OVS punta su inclusione e upcycling

Un'idea rivoluzionaria: non produrre nulla di nuovo. Simone Colombo, responsabile della CSR per OVS, ci racconta la nuova inziativa di inclusione lavorativa e upcycling del noto marchio italiano di abbigliamento

Integrazione sociale e lavorativa all’insegna dell’economia circolare. OVS lancia progetto RE-UP per il recupero di capi invenduti secondo i principi dell’upcycling e personalizzati dai giovani di Valemour, generatore d’impresa della fondazione veronese “Più di un Sogno” che favorisce l’inserimento lavorativo di persone con disabilità intellettiva, coltivando la relazione tra imprese profit e non profit. RE-UP includerà tutti i progetti OVS che realizzeranno l’idea di circolarità in senso più ampio, sia ambientale sia sociale.

Ne abbiamo parlato con Simone Colombo, responsabile della CSR per OVS.

OVS S.p.A. è il leader in Italia nel mercato dell’abbigliamento donna, uomo e bambino con una quota di mercato del 9,4%. E’ presente con 2.000 negozi in Italia e all’estero attraverso i marchi OVS, UPIM e Stefanel. Quotato alla Borsa Italiana da marzo 2015, ha chiuso il 2022 (esercizio terminato al 31 gennaio 2023) con vendite nette pari a Euro 1.513 milioni di Euro.

Colombo, nel dettaglio in che cosa consiste il progetto con Valemour?

RE-UP è un progetto nato da un workshop rivolto ai designer di OVS a cui è stato chiesto di sviluppare una collezione che rispondesse ai principi dell’eco-design. La proposta vincente aveva un’idea forte alla base: non produrre nulla di nuovo. RE-UP è infatti una collezione composta da capi invenduti e ricondizionati, nello specifico t-shirt e denim, personalizzati con la tecnica dripping, ispirata alle opere di Jackson Pollock, che consiste nel l’applicazione di schizzi di vernice sui capi. A rendere ogni capo un pezzo unico sono stati i giovani di Valemour, che nasce per favorire l’inserimento lavorativo di persone con disabilità intellettiva coltivando la relazione tra imprese profit e non profit. Inoltre le tinture utilizzate sono Recycrom, brevettate da Officina +39, nate da un processo di riciclo degli scarti tessili da cui vengono ricavati dei pigmenti colorati. RE-UP sintetizza perfettamente l’idea di circolarità.

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Il video di Re-Up

In che tipo di attività lavorative verranno inserite le persone coinvolte nel progetto?

La collezione è nata da uno stretto dialogo tra OVS e Valemour, perciò, abbiamo studiato l’intervento artistico tenendo conto delle capacità delle persone coinvolte. A ciascuno è stato assegnato un compito: applicazione del colore con schizzi di vernice sui capi, utilizzo della pressa a caldo per fissare il colore, preparazione dei capi per la spedizione. Un piccolo gruppo è stato anche coinvolto nelle attività per la campagna di comunicazione e ha partecipato allo shooting fotografico e alle riprese video sul set.

Come si inserisce RE-UP nella strategia di sostenibilità di OVS?

Il progetto è uno di quelli chiave della nostra strategia di circolarità che punta a indirizzare attività concrete in tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto, dal design alla scelta dei materiali, dal recupero degli scarti produttivi al riuso dei capi usati, passando per la riduzione degli scarti e l’efficace riutilizzo dell’invenduto. Nel corso degli ultimi anni abbiamo avviato alcune attività in questi ambiti, l’intento è renderle sempre più integrate nei consueti processi produttivi.

La collezione Re-Up è in vendita nei negozi OVS dallo scorso 9 maggio

Che altre iniziative di sostenibilità ha messo in campo OVS?

Ci muoviamo su due binari. Da un lato azioni pervasive che riguardano l’intera filiera produttiva di OVS, un esempio su tutti è l’obiettivo di ridurre del 46,2% le emissioni di CO2 entro il 2030 approvato da Science Based Targets initiative, da cui dipendono tutte le scelte in termini di scelte di prodotto e gestione della catena di fornitura come la scelta di materiali più sostenibili, organici per le fibre rinnovabili e riciclati per quelle non rinnovabili, e la sperimentazione di lavorazioni dei capi a ridotto impatto. Dall’altro lato ci impegniamo in progetti più piccoli, ma molto innovativi che pensiamo possano fare da traino per un cambiamento più strutturale.

Uno dei pilastri delle strategie di sostenibilità è sicuramente quello relativo all’abbattimento del gender gap. Voi come vi state muovendo?

Il Gender Pay-Gap in OVS è del 1,85%, contro una media in Italia del 5% (dati 2021 di Eurostat). Seppure contenuto, è oggetto di politiche interne volte all’eliminazione graduale delle differenze. Per i ruoli di sede non si registra una differenza salariale di genere rilevante e per i ruoli di negozio la differenza è in progressivo miglioramento, grazie anche a uno specifico programma di crescita professionale per le donne nel ruolo di Store Manager.

Iniziative in cantiere all’insegna della sostenibilità e circolarità?

Nel 2022 abbiamo gettato le basi del prossimo futuro. È stato un anno di sperimentazioni di modelli di business più sostenibili che, seppur nella forma di una piccola collezione, rappresentano laboratori di innovazione fondamentali per valutarne la scalabilità. Mi riferisco a OVS Cotone Italiano, per cui abbiamo attivato una filiera interamente italiana per la produzione di una collezione di t-shirt, seguendo il processo dal campo allo scaffale, e RE-UP, appunto, la prima collezione di upcycling di OVS. Entrambi questi progetti rappresentano le direzioni in cui vogliamo andare: miglioramento della strategia di approvvigionamento dei materiali e ricerca di nuove forme per prolungare la durata dei capi. Inoltre, nel corso del 2022 abbiamo avviato un altro importante progetto che riguarda la creazione di un polo di innovazione tecnologica e un centro multifunzione in ottica di sostenibilità ed economia circolare in Puglia. In questo centro OVS concentrerà gran parte del suo programma di sviluppo di progetti ad alto contenuto digitale e un innovativo impianto che sosterrà lo sviluppo del Gruppo sui temi che riguardano il riutilizzo dei capi in chiave di economia circolare.

Approfondisci il Bilancio di Sostenibilità OVS.

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