Paramount: promuovere l’accessibilità come un valore aziendale

Ecco il progetto di Paramount è stato premiato per l’attenzione rivolta all’accessibilità e l’impegno ad abbattere ogni tipo di discriminazione. Ne abbiamo parlato con Elena Gallo, VP Paramount+ e Global Distribution International HR

Il nome di Paramount viene immediatamente associato all’intrattenimento, proposta dal Gruppo in molteplici settori, che vanno dal cinema alla televisione, dall’editoria ai media digitali. Di recente, durante i British Diversity Awards 2025, ha ricevuto il significativo riconoscimento “Global Diversity Initiative of the Year” al proprio percorso di responsabilità sociale.
Il premio celebra il progetto “Disability Knows No Discrimination”, un’iniziativa innovativa realizzata contemporaneamente in Italia, Francia e Spagna, che ha coinvolto oltre 300 collaboratori di Paramount: l’obiettivo era quello di sensibilizzare sul tema dell’accessibilità e contribuire concretamente all’abbattimento delle barriere architettoniche, sia all’interno che all’esterno dell’azienda.

Logo British Diversity Awards

Guidata da Wincie Knight, SVP dell’Office Global Inclusion di Paramount International Markets, ed Elena Gallo, VP Paramount+ e Global Distribution International HR, l’iniziativa si è distinta per la sua originalità e per l’approccio pratico. Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Elena Gallo, che ha offerto una panoramica a più ampio respiro sul ruolo di una multinazionale che opera nel settore dell’intrattenimento.

Un impegno che va oltre il singolo progetto

Paramount ha una varietà di intrattenimento estremamente ampia: l’impegno, ci viene spiegato, è quello di offrire contenuti per tutti i tipi di pubblico, attraverso canali lineari o piattaforme streaming: dagli adulti, fino ai bambini e ai teenager, verso i quali si avverte anche una responsabilità di tipo educativo.
La Media Company non propone contenuti di tipo politico o giornalistico ma, per qualsiasi tipo di intrattenimento e pur nella differenza dei target, emerge comunque un filo conduttore, un’attenzione a ciò che si dice e agli utenti a cui ci si rivolge: si tratta di una costante per tutti gli argomenti, anche quelli che sembrano più dirompenti.

Nel suo ruolo all’interno delle Risorse Umane, Elena Gallo sottolinea la consapevolezza delle scelte editoriali che vengono prese e dei contenuti che il network veicola, con l’ambizione di portare messaggi che influenzino positivamente qualsiasi aspetto della vita. Come è avvenuto anche nel passato dell’azienda, ricordando l’impegno di MTV che con la campagna “Io Voto” aveva sensibilizzato i ragazzi sull’importanza di andare a votare.
Viene ribadito come “la responsabilità e l’influenza che noi come azienda editoriale mediatica possiamo avere è sicuramente il primo tassello: in particolare abbiamo sempre cercato di valorizzare l’inclusività, in tutti i suoi aspetti, senza incanalarci in qualcosa di particolare”.

Emerge poi l’attenzione nei confronti di tutti coloro che lavorano all’interno dell’azienda: il dialogo con il personale assume un valore importante per capire quali direzioni intraprendere e come rispondere ai bisogni reali. “Il nostro approccio è quello di ascoltare, a partire proprio dai nostri collaboratori, che sono gli attori sociali nelle città in cui vivono, per intraprendere poi azioni che siano realmente utili”, ribadisce la manager italiana: “a volte, in alcuni momenti formativi, coinvolgiamo pure i figli dei nostri collaboratori, perché l’idea è di creare una sorta di meccanismo virtuoso, in grado di avviare un movimento positivo, che in qualche modo si propaga molto al di là delle 150 persone che lavorano qui”.

Per la parità di genere e contro il bullismo

Non c’è perciò solo la creazione di benefici per i propri collaboratori, ma piuttosto di un valore che abbia un impatto sociale. Tutto ciò, ci viene ribadito, per rispondere a delle necessità vere: vincere i premi o ricevere certificazioni fa piacere, ma è secondario.
Va comunque sottolineato che Paramount Global Italia ha recentemente ottenuto anche la Certificazione di Parità di Genere, assegnata da Bureau Veritas Italia: il riconoscimento sancisce l’impegno della media company, fra le prime in questo settore, nella promozione di una cultura inclusiva, che considera diversità, equità e appartenenza, elementi fondamentali del proprio percorso aziendale. È un risultato che è frutto di anni di dedizione e investimenti in iniziative di sostenibilità sociale, che hanno portato l’azienda a promuovere l’equilibrio tra vita privata e professionale, a sostenere la genitorialità, a garantire l’equità salariale e a contrastare ogni forma di violenza di genere.

Proprio su quest’ultimo aspetto va ricordata la campagna contro il bullismo realizzata dal canale Super! in collaborazione con Mattel e l’associazione Fare X Bene: il progetto, rivolto alle scuole italiane, ha affrontato le tematiche della violenza tra pari, del bullismo e del cyberbullismo, fenomeni sempre più diffusi tra i banchi di scuola e sui dispositivi digitali di bambini e adolescenti.
Il progetto non è naturalmente legato a un singolo giorno, ma è un messaggio che il canale Super! porta avanti da tanti anni in maniera costante: è attiva da tempo la collaborazione con l’influencer Iris Di Domenico, con la quale il personale di Paramount è andato nelle scuole, anche insieme all’associazione Fare X Bene, che si è poi recata anche presso la sede del Gruppo.

Logo canale Super! di Paramount

È stato chiesto ai bambini di scrivere delle lettere in cui raccontare le loro esperienze, in cui pensano di aver subito atti di bullismo, oppure per dare loro stessi una definizione: quello che è emerso è stato portato sul canale Super!, con una serie di video clip di sensibilizzazione rivolte a bambini e adolescenti, utilizzando un linguaggio diretto a loro, in modo che il canale potesse diventare una sorta di interlocutore a loro pari, e contribuisse a portare un messaggio di sensibilizzazione a un pubblico più vasto possibile.

Dopo aver affrontato negli anni precedenti i temi di genere, di orientamento sessuale, di equità all’interno del contesto lavorativo, dal 2024 Paramount si è focalizzata maggiormente sull’ambito dell’accessibilità, che riguarda una popolazione estremamente ampia, molto più di quello che si creda.

Un progetto in due fasi per un impatto reale

Se si considerano gli ultimi dati forniti da Eurostat, includendo anche le neurodivergenze, si parla del 24% della popolazione europea con una qualche forma di disabilità, che per alcuni può anche essere temporanea, a seguito di un incidente. Se si guarda alla fascia degli ultrasessantenni il dato sale a circa il 65%. “Il tema accessibilità è molto ampio, soprattutto nel Sud Europa”, afferma Elena Gallo: “mi pare che vediamo ben poche persone con disabilità in giro, perché stanno dentro casa, in quanto le nostre città non sono accessibili”.
L’iniziativa “Disability Knows No Discrimination” si è quindi sviluppata in due momenti distinti: prima di tutto si sono realizzati dei percorsi formativi di sensibilizzazione condotti con partner locali e relatori esterni, che hanno dato sia una maggiore consapevolezza sulle difficoltà quotidiane delle persone con disabilità, sia indicazioni pratiche su come contribuire individualmente ad eliminare tali sfide. In Italia, la formazione è stata affidata a Francesca Vecchioni, Presidente e Fondatrice della fondazione no-profit Diversity, e Marina Cuollo, scrittrice, speaker TEDx e consulente in ambito diversità e inclusione.

Nella seconda fase, il personale coinvolto ha partecipato a un innovativo “Mappathon”, una vera e propria gara di mappatura a impatto sociale, guidato da Petru Capatina, Fondatore e CEO di WeGlad: “abbiamo scelto questo partner, con cui avevamo già collaborato durante la nostra Inclusion Week, anche per le caratteristiche dell’app WeGlad, utilizzabile ovunque a livello internazionale”.
È come una sorta di Waze dove, invece di comunicare un incidente o il traffico sulle strade, viene segnalata una barriera architettonica: questo permette alle persone che hanno qualche difficoltà o disabilità di movimento, di sapere che strada fare per evitare di trovarsi bloccati. Gli oltre 300 partecipanti fra Italia, Francia e Spagna hanno dunque identificato e classificato diversi tipi di ostacoli fisici nelle loro città, contribuendo così a rendere le strade più accessibili per tutti e trasformando la sensibilizzazione in azione concreta.

“Garantire alle persone con disabilità la possibilità di muoversi autonomamente ha un impatto profondo sulla società, favorendo la condivisione della conoscenza, la nascita di nuove idee e l’accesso alle opportunità”, ha commentato Elena Gallo, sottolineando come il progetto non si sia limitato a sensibilizzare, ma abbia anche contribuito a fornire soluzioni tecnologiche concrete.

Parlare di accessibilità non riguarda solo il numero di rampe, scale, ostacoli, ma implica un ripensamento di luoghi, prodotti e servizi rivolti davvero a tutte le persone. L’esperienza di Paramount insegna che l’inclusione non è solo una questione etica, ma rappresenta un valore strategico per le aziende che vogliono essere protagoniste del cambiamento sociale. Un messaggio potente che, ci auguriamo, possa ispirare molte altre realtà a seguire questo esempio.

Paramount

In copertina: Elena Gallo insieme a Wincie Knight

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