È stato presentato ieri, in occasione dell’evento di apertura della sesta edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, il Rapporto annuale dell’ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Dal 2016 ogni anno il rapporto fa luce sullo stato dei lavori per il raggiungimento dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 raccontando, quindi, la sostenibilità non solo in Italia ma in tutto il mondo e viene redatto grazie al contributo di esperti provenienti da più di 300 aderenti all’Alleanza.
Il Rapporto elabora 33 diversi indicatori di sostenibilità e per la prima volta permette di confrontare la situazione dell’Italia e dell’Unione Europea dal 2019 al 2021, permette quindi un confronto tra l’anno precedente alla pandemia da Covid-19 e quello successivo alla prima ondata. E un dato salta subito agli occhi: l’Italia non ha ancora superato gli effetti negativi della crisi pandemica.
“Nonostante la ripresa registrata nell’ultimo biennio, caratterizzato dalla caduta e dal rimbalzo dell’economia causati dalla pandemia, gli indicatori di sostenibilità dell’Italia, in particolare quelli sociali e ambientali, sono in peggioramento”, spiega la presidente dell’ASviS Marcella Mallen. E prosegue: “dal 2019 al 2021 registriamo un aumento delle disuguaglianze di reddito, una crescente difficoltà del sistema sanitario di rispondere alle esigenze dei cittadini, specialmente dei più deboli e un arretramento degli indicatori ambientali, in particolare quelli sul consumo di suolo e sulla gestione delle risorse idriche. L’urgenza di costruire un modello di sviluppo realmente sostenibile ci impone di dare una svolta radicale al nostro modo di abitare la Terra e ad impegnarci per diffondere un benessere condiviso e durevole, come indicato dall’Agenda 2030”.
I miglioramenti e i peggioramenti dell’Italia su SDGs
Tra il 2010 e il 2021 si registrano miglioramenti per otto SDGs (Sustainable Development Goals) dell’Agenda 2030: alimentazione e agricoltura sostenibile, salute, educazione, uguaglianza di genere, sistema energetico, innovazione, consumo e produzione responsabili, lotta al cambiamento climatico.
Si evidenzia un peggioramento complessivo invece per quanto riguarda povertà, acqua, ecosistema terrestre, istituzioni solide e cooperazione internazionale. Rimane sostanzialmente invariata la situazione per condizione economica e occupazionale, disuguaglianze, città e comunità sostenibili e tutela degli ecosistemi marini. Durante la presentazione del Rapporto è stato evidenziato che, a causa della mancanza di dati, i Goal 11, città e comunità sostenibili, 12, consumo e produzione responsabili, e 14, vita sott’acqua, non sono analizzati fino al 2021.
Nell’introduzione al rapporto viene specificato che se nel 2021 ASviS lanciava un allarme per i numerosi ritardi e problemi che l’attuazione dell’Agenda 2030 stava affrontando in Italia e nel mondo, un anno dopo l’allarme è ancora più grave: “il tempo a nostra disposizione sta finendo, dobbiamo aumentare l’impegno per garantirci un futuro sostenibile e anche perseguire strade nuove, mantenendo l’Agenda delle Nazioni Unite come stella polare del nostro agire”.
“La frattura della pandemia, – commenta infatti il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini – le guerre e gli scenari geopolitici mondiali, insieme al nuovo corso politico che si apre in Italia ci impongono di ripensare e cambiare passo. Occorre un grande cambiamento, anche culturale, che deve essere innescato dalla politica e dalle istituzioni, realizzando tra l’altro le proposte del decalogo promosso dall’ASviS”.
Dieci idee per l’Italia sostenibile
Le proposte trasversali contenute nel rapporto, le “Dieci idee per un’Italia sostenibile” e già consegnate dall’Alleanza alle forze politiche durante la campagna elettorale riguardano: assicurare la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile; disegnare il futuro partendo dal presente; promuovere giustizia, trasparenza e responsabilità; integrare la sostenibilità nel funzionamento del Parlamento; rendere più sostenibili ed equi i territori; impegnarsi per la giusta transizione ecologica; ridurre tutte le disuguaglianze; non lasciare indietro nessuno, quest’ultimo un principio cardine, ha specificato Marcella Mallen, che deve essere la bussola del cammino di sostenibilità di tutti noi. E poi ancora tutelare la salute con un approccio integrato, garantire diritti e pace, rafforzare cooperazione e democrazia.
Le proposte sono state promosse anche tramite una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutta la società civile, con una raccolta firme su Change.org che resterà aperta fino alla conclusione del Festival dello Sviluppo Sostenibile.