Pedevilla: includere significa valorizzare l’unicità e fare squadra con il territorio

Prima azienda nel suo settore ad ottenere la certificazione B Corp, Pedevilla ha fatto dell'impatto sociale il pilastro della sostenibilità. Ne abbiamo parlato con Nicola Pedevilla, amministratore della società

Pedevilla è un’azienda familiare italiana fondata nel 1973, che si occupa di ristorazione collettiva. Fin dalla sua nascita, ha puntato sulla qualità dei prodotti e sull’innovazione dei servizi, con l’obiettivo di contribuire al benessere delle persone. Concetti, quindi, già da tempo vicini al mondo della sostenibilità. Divenuta Società Benefit nel 2021, ad agosto 2024 ha ottenuto la certificazione B-Corp, prima azienda nel settore “Event, Catering & Related”, a testimonianza della propria costante ricerca dell’eccellenza in una cultura di business inclusivo, equo e rigenerativo.

“Siamo orgogliosi di accogliere Pedevilla all’interno del movimento delle B Corp, e ci auguriamo che il suo impegno possa essere di ispirazione per la community delle B
Corp e per tutte le altre imprese della filiera della ristorazione che vogliono iniziare questo percorso verso paradigmi rigenerativi” ha commentato Anna Puccio, Managing Director di B Lab Italia.

Le sue finalità di beneficio comune includono l’uso di materie prime stagionali e a km zero, la selezione di produttori artigianali sostenibili, e l’investimento nella formazione del personale. Inoltre, partecipa a progetti di inclusione sociale e ambientale, come l’adozione di veicoli aziendali ibridi e la collaborazione con Banco Alimentare per ridurre lo spreco alimentare.
Pedevilla è anche firmataria della Carta per le Pari Opportunità e l’Uguaglianza sul Lavoro, promossa da Fondazione Sodalitas ed è considerata una vera e propria ‘buona pratica’ per le attività di Diversity & Inclusion che riesce a portare avanti, collaborando con diverse associazioni del territorio. Ad esempio, ha avviato vari progetti di inserimento lavorativo di persone con disabilità, collaborando con organizzazioni quali il Gruppo Asperger Lazio, la Cooperativa Giuliaparla Onlus, la Comunità di Sant’Egidio e l’Unità Disabili Adulti ASL Roma 2. Questi sforzi mirano a promuovere concretamente le pari opportunità di lavoro e a valorizzare le diversità all’interno dell’organizzazione.

Ne abbiamo parlato con Nicola Pedevilla, amministratore della società, da anni impegnato nel rinnovamento della ristorazione collettiva, come pilastro delle politiche del well-being aziendale, in una ottica di crescita sostenibile.


Quale progetto di inclusione lavorativa vi sta dando maggiore soddisfazione e come pensate di proseguire nei prossimi anni?

‘L’inclusione è un tema fondamentale per le persone che vivono una disabilità e per l’intera comunità. Per una persona “fragile”, lavorare significa avere dignità e sentirsi parte attiva della comunità in cui vive. In Pedevilla crediamo che per realizzare progetti realmente efficaci e di valore, sia essenziale procedere basandosi su tre pilastri fondamentali: inserimento, integrazione e inclusione’.

L’azienda ha collaborato principalmente con associazioni che supportano negli inserimenti lavorativi persone in condizione di svantaggio sociale (Men at Work – Comune di Roma; Mestieri Toscana – Comune di Firenze) e persone con disabilità principalmente neurocognitive (Asperger Lazio, Giulia Parla – Roma, ragazzi nello spettro autistico; Comunità di S. Egidio – Roma, giovani adulti con disabilità cognitive; ASL Roma 1 e 2, persone con patologie neuromotorie e disabilità neuropsicologiche).
‘Nel corso degli anni abbiamo inserito, al di fuori degli obblighi di legge, in tirocinio e/o contratto a tempo determinato, diverse risorse: quelle che si sono distinte per impegno e affinità al ruolo sono state assunte a tempo indeterminato. Un’ attività accolta dall’intero team, con grande entusiasmo, i ragazzi si sono impegnati molto e hanno sperimentato ed esternato ai team che li hanno accolti, una grande e diffuso sentimento di inclusione‘.


Dalla vostra esperienza, per gestire progetti di inclusione in modo ottimale, quali attenzioni bisogna avere? In che modo un’azienda si deve preparare per ‘includere’ veramente?

‘Il primo e fondamentale passo è condividere con la Direzione i progetti di inclusion, affinché si possano ricevere stimoli ed ottenere il necessario supporto.
In fase operativa è necessario saper riconoscere le esigenze di ragazzi con disabilità e creare dei momenti di formazione e condivisione con l’intero team. Siamo convinti che fare inclusione non voglia dire mettere tutti sullo stesso piano ma accogliere le diverse potenzialità e saperle valorizzare nelle loro “unicità”.

Vi sono particolari attività interne che fate per favorire l’inclusione?

‘Lavoriamo a stretto contatto con i team che accoglieranno i ragazzi con disabilità, per prepararli su modalità di interazione, esigenze specifiche e i compiti da assegnare ai ragazzi al fine di farli sempre sentire a loro agio.
Inoltre, il continuo scambio con i tutor delle associazioni, che a volte sono addirittura stati presenti nelle nostre strutture per affiancare i ragazzi nei primi periodi di inserimento, ci ha arricchito e insegnato a valorizzare al massimo queste esperienze.
Infine restituire alla Direzione i feedback dei progetti per raccogliere commenti e stimoli per le iniziative future’.


Cosa avete imparato dalla diversità in azienda?

‘Avere in azienda persone diverse, che vengono da ambiti sociali e culturali differenti costituisce una grande ricchezza: ci permette infatti di vedere il nostro business sotto luci diverse, innovandoci sempre e cercando il più possibile di diventare un’azienda accogliente per chiunque abbia passione per il settore ristorativo e voglia di mettersi alla prova’.

Ritenete che un’azienda inclusiva sia più attrattiva per la nuova forza lavoro?

‘La nostra azienda ritiene che il concetto di sostenibilità, non solo ambientale ma anche sociale, sia sempre più rilevante nel mondo del lavoro e destinato a diventare un prerequisito per definirsi aziende socialmente responsabili. Pedevilla da sempre cerca di valorizzare le sue persone investendo sempre maggiori energie nelle politiche di inclusione e diversità, che auspicabilmente nel tempo ci renderà ancora più attrattivi’.

Ritiene che un’azienda inclusiva stabilisca un miglior legame con il territorio? 

‘Grazie alle collaborazioni attuate con le associazioni, si è potuto toccare con mano quanto il legame con il territorio sia importante: abbiamo potuto conoscere le loro realtà, e invitare a nostra volta le associazioni presso le nostre strutture per mostrargli la serietà e trasparenza con cui lavoriamo. Questo ci ha permesso di garantirci la loro fiducia e di costruire insieme un percorso ad hoc al fine di strutturare inserimenti realmente inclusivi’.


Siete società benefit: quali sono le vostre finalità di beneficio comune?

‘Le nostre finalità sono articolate in quella che è la nostra relazione d’impatto ogni anno: ci ispiriamo agli SDGs dell’Agenda 2030 delle nazioni unite, declinando principalmente il nostro impegno in 4 obiettivi di sviluppo sostenibile, che maggiormente sono in linea con il nostro business:
– Sconfiggere la fame
– Lavoro dignitoso e crescita economica
– Consumo e produzione responsabile
– Lotta contro il cambiamento climatico

Attraverso questi 4 SDGs decliniamo attività, progetti e percorsi, dedicati principalmente alla sostenibilità ambientale, come per esempio la riduzione degli sprechi alimentari o l’energia verde, e sociale, come appunto il progetto di inclusione descritto in precedenza’.

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