La Legge sulla deforestazione, ufficialmente conosciuta come Regolamento (UE) 2023/1115 (EUDR) è stata adottata dal Parlamento europeo il 19 aprile 2023 e mira a combattere la deforestazione e il degrado forestale associati alla produzione di beni commercializzati nell’Unione Europea. Questa normativa rappresenta un passo significativo nella lotta contro i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, imponendo alle aziende di garantire che i prodotti immessi sul mercato dell’UE non provengano da terreni disboscati irregolarmente dopo il 31 dicembre 2020.
Moltissimi prodotti introdotti nell’Unione europea sono colpevoli di quella che viene definita ‘deforestazione incorporata’, cioè quella deforestazione, che avviene soprattutto in aree tropicali, che deriva dalla conversione di foreste a suolo per agricoltura o per allevamento.
Per citare un dato, tra il 2005 e il 2018, le importazioni europee di prodotti agroforestali hanno causato la perdita di 2.7 milioni di ettari di terreni forestali.
Applicazione del regolamento
Il regolamento si applica a diverse materie prime, tra cui carne bovina, cacao, caffè, olio di palma, soia, legno e gomma. In particolare, soia, olio di palma e carne bovina sono i tre principali prodotti con deforestazione incorporata dell’Unione europea.
Il regolamento obbliga le imprese a dimostrare attraverso un processo di due diligence (verifica puntuale) che i loro prodotti non sono stati associati a pratiche di deforestazione o degrado forestale. Questo richiede una tracciabilità rigorosa e la conformità con le leggi locali nei paesi di origine. Tuttavia, in risposta alle preoccupazioni sollevate da vari attori economici riguardo alla tempistica per l’adeguamento alle nuove norme, il Parlamento europeo ha recentemente votato per rinviare l’applicazione delle disposizioni.
Le grandi aziende dovranno conformarsi entro il 30 dicembre 2025 (anzichè dicembre 2024), mentre le micro e piccole imprese avranno tempo fino al 30 giugno 2026. Questo rinvio è stato concepito per garantire una transizione più fluida e consentire alle aziende di adeguarsi senza compromettere gli obiettivi della legge. Il regolamento introduce anche una nuova categoria di paesi “senza rischio” di deforestazione, che saranno soggetti a requisiti meno severi rispetto ad altri paesi classificati in base al livello di rischio associato alla deforestazione. Questa classificazione si applica a paesi con uno sviluppo stabile o crescente delle aree forestali.
In sintesi, la Legge sulla deforestazione rappresenta un’importante iniziativa dell’Unione Europea per promuovere pratiche commerciali sostenibili e ridurre l’impatto ambientale della produzione agricola e forestale, le autorità nazionali saranno responsabili dei controlli, con l’obiettivo di garantire che almeno il 9% degli operatori sia sottoposto a verifica annuale.
L’impatto dalla deforestazione
La deforestazione è responsabile, da sola, dell’11 % delle emissioni di gas a effetto
serra, come dichiarato nella relazione speciale sui cambiamenti climatici e sul suolo del
Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel
on Climate Change – IPCC).
Lo sottolinea lo stesso Parlamento europeo nell’ambito del documento, insieme a molti altri elementi di rischio derivanti dalla deforestazione, come il contributo importante alla crisi climatica, al riscaldamento globale, all’aumento dei rischi di nuove pandemie ed epidemie, la riduzione della resilienza degli ecosistemi, la riduzione delle biodiversità.
I paesi a rischio zero
Il Regolamento dell’Unione Europea sulla deforestazione introduce nuove categorie di rischio per la deforestazione, classificando i paesi produttori in tre fasce: alto, standard e basso rischio. Questa classificazione è fondamentale per orientare i controlli da parte degli Stati membri e per semplificare le procedure di due diligence per le aziende. In particolare, il regolamento prevede che le importazioni da aree ad alto rischio di deforestazione e degrado forestale siano soggette a controlli più rigorosi. Le aziende devono dimostrare che i loro prodotti non derivano da pratiche di deforestazione illegali o che non sono stati prodotti in violazione delle leggi locali. La Commissione Europea fornirà indicazioni sui livelli di rischio associati ai vari paesi, consentendo alle aziende di condurre una due diligence semplificata in caso di condizioni favorevoli.
Inoltre, è stata introdotta una nuova categoria denominata “rischio zero”, che identifica i paesi con un basso o nullo rischio di deforestazione. Questa categoria consente alle aziende di gestire in modo più semplice le pratiche di due diligence per i prodotti provenienti da queste nazioni, riducendo gli oneri burocratici. Queste nuove categorie di rischio sono parte della strategia dell’UE per garantire che i prodotti immessi sul mercato europeo non contribuiscano alla deforestazione globale e al degrado forestale, promuovendo al contempo pratiche commerciali sostenibili.
Le sfide aperte per il settore agricolo e alimentare
Inutile negare che questo regolamento avrà un impatto significativo sui settori agricoli e alimentari (proprio questo ha determinato il rinvio dell’obbligatorietà al prossimo anno), introducendo requisiti rigorosi che molte aziende avranno difficoltà a verificare e rispettare. Per le aziende che già da tempo hanno adottato sistemi di tracciabilità sarà molto più semplice, per quelle che non l’hanno ancora fatto, il momento è decisamente arrivato e va affrontato senza indugi.
Sicuramente anche la tecnologia potrà aiutare nella implementazione di sistemi di monitoraggio e certificazione, così come la revisione dei processi e delle pratiche agricole, serviranno investimenti e anche una forte spinta all’innovazione per rivedere strategie di approvvigionamento e l’individuazione di fornitori che rispettano criteri di sostenibilità.
Inoltre, l’EUDR potrebbe portare a cambiamenti nelle dinamiche commerciali. Le aziende potrebbero ridurre le importazioni da paesi considerati ad alto rischio di deforestazione, influenzando le catene di approvvigionamento globali. Ciò potrebbe comportare una maggiore pressione sui produttori nei paesi terzi per adottare pratiche agricole più sostenibili e conformi alle normative europee.
Le piccole e medie imprese (PMI) potrebbero affrontare sfide particolari nell’adattarsi a questi nuovi requisiti. Sebbene il regolamento preveda un periodo di transizione più lungo per le micro e piccole imprese, la necessità di adeguarsi alle nuove norme potrebbe comunque rappresentare un onere significativo. Le PMI potrebbero dover investire in formazione e risorse per garantire la conformità, il che potrebbe influenzare la loro competitività sul mercato.
Infine, l’EUDR potrebbe anche influenzare i prezzi dei prodotti agricoli. L’aumento dei costi operativi legati alla conformità alle nuove normative potrebbe riflettersi sui prezzi al consumo. Tuttavia, nel lungo termine, l’adozione di pratiche agricole più sostenibili potrebbe contribuire a stabilizzare i mercati e ridurre i rischi associati alla deforestazione.
La tecnologia corre in aiuto
Il monitoraggio delle catene di approvvigionamento sta diventando sempre più cruciale in risposta alle normative recenti sulla sostenibilità, diverse tecnologie e approcci sono stati sviluppati per migliorare la tracciabilità e la responsabilità lungo l’intera filiera e potranno rivelrsi utili anche per il Regolamento dell’Unione Europea sulla deforestazione.
Diverse soluzioni tecnologiche, tra cui Blockchain, Geographic Information Systems (GIS) e monitoraggio satellitare, svolgono un ruolo cruciale nel garantire la tracciabilità e la sostenibilità delle catene di approvvigionamento. La Blockchain offre un sistema sicuro e trasparente per registrare ogni transazione lungo la filiera. Questo permette di tracciare l’origine delle materie prime e di garantire che non provengano da aree deforestate. La registrazione immutabile delle informazioni consente alle aziende di dimostrare la conformità alle normative e di fornire prove verificabili sulla sostenibilità dei loro prodotti. I GIS e il telerilevamento sono altre tecnologie chiave che consentono il monitoraggio in tempo reale delle foreste. Questi strumenti permettono di raccogliere dati geospaziali dettagliati, facilitando l’identificazione di aree a rischio di deforestazione e la valutazione della salute degli ecosistemi forestali. Attraverso piattaforme come Global Forest Watch, è possibile monitorare anche piccole aree di deforestazione, rendendo più accessibile l’analisi del rischio ambientale per le aziende.
Inoltre, il monitoraggio satellitare è fondamentale per raccogliere informazioni sulle attività agricole e sui rischi di deforestazione associati. Iniziative come quella di Fairtrade, che utilizza dati satellitari per monitorare le aziende agricole, dimostrano come queste tecnologie possano aiutare a soddisfare i requisiti normativi e a garantire pratiche agricole sostenibili.
Infine, impossibile non menzionare l’uso di Big Data e algoritmi di Intelligenza Artificiale che consentono alle aziende di analizzare grandi volumi di dati per effettuare previsioni e identificare potenziali rischi nella catena di approvvigionamento. Queste tecnologie possono migliorare notevolmente la capacità delle aziende di condurre valutazioni del rischio accurate e tempestive.