Paolo Priolo, così è nato il nostro bracciale fatto a mano e sostenibile

Il nuovo brand Pienosole e la bellezza di porsi dei limiti

Per parlare di un bracciale partiamo dal sushi. Jiro e l’arte del sushi è un docu-film in cui si racconta la storia (e l’ossessione) del più importante shokunin, maestro nell’arte del preparare il sushi, Jiro Ono, la cui filosofia di vita e professionale è che per ambire alla perfezione bisogna partire dal porsi un limite, che nel suo caso è stato limitarsi a preparare solo sushi per tutta la vita, ma in questo diventare l’eccellenza.

Non è comune e non è semplice sposare questa filosofia controcorrente, non lo è per le persone e tantomeno per un’azienda, richiede propensione all’approfondimento, persino alla disciplina, eccentricità.

E’ la strada scelta da PIENOSOLE, un nuovo brand milanese che propone esclusivamente bracciali da uomo fatti a mano, sostenibili, 100% Made in Italy, fondato da Paolo Priolo ed Emanuela Carelli (soci anche nella vita).

Per Paolo Priolo, che ha un eclettico percorso professionale che passa attraverso la collaborazione con grandi aziende e precedenti esperienze imprenditoriali (ha fondato anche il magazine Klat), PIENOSOLE nasce dal desiderio di creare un brand rigorosamente italiano e sostenibile, capace di incarnare un certo stile, vagamente vintage, che si riflette anche nel nome: Pienosole arriva da Plein Soleil, un film del 1960 ambientato tra Roma, Napoli, Ischia e Procida negli anni della dolce vita.

“La parola ha un suono squisitamente italiano, con il sole che evoca subito l’Italia, – dice Paolo Priolo – e allo stesso tempo richiama la natura nella sua pienezza e vitalità. In questo senso, il nome è innanzitutto una dichiarazione d’amore nei confronti del sole e del pianeta in cui viviamo. Il marchio nasce dal desiderio di portare il Made in Italy al massimo grado di sostenibilità. Un desiderio che si esprime nella scelta radicale di focalizzarsi su un unico prodotto, il bracciale da uomo, e che scaturisce da un pensiero: la bellezza di porsi dei limiti. Porsi dei limiti per produrre di meno, nel miglior modo possibile, con il gusto delle cose ben fatte e il minor impatto sull’ambiente”.

Dentro il bracialetto PIENOSOLE c’è quindi un concept ben specifico, che è quello di guardare alla vita in modo differente.

Il concetto di porsi dei limiti secondo noi non è solo giusto e doveroso, è proprio bello, seducente, genera valore, empatia, passione e rispetto.

“Ovviamente, non si tratta di porre dei limiti ai propri sogni o alle proprie ambizioni, significa essere più responsabili e consapevoli di ciò che si fa, degli effetti che ne seguono; vuol dire misurare la qualità del proprio prodotto o servizio in relazione all’impatto che ha sull’ambiente, “contenersi” per fare sempre meglio, in modo sempre più accurato, in regime di efficienza, senza sprecare risorse (naturali, economiche) inutilmente.  In questo senso, porsi dei limiti significa essere più ambiziosi, più coraggiosi, più selettivi, più rispettosi, più resistenti“.

I bracciali PIENOSOLE sono prodotti artigianalmente in Italia, utilizzando solo materiali di primissima qualità e a basso impatto ambientale. “Per questa prima collezione volevamo creare un bracciale essenziale, ma fatto con grandissima cura. – continua Paolo – Il nostro obiettivo era quello di unire la qualità del prodotto realizzato artigianalmente in Italia, che ha delle caratteristiche uniche, universalmente riconosciute, a un’attenzione speciale per l’impatto ambientale. Abbiamo lavorato su più livelli, riducendo al minimo l’impiego di energia e materie prime. È inutile e dannoso produrre merci in eccesso che non rispondano a una domanda reale.

“Parecchio sforzo lo abbiamo dedicato alla ricerca dei materiali e dei relativi fornitori. Noi abbiamo scelto la vera pelle pieno fiore conciata interamente al vegetale per realizzare il cinturino, l’acciaio Inox per la fibbia, le vernici ad acqua per colorare i bordi del bracciale e una speciale carta ecologica per le scatole. Tutti i materiali che abbiamo selezionato per produrre non solo il bracciale in ogni sua parte (cinturino, fibbia, vernici), ma anche la scatola, sono il risultato di una ricerca che ha richiesto diversi mesi. Non è stato facile trovare le soluzioni più adatte al progetto rivolgendoci esclusivamente a fornitori e artigiani italiani in grado di garantire elevati standard qualitativi a un costo non proibitivo. Per noi però il 100% Made in Italy era un driver fondamentale, così siamo andati molto a fondo con la ricerca e alla fine siamo riusciti a trovare i fornitori giusti, in varie parti d’Italia: per la pelle collaboriamo con il Consorzio ‘Vera pelle italiana conciata al vegetale’ che ha sede in Toscana tra Firenze e Pisa; per la fibbia in acciaio inox un produttore in provincia di Vicenza; la confezione è realizzata da un’azienda di Pollenza, in provincia di Macerata, specializzata nelle confezioni di lusso sostenibili. E tutto questo nostro percorso sarà presto raccontato da un’etichetta su blockchain per la tracciabilità totale del prodotto”.

PIENOSOLE utilizza per la realizzazione dei bracciali pelle vera, scelta che per molte persone stride con l’idea di sostenibilità.

“La scelta della vera pella conciata al vegetale per il cinturino non è stata immediata. – ci spiega Paolo – Prima abbiamo valutato l’ecopelle e alcuni materiali rigenerati, ma non ci convincevano né dal punto di vista ecologico, né da quello estetico. Poi, analizzando il ciclo di vita della pelle, ci siamo resi conto che la soluzione migliore era la vera pelle pieno fiore conciata interamente al vegetale: un prodotto di pregio con una lunga storia italiana alle spalle, toscana in particolare, ecocompatibile, naturale e perfettamente in linea con i principi dell’economia circolare. Molti ancora non sanno che l’industria conciaria fa un lavoro assai prezioso: trasforma gli scarti dell’industria alimentare, valorizza le pelli della carne bovina che mangiamo tutti i giorni. Senza le concerie, ci sarebbero tonnellate di pelli bovine da smaltire e un conseguente costo economico e ambientale, molto elevato, da sostenere. Se poi la concia è al vegetale, come nel nostro caso, il valore ecologico cresce perché per trattare la pelle si utilizzano solo tannini naturali, nessuna sostanza tossica, niente coloranti azoici, nichel, pentaclorofenolo e cromo VI, nocivi per l’essere umano e per l’ambiente. Una volta finito il suo ciclo di vita, la vera pelle conciata interamente al vegetale può essere smaltita con facilità grazie alle sue caratteristiche chimico-biologiche. Un discorso analogo si può fare per l’acciaio Inox delle nostre fibbie, riciclabili al 100%, fatte in Italia in un certo modo, è stato difficilissimo trovarle. Ci sono costate tanto, ma fanno la differenza. Anche la carta utilizzata per le scatole è frutto di una ricerca molto attenta: abbiamo scelto una carta certificata FSC derivata da cellulosa riciclata e scarti del cuoio, bellissima, prodotta con il 100% di energia verde e coerente con tutto il progetto”.

Secondo te, fino a che punto ci si può spingere con la sostenibilità? Il cosiddetto “impatto zero” esiste?

“La sostenibilità non è un concetto da radicalizzare, una forma di estremismo ideologico; è una buona pratica, un processo da sviluppare al suo massimo grado, con la consapevolezza che oltre un certo livello non si può andare. Ogni progetto ha un suo limite in termini di sostenibilità, una soglia da raggiungere che consente di ridurre al minimo il suo impatto ambientale, senza azzerarlo: anche il miglior prodotto avrà comunque degli effetti negativi sull’ambiente, pur ridottissimi. Non esiste un prodotto che sia davvero a impatto zero, è un’utopia, un’illusione. Il nostro obiettivo è quello di portare il Made in Italy al massimo grado di sostenibilità, vogliamo cioè ridurre al minimo l’impatto che i nostri prodotti hanno sull’ambiente, raggiungendo quel limite di cui parlavo”.

Qui il sito di Pienosole.

(Photo credits: Alessio Jacona)

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