IPCC: cosa significa e cos’è

Che cos’è l’IPCC? Di che cosa si occupa? Qual è il suo ruolo nel determinare l’avanzamento del cambiamento climatico nel mondo? Scopriamolo insieme.

A chi si interessa di climate change capita spesso di incappare nella sigla IPCC: cosa significa e che cos’è? Semplicemente, Ipcc significa Intergovernmental Panel on Climate Change, ovvero Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico, e il motivo per cui lo si incontra spesso negli articoli che trattano il tema del surriscaldamento globale è spiegato dalle attività che questo ente porta avanti.

IPCC: che cos’è

Come suggerisce il nome, l’IPCC è un organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici. La sua storia ha inizio nel 1988, quando le Nazione Unite, tramite la World Meteorological Organization (WMO) e l’United Nations Environment Program (UNEP), decidono di istituire un organo capace di approfondire il tema del climate change, di raccogliere dati e di fornire elaborazione scientifiche sulle possibili conseguenze del surriscaldamento globale.

Da allora l’IPCC si è adoperata in numerose attività, risultate poi fondamentali per comprendere il fenomeno del climate change: tutto questo chiamando a raccolta scienziati da tutto il mondo, e nello specifico quelli provenienti dai paesi membri delle Nazioni Unite (ONU) e del WMO.

Ad oggi sono 195 i paesi membri dell’Ipcc.

Struttura organizzativa

All’interno dell’IPCC ci sono tre diversi gruppi di lavoro (Working Group, anche chiamati semplicemente WG) e una Task Force:

  • il Gruppo di lavoro I (WG I) sugli aspetti scientifici del sistema clima e dei cambiamenti climatici;
  • il Gruppo di lavoro II (WG II) per valutare la vulnerabilità dei sistemi naturali e socio-economici, gli impatti dei cambiamenti climatici e le opzioni di adattamento;
  • il Gruppo di lavoro III (WG III) per valutare le opzioni di mitigazione dei cambiamenti climatici (attraverso la limitazione, il contrasto e la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra in atmosfera);
  • la Task Force sugli Inventari Nazionali dei gas a effetto serra, responsabile del programma IPCC sugli Inventari Nazionali dei gas effetto serra.

In ogni caso, l’IPCC può istituire anche altri gruppi di lavoro specifici per un argomento o una necessità, che resteranno attivi per un periodo di tempo determinato e prestabilito.

I tre gruppi di lavoro e la Task Force sono assistiti anche dal Task Group on Data and Scenario Support for Impact and Climate Analysis (TGICA), che si occupa della diffusione e dell’utilizzo dei dati climatici e degli scenari per rendere possibile la condivisione di informazioni tra i tre working group, nonché da apposite Unità di Supporto Tecnico (Technical Support Units – TSU) finanziate dal governo di ogni Paese e ospitate in un Istituto di Ricerca in quel Paese.

Ad esempio, per il 6° Rapporto di Valutazione, le TSU sono state ospitate da Francia (WG I); Germania e Sud Africa (WG II), Regno Unito e India (WG III) e Giappone (Task Force sugli inventari nazionali dei gas a effetto serra).

Le TSU, insieme al Segretariato dell’Ipcc, partecipano al Comitato Esecutivo dell’IPCC in qualità di membri consultivi e svolgono qualsiasi altro compito di assistenza richiesto dal Presidente dell’Ipcc.

Quest’ultimo è il responsabile della pianificazione, coordinazione e monitoraggio del lavoro dell’Ipcc, e si avvale della collaborazione di altri organi come:

  • Bureau IPCC: oltre che dal presidente dell’IPCC, è composta dai vicepresidenti dell’IPCC, dai copresidenti e dai vicepresidenti dei tre gruppi di lavoro e dai copresidenti della task force sugli inventari nazionali dei gas a effetto serra. Attualmente conta 34 membri.
  • Bureau per la Task Force: La Task Force on National Greenhouse Gas Inventories ha un proprio Task Force Bureau (TFB) composto da 12 membri e dai due co-presidenti della Task Force.

Inoltre, altri Enti e Istituzioni contribuiscono al lavoro dell’IPCC. I governi, ad esempio, partecipano alle Sessioni plenarie, in cui vengono prese le decisioni come:

  • Elezione del Bureau di scienziati;
  • Selezione di esperti per preparare i rapporti dell’IPCC;
  • Approvazione dei rapporti;
  • Definizione dei piani di lavoro dei WG e della Task Force;
  • Disposizioni sul mandato, le procedure e il budget.

Di cosa si occupa nel concreto l’IPCC

Oltre a chiarire che cos’è l’IPCC, è però importante ribadire anche che cosa non è l’IPCC. L’organismo non si occupa infatti di attività di ricerca. Il suo compito consiste infatti nella raccolta e nell’analisi delle informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche a proposito del cambiamento climatico in modo da produrre delle valutazioni a riguardo.

Fin dalla sua istituzione è questo il suo compito principale: revisionare lo stato delle conoscenze scientifiche dei cambiamenti climatici, del loro impatto sociale ed economico a livello globale, includendo nell’analisi anche le possibili strategie di risposta. Nel 1988 questo doveva infatti servire per offrire elementi di discussione per una probabile futura convenzione internazionale sul clima. Infatti, di lì a poco sarà prodotto il Primo Rapporto di Valutazione e, a seguire, il Rapporto supplementare IPCC del 1992 che sarà fondamentale per contribuire al dibattito dell’Earth Summit tenutosi a Rio de Janeiro.

Oggi il ruolo dell’IPCC è anche quello “di valutare su una base globale, obiettiva, aperta e trasparente le informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche rilevanti per comprendere i rischi dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo, i potenziali impatti e le opzioni di adattamento e mitigazione“.

L’attività principale dell’IPCC consiste quindi nel rendere noti i suoi resoconti attraverso i Rapporti di Valutazione scientifica sullo stato delle conoscenze nel campo del clima e dei cambiamenti climatici (Assessment Reports).

L’IPCC può inoltre redigere anche Rapporti Speciali (Special Reports) e Articoli Tecnici (Technical Papers) su argomenti specifici, designati in base al loro interesse scientifico, in modo da dare supporto alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change – UNFCCC).

I Rapporti di Valutazione Ipcc

Nel corso dei suoi oltre 30 anni di lavoro, l’IPCC ha prodotto diversi Rapporti di Valutazione.

Primo Rapporto di Valutazione (1990)

Il primo rapporto IPCC, insieme al suo supplemento reso noto nel 1992, ha messo in risalto il ruolo centrale dell’anidride carbonica sull’effetto serra naturale: le attività umane hanno infatti innalzato la produzione di CO2, aumentando la concentrazione di gas serra nell’atmosfera.

Secondo Rapporto di Valutazione (1995)

Il Secondo Rapporto di Valutazione, chiamato anche Climate Change 1995, ha ribadito che l’anidride carbonica prodotta dalle attività umane è la responsabile dell’alterazione del clima terrestre e che è necessaria una riduzione delle emissioni per stabilizzare la concentrazione dei gas serra. Il rapporto è stato un contributo importantissimo per il Protocollo di Kyoto (1997), il trattato internazionale in materia ambientale riguardante il surriscaldamento globale in occasione della Conferenza delle parti COP3 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).

Terzo Rapporto di Valutazione (2001)

Si tratta del primo Rapporto in cui viene inserita la Task Force sugli inventari nazionali dei gas serra. Non solo: per la prima volta, i modelli predittivi sono considerati più precisi e attendibili. Il rapporto ha comunque messo in luce che la maggior parte del riscaldamento osservato negli ultimi 50 anni è di origine antropica e che questo causerà un impatto sul clima, sull’innalzamento delle temperature e del livello del mare.

Quarto Rapporto di Valutazione (2007)

Benché molto dibattuto, il Quarto Rapporto mette in luce le principali modifiche nell’atmosfera, dove è aumentata la concentrazione di anidride carbonica, metano e ossido di diazoto. Mostra inoltre quanto il Pianeta sia interessato da un eccessivo riscaldamento, con conseguente aumento delle ondate di caldo, di uragani intensi e riduzione dell’estensione media di ghiacciai e della copertura nevosa.

Quinto Rapporto di Valutazione (2013-2014)

Il rapporto ritiene che il riscaldamento dell’atmosfera e del sistema oceanico sia ormai da considerare inequivocabile, e che dietro tutto questo c’è l’attività umana. La concentrazione di gas serra nell’atmosfera è infatti aumentata a livelli impressionanti e se non si riducono le emissioni sarà molto difficile ristabilire un equilibrio.

Sesto Rapporto di Valutazione (2021-2022)

Il Sesto Rapporto IPCC è suddiviso in quattro volumi. Il primo è stato pubblicato nel 2021, gli altri tre sono previsti nel 2022. Il rapporto analizza quello che potrebbe accadere nei prossimi decenni, mettendo in luce la necessità di un’azione urgente per affrontare i rischi crescenti e di salvaguardare e rafforzare la natura. Con la pubblicazione del Rapporto di Sintesi, che sarà effettuata a settembre 2022, il Sesto Rapporto di Valutazione fornirà la valutazione più completa delle informazioni scientifiche relative al cambiamento climatico nella storia dell’IPCC.

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