Nei giorni scorsi ha fatto scalpore il caso Cristiano Ronaldo-Coca-cola. CR7 è il Re assoluto del cosiddetto influencer marketing, ossia il potere che hanno personaggi noti e molto popolari sui social di influenzare le nostre scelte di vita, di consumo, le nostre opinioni persino su sfere private, politica, etica.
Di fatto, quella dell’influencer, è una professione, a volte parallela a quella principale (artistica, sportiva, ecc); altre volte è la professione principale, così per esempio nel caso delle sorelle Kardashian-Jenner, tutte nella top 50 dei social media influencer mondiali, o nel caso dell’ italiana Chiara Ferragni. In questi casi, l’influencer stesso diventa un brand e il suo lavoro è gestire la propria immagine. E il potere che ne deriva.

Cristiano Ronaldo, con oltre 500 milioni di follower tra Twitter, Instagram Facebook e Youtube (secondo diversi siti, ma con un attimo di pazienza è facile fare i conti) è l’influencer più potente al mondo e ne ha dato dimostrazione nei giorni scorsi, probabilmente senza averlo nemmeno previsto (essere influenti è anche una responsabilità).
E’ successo che, durante la conferenza stampa del prepartita tra Ungheria e Portogallo del 14 giugno, nel torneo UEFA Euro 2020 (che se si svolge adesso), Cristiano Ronaldo in attesa delle domande dei giornalisti abbia spostato le due bottigliette di Coca Cola (sponsor ufficiale del Torneo) poste davanti a lui, le ha proprio allontanate, invitando i presenti a bere acqua e mostrando la sua bottiglietta.
Apriti cielo: questo banale gesto ha scatenato solo in Italia nelle sole giornate del 14 e 15 giugno quasi 400.000 interazioni sui social. Il solo fenomeno “CR7” vale un quinto di tutte le interazioni relative a “Euro2020”, fino a questo momento, secondo le rilevazioni di Sensemakers. Risultati mai pensabili nel mondo della sostenibilità: la più famosa attivista di sempre, Greta Thunberg, ha appena 4.9 milioni di follower su Twitter e circa 12 milioni su Instagram; i post più sharati possono arrivare a qualche decina di migliaia di interazioni.
Ma l’impatto vero, il potere vero di Ronaldo è un altro: la Coca-Cola ha perso in Borsa circa 4 miliardi, l’1.6% nel valore delle sue azioni.

Nei giorni successi anche un altro calciatore, Pogba ha rimosso la bottiglia di Heineken, ufficialmente per motivi religiosi, senza incidere in modo così drammatico sulla Heineken.
Questi brand di bevande sono ovviamente sponsor del torneo e non dei singoli calciatori, quindi va da sè il fatto che questi ultimi sono liberi di non promuoverle, anche se questo significa fare gesti che poi diventano eclatanti se realizzati dal Re dei social. (Per dirla tutta, la Uefa incalzata dagli sponsor ha richiamato le squadre a non rimuovere più le bevande dai tavoli).
Quanto potrebbe essere efficace per aumentare la consapevolezza sui temi della sostenibilità avere un ‘testimonial’ come Cristiano Ronaldo? Sarebbe molto efficacie per coinvolgere una parte di popolazione normalmente poco vicina a questi temi.
E sarebbe anche giusto che lo facesse, soprattutto sul fronte ambientale, per un senso di ‘compensazione’ rispetto a quello che sta in realtà impattando sul pianeta con la sua attività sui social: Channel 4 News riporta che un singolo post su Instagram di Cristiano Ronaldo genera tanta CO2 quanto 10 case familiari in un anno.
CR7 in realtà è un attivista
In effetti però Cristiano Ronaldo è impegnato in diversi progetti di sostenibilità, purtroppo questo suo lato è meno conosciuto rispetto ai meriti sportivi. CR7 è stato un sostenitore di varie cause, che vanno dalla prevenzione dell’AIDS/HIV alla schiavitù e al traffico di esseri umani. Noto è il suo impegno in prima persona per la donazione del sangue, che fa regolarmente, motivo per cui ha scelto di non farsi tatuaggi.
Ronaldo ha ricevuto il titolo di atleta più caritatevole dalla campagna “Athletes Gone Good” di dosomething.org nel 2015. Ronaldo attualmente è ambasciatore per Save the Children, UNICEF e World Vision. Nel 2020, Ronaldo ha donato 1,08 milioni di dollari a 3 ospedali in Portogallo, in supporto alla lotta per combattere il COVID-19 nel paese; ha messo a disposizione i suoi alberghi (dove ha continuato a pagare stipendi ai dipendenti anche se il turismo era fermo) per l’emergenza Covid.
E’ stato anche protagonista di donazioni come 83 mila dollari a un govane fan di 10 anni che aveva bisogno di un intervento al cervello e oltre 165mila dollari per fondare un centro per la cura del cancro in Portogallo. Inoltre, ha parlato, e donato, per una serie di cause tra cui la biodiversità, il cambiamento climatico, la deforestazione, la malnutrizione infantile e l’obesità. CR7 è un salutista molto ‘fissato’, forse è per questo che ha spostato le bottigliette di Coca-Cola.
Le sue attività benefiche sono evidentemente davvero tante e ci fanno dimenticare, tutti possiamo sbagliare, che in passato ha fatto pubblicità per la stessa Coca-cola, il fast food KFC e il gioco d’azzardo.
Quello che sarebbe bello facesse ora è che utilizzasse la sua potente voce per parlare dei temi più urgenti come la crisi climatica e ambientale, o la salute.