In provincia di Vicenza, tra i comuni che costituiscono l’hinterland del capoluogo, c’è Costabissara e più o meno 7.400 costabissaresi. Poco lontano dalla chiesa parrocchiale sorge una villa veneta, Villa Donà, con la sua barchessa (edificio rurale di servizio), il suo parco e il brolo (frutteto), abbandonata da 50 anni e fino al 2020, destinata a rimanerlo.
Parco delle Stagioni è il progetto di rivalorizzazione della storica villa Donà di Motta di Costabissara e del luogo che la ospita. È anche il nome dell’impresa sociale nata nell’ottobre del 2021, che qui troverà la sua sede operativa non appena i lavori di restauro saranno conclusi.
Il progetto nasce da una famiglia di Vicenza dotata della forza motrice dell’entusiasmo e di una volontà condivisa: ridare vita a un luogo molto bello del territorio e aprirlo alle persone condividendone la bellezza, sostenuti da un approccio equo e inclusivo.
The Good in Town ha incontrato Sara Rigon, una dei 4 soci, che con un entusiasmo contagioso ci ha raccontato il progetto e come è nato.
“Ho allenato la mia propensione all’empatia lavorando come consulente di marketing e comunicazione – esordisce – solo se riesci a metterti nei panni degli altri, riuscirai a capire quale è il modo giusto per comunicare.
Ma se ho abbracciato questo progetto incentrato sulla responsabilità sociale e sostenibilità è soprattutto grazie all’incoraggiamento dei miei genitori. La mia famiglia ha sperimentato a lungo attività di volontariato ed è stata alla guida di una impresa metalmeccanica a Vicenza mettendo sempre al primo posto l’armonia e il benessere della squadra di lavoro, le persone. Con queste premesse ci siamo ritrovati a voler ridare vita a un luogo molto bello del nostro territorio e aprirlo alle persone, condividendo la bellezza con un approccio equo e inclusivo. Offriremo opportunità di lavoro e momenti condivisi di tempo libero di qualità. Un luogo dove ri-trovarsi, in un tempo in cui lo stare insieme in modo autentico è tutt’altro che scontato. “Ri-trovarsi”, per condividere tempo, ma anche opportunità di lavoro: agricoltura sociale, laboratorio artigianale di sartoria da tessuti di riciclo e vendita a km0 di alimenti e prodotti; eventi culturali ed eventi formativi rivolti a privati e aziende.
Le Stagioni sono le statue sulla sommità della facciata di Villa Donà a ridosso della barchessa; da lì osservano e provvedono. “Stagione” è anche il tempo del saper aspettare, del prendersi cura, del rispetto per l’uomo e per la natura. Il parco è il fulcro di questo luogo, dove alberi centenari mostrano la forza delle loro radici e la ricchezza delle loro chiome, all’ombra delle quali accadono incontri propizi e nascono nuove storie da raccontare.”
Quale il supporto pubblico, privato e dei cittadini che avete ricevuto per realizzare il vostro progetto? quale il livello di partecipazione locale?
“Questo progetto ci sta insegnando umanamente tantissimo: innanzitutto un’iniziativa di questo tipo, così complessa e a lungo termine, è possibile solo se la cittadinanza la sostiene. I concittadini passano a salutare, ci incoraggiano a proseguire, forniscono utili consigli per la gestione del verde e dell’orto, passano in sartoria a curiosare, chiacchierare e darci man forte. Si sentono parte del progetto, perché quel luogo appartiene anche a loro e alla loro storia.
Per questo abbiamo scelto di condividere fin da subito gli aggiornamenti sull’avanzamento lavori: dal restauro della villa alla bonifica del parco.
L’intero progetto è finanziato privatamente dalla società di famiglia che crede fermamente nell’iniziativa, tanto da investire i guadagni di una vita, anteponendo all’importanza del ritorno economico una ricompensa diversa: il benessere delle persone che questo luogo potranno viverlo.
Il ruolo delle altre aziende nella condivisione delle finalità del progetto potrà diventare a mano a mano sempre più importante: potranno cominciare a organizzare da noi e con noi i loro incontri formativi e i loro eventi, o scegliere di rifornirsi dalla nostra sartoria per i loro gadget e omaggi, o per le divise se si tratta di ristoranti. Relazioni che abbiamo già cominciato a costruire. La rete territoriale è fondamentale.
Ci aspettiamo di riuscire a coinvolgere anche le istituzioni in futuro: penso innanzitutto a collaborazioni con le scuole dei comuni limitrofi per percorsi educativi e formativi sui temi della lavorazione della terra, dell’artigianato, e sui temi della responsabilità ambientale.”
Quali sono i progetti attuali su cui più puntate?
“I progetti su cui oggi puntiamo sono legati al coinvolgimento delle scuole territoriali per iniziative di formazione e sul consolidamento del nostro laboratorio artigianale di sartoria.
Con le scuole, siamo giusto a metà del ciclo di incontri “Un Orto a Scuola”: un’iniziativa di avvicinamento alle pratiche orticole e all’incontro con la natura, presso il nostro parco e in alternanza presso l’orto didattico della scuola, avvalendoci lungo il percorso anche delle pratiche dello yoga educativo. Questa attività si è svolta in collaborazione con l’associazione di promozione sociale Al Brolo APS e in collaborazione con una educatrice professionale.
Nel nostro laboratorio artigianale di sartoria invece, avviato poco più di un anno fa, recuperiamo tessuti di riciclo di alta qualità da aziende tessili locali per trasformarli in capi di abbigliamento e accessori a bassissima tiratura. Abbiamo recentemente introdotto una nuova linea di produzione: il restyling di capi di recupero, che ci dà molte soddisfazioni. La squadra è formata da due sarti e una stilista, da diversi professionisti in collaborazione a supporto e da un meraviglioso gruppo di volontari. I pezzi unici che creiamo li vendiamo nel nostro negozio adiacente al laboratorio di sartoria e in occasione di mercatini dedicati al fatto a mano; confezioniamo anche divise fatte su misura e grembiuli per ristoranti e pasticcerie del territorio.
Procede, nel frattempo, la coltivazione del noccioleto, degli alberi da frutto e dell’orto sperimentale presenti nel brolo secondo le tecniche dell’agricoltura naturale.
Progetti futuri?
Le attività che abbiamo pianificato a sede ultimata riguardano la trasformazione alimentare, in parte di ciò che viene coltivato nel brolo, in parte di ciò che acquisteremo da altri enti sostenibili del territorio. Quello che produrremo verrà venduto al pubblico in una Bottega e somministrato in loco (la Bottega sarà dotata di angolo bar e 20 coperti). Prevediamo l’apertura della bottega per le colazioni, i pranzi nei giorni lavorativi e occasionalmente per aperitivi e cene su prenotazione.
lPrevediamo inoltre l’organizzazione di eventi (planning, accoglienza, servizio catering, pulizie) di natura artistico-culturale, di mercatini, di momenti formativi (come laboratori attorno ai temi della cucina o della sartoria) e anche rivolti alle aziende, e di momenti ludici.
Infine, la gestione di uno spazio di uffici in coworking, al piano superiore della barchessa, rivolti a professionisti del territorio.
Ci aspettiamo che le attività operino in sinergia, per far diventare questo luogo un reale punto di incontro in cui esperienze su più fronti si contaminano per arricchirsi a vicenda”.