa sempre paura. Non vogliamo questo”, ha detto Nikita Golubev, un insegnante di 30 anni.

“Perché lo stiamo facendo?” ha aggiunto, esprimendo un sentimento di rabbia e disperazione che è stato condiviso da molti che si recano al lavoro nella centrale via Arbat.

“Non pensavo che Putin sarebbe stato disposto ad andare fino in fondo. Come possiamo bombardare l’Ucraina? I nostri paesi hanno i loro disaccordi, ma questo non è un modo per risolverli”, ha detto la moscovita Ksenia.

Sono alcuni dei commenti raccolti da The Guardian per le strade di Mosca mentre la Russia invade l’Ucraina. Il giornale riporta della situazione di malessere, sorpresa, o almeno di imbarazzo, che si percepisce nel popolo sovietico.

1700 arresti in un giorno

Era dall’arresto di Navalnyj che nel Paese non si assisteva a una sollevazione popolare di così ampio raggio, riporta Repubblica.

‘Proteste contro la guerra in Ucraina si sono svolte dal pomeriggio di oggi in 54 città del Paese, che hanno determinato l’arresto di 1700 persone, secondo quanto comunica la Ong Ovd-Info. Era dal ritorno e del successivo arresto di Aleksei Navalnyj in Russia nel gennaio dello scorso anno che non si svolgevano proteste così diffuse in tutto Paese. L’arresto allora di migliaia di persone, così come l’avvio di procedimenti giudiziari a carico degli attivisti e l’inserimento di diverse organizzazioni nell’elenco delle ong estremiste e terroriste, avevano costretto gli organizzatori delle manifestazioni a chiedere la fine delle proteste”.

C’erano già segni che i russi erano a disagio con la decisione iniziale di Putin di riconoscere le due repubbliche autoproclamate nel Donbas.

Yuri Dudt, una delle personalità mediatiche più popolari della Russia, ha detto via social che “non ha votato per questo regime” e non si riconosce nell’operato del Governo, condannandone l’operato, il suo post che ha ricevuto quasi un milione di like in 24 ore.

Un sondaggio recente del centro indipendente Levada ha mostrato che solo il 45% dei russi era favorevole alla mossa di riconoscimento che ha preceduto i drammatici eventi di giovedì mattina. Secondo i sondaggisti, il riconoscimento delle repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk è sostenuto dalla “maggioranza conservatrice” – circa il 45% della popolazione. Questo gruppo comprende principalmente persone anziane con un basso livello di istruzione e residenti di piccole comunità. Per queste persone, la retorica del presidente è convincente. Circa il 40% dei russi sono fermamente contrari e tra loro ci sono soprattutto giovani, residenti istruiti delle grandi città.

L’élite culturale e sportiva della Russia, spesso chiamata dal presidente Putin durante le campagne elettorali per raccogliere il sostegno popolare, ha anche espresso le sue profonde preoccupazioni per l’invasione della Russia.

Valery Meladze, probabilmente il cantante più amato del paese, ha postato un video emotivo in cui “implora” la Russia di fermare la guerra.

Allo stesso modo, l’internazionale di calcio russo Fyodor Smolov ha postato sul suo canale Instagram: “No alla guerra!!!”

Gli esperti ora credono che Putin abbia deciso di agire senza raccogliere l’appoggio del suo stesso elettorato, riporta sempre The Guardina. “Putin sembra totalmente indifferente all’approvazione della strada. Si sta comportando non come un politico che ha bisogno del sostegno pubblico, ma come una figura dei libri di storia nazionale che si preoccupa solo dell’approvazione dei futuri storici e lettori”, ha twittato Alexander Baunov, un analista politico del Carnegie Moscow Center.

Il sondaggio della CNN

Le opinioni dei russi sono piuttosto polarizzate e lo registra anche un sondaggio recente realizzato dalla CNN, secondo il quale la metà dei russi dice che sarebbe giusto usare la forza militare per tenere l’Ucraina fuori dalla NATO.

Un russo su due (50%) dice che sarebbe giusto, mentre solo un quarto (25%) dice che sarebbe sbagliato. L’altro quarto (25%) è incerto, secondo il sondaggio.

Ma il sondaggio ha anche scoperto che più russi pensano che sarebbe sbagliato che giusto usare la forza militare “per riunire Russia e Ucraina” – due paesi con una lunga e complicata storia di intrecci.

Il sondaggio, che ha intervistato su più di 1.000 persone in ogni Paese (anche Ucraini, che ovviamente non concordano con l’uso della guerra), è stato condotto online dal 7 al 15 febbraio, prima del riconoscimento da parte di Mosca di due repubbliche separatiste in Ucraina.

Molti in Russia credono che il loro Paese sarebbe fondamentalmente minacciato da un’ulteriore espansione della NATO in Ucraina.

Il fatto più strano è che solo il 13% dei russi pensava che il Cremlino avrebbe iniziato un’azione militare verso l’Ucraina, e solo il 31% dei russi ritiene probabile un attacco ucraino nei loro confronti. Infatti, due su tre (65%) si aspettano una fine pacifica delle tensioni tra Russia e Ucraina.

L’opinione del New York Times

Secondo il New York Times, per i russi del popolo l’invasione cominciata oggi è stata una doccia fredda: se nei sondaggi delle scorse settimane una buona parte poteva essere d’accordo con l’annessione dei territori nell’Ucraina orientale, la guerra è un altro paio di maniche.

Andare in guerra è una delle più grandi paure dei russi, secondo il Levada Center, un istituto per sondaggi indipendente. E dopo il discorso arrabbiato del signor Putin e il suo criptico incontro televisivo con il suo Consiglio di Sicurezza lunedì, i russi hanno capito che questa possibilità si stava avvicinando a diventare realtà, e il loro consenso verso le azioni del Governo potrebbe non rimanere lo stesso.

D’altro canto, proprio a questo ha fatto appello nei giorni scorsi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che parlando direttamente al popolo russo, in russo, in un discorso video pubblicato online, li ha esortati a ignorare la propaganda russa e a fare tutto il possibile per fermare una guerra che potrebbe uccidere decine di migliaia di persone.

“I russi vogliono la guerra?” Il signor Zelensky ha chiesto alla fine del suo discorso. “Vorrei tanto rispondere a questa domanda. Ma la risposta dipende solo da voi – i cittadini della Federazione Russa”.

La risposta del signor Putin è arrivata poco dopo, dicendo che avrebbe cercato di “smilitarizzare” l’Ucraina.

Molti russi sottoscrivono ancora la narrativa del Cremlino di una Russia costretta a combattere contro le potenze occidentali determinate a distruggerla. Il discorso di Putin, per tutta la sua emozione, era in sintonia con le lamentele di molti russi più anziani che ancora soffrono per la povertà che ha seguito la caduta dell’Unione Sovietica e la perdita di prestigio che l’ha accompagnata.

Ma per altri, specialmente i più giovani, una guerra e la possibilità di un’altra spirale discendente nelle relazioni con l’Occidente potrebbero significare anche perdita di quella libertà e opportunità che ora esistono in Russia.

#standwithukraine: le proteste popolari si diffondono in tutta Europa

Diceva Ralph Bunche, famoso politologo e e diplomatico statunitense: ‘Non ci sono popoli bellicosi, solo leader guerrafondai’.

Anche in questo caso, in questa guerra nel cuore dell’Europa, che mai ci saremmo aspettati di vedere, Putin ha lasciato tutti sbigottiti, persino il suo stesso popolo. Che non ci sta.

Gli arresti avvenuti ieri sono probabilmente solo una prima fotografia di quello che potrebbe avvenire, perché le poteste del popolo russo stanno trovando sponda ed eco in tutta Europa. Gli ucraini non sono soli, ma nemmeno il popolo russo e quando le sanzioni cominceranno a colpire il malumore aumenterà e si diffonderà a quella classe economica e di oligarchi che ha sempre sostenuto il presidente.

Migliaia di persone hanno manifestato ieri a Berlino, Italia, Tokyo, Libano, Polonia, Turchia, Londra, Amsterdam, Bruxelles per la pace e a sostegno dell’Ucraina. Queste proteste non si fermeranno.

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