Il cambiamento climatico sta provocando fenomeni atmosferici sempre più estremi, che causano forti disagi all’umanità, fino a metterne in pericolo l’esistenza. Per questa ragione sono necessari interventi strutturali ad alto coefficiente di difficoltà, che richiedono una preparazione profonda di progettisti e realizzatori. È quanto sta accadendo a Rimini, dove in questi anni è in via di completamento il Piano di Salvaguardia della Balneazione ottimizzato (PSBO), un progetto molto ambizioso che riguarda anche la tutela delle coste che cambierà la vita dei cittadini e dei tanti turisti che ogni anno si riversano sulle spiagge della località romagnola.
L’alluvione del 2011
La storia di Rimini rappresenta un esempio notevole di come l’uomo sappia imparare da eventi potenzialmente catastrofici, per trovare soluzioni inedite e sorprendenti. Nel 2011, un fenomeno atmosferico di quelli che ormai sono sempre più frequenti, che potremmo definire “bomba d’acqua” o “alluvione”, si abbatté sulla cittadina costiera, causando forti disagi. In 48 ore piovvero ben 1300 metri cubi di acqua su un ettaro di superficie, una quantità incontenibile di acqua. A causa della mancata apertura dello sfioratore (dispositivo atto a smaltire le acque in eccesso) di Piazzale Kennedy le acque piene di liquami che di solito venivano riversate in mare finirono nel cuore della città, con le prevedibili conseguenze in termini di disagio per la popolazione. Da quel giorno Rimini si mise in moto per trovare una soluzione sostenibile per il contenimento delle acque.
Un progetto di tutela delle coste
Grazie alla collaborazione del Comune di Rimini, nello specifico dell’amministrazione Gnassi, e l’azienda Hera, multiutility attiva in varie regioni italiane, è nato proprio nel 2011 il progetto del PSBO. La più importante opera di risanamento idrico in costruzione in Italia, che vede la partecipazione anche di Romagna Acque, Amir, Ministero della Transizione Ecologica e Regione Emilia Romagna, è composta da ben 14 cantieri per un investimento totale di 154 milioni di euro. L’obiettivo, ambizioso ma in via di realizzazione, è quello di rendere la costa riminese completamente balneabile entro il 2024.
Come detto, causa dei disagi del 2011 fu soprattutto il mancato funzionamento dello sfioratore di Piazzale Kennedy. Proprio da lì si è partiti per dare un volto nuovo alla città, in termini sia di sostenibilità che di pregio architettonico. Dov’era situato il vecchio sfioratore, infatti, sono state costruire ben 20 vasche grandi quanto delle piscine olimpioniche, localizzate a 40 metri di profondità sotto terra. La prima vasca, che può contenere ben 14 mila metri cubi di acqua, è deputata alla raccolta e al contenimento delle acque di “prima pioggia”, mentre una seconda, più grande (25 mila metri cubi) si occupa della laminazione delle acque bianche destinate a finire in mare. Infine, un sistema a carboni attivi permette di evitare l’annoso problema dei “cattivi odori”, lamentato dalla popolazione proprio nel frangente del nubifragio del 2011.
Dulcis in fundo, a coprire la struttura abbiamo due strutture architettoniche davvero notevoli, aperte nel 2019 e nel 2020, che fungono da “belvedere” e permettono all’impianto di lavorare senza deturpare l’immagine della città. Le acque raccolte a Piazzale Kennedy finiscono in un impianto di sollevamento a deflusso o nel depuratore di Santa Giustina. Quest’ultimo riveste un’importanza rilevante per tutta la struttura, essendo destinato a pulire l’acqua da virus e batteri, grazie ad una tecnologia a membrane microfiltranti. Per comprendere la portata del progetto, basta riflettere sul fatto che questo depuratore è in grado di depurare tutte le acque reflue (domestiche e industriali) di Rimini e dintorni e del vicino Stato di San Marino, occupandosi in tutto di ben 560 mila abitanti durante la stagione turistica (LINK 2).
Il rapporto IILA-Symbola e le Nazioni Unite premiano Rimini
L’impegno profuso dall’amministrazione e dalle importanti aziende sopracitate non è passato inosservato. Il caso di Rimini è contenuto nel rapporto 2021 “Economia circolare e città verdi”, prodotto da IILA (organizzazione internazionale italo-latino americana) e Symbola (fondazione per le qualità italiane), in collaborazione con Globe (associazione nazionale per il clima) (LINK 3).
Un rapporto interessante che mira a premiare le migliori pratiche in ambito di sostenibilità legata al centro della vita dell’essere umano: la città. Essa è un fenomeno sociale che, per citare alcuni numeri riportati nella premessa del rapporto, accoglie il 55% della popolazione mondiale e produce oltre il 70% delle emissioni totali di carbonio, nonostante occupi solo il 2% circa del territorio del pianeta terra. Numeri importanti, che affiancati all’emergenza climatica in atto non fanno dormire sonni tranquilli.
È proprio nelle città del Mediterraneo e del Latino-America, infatti, che risiede il maggior pericolo di alluvioni e allagamenti improvvisi come di periodi di forte siccità. Per questa ragione gli estensori del rapporto hanno deciso di incentrarlo su queste due aree del pianeta, da sempre strategiche anche per il commercio mondiale.
Partendo da tali presupposti, il report evidenzia le migliori pratiche differenziate per area, tipologia e obiettivi di intervento. Mettendo in luce una serie di azioni che in Italia, come spesso accade, non sono inserite in un programma organico e sistemico ma compongono un puzzle di iniziative circoscritte, che comunque garantiscono una certa libertà di manovra e di conseguenza stimolano la creatività e l’intraprendenza di chi le concepisce.
Nello specifico il rapporto è strutturato in sei categorie: Acqua, Mobilità, Materia, Energia, Verde e Agricoltura Urbana. In ogni categoria vengono riportati dei casi virtuosi di città eco-sostenibili e il caso di Rimini rientra ovviamente nella categoria acqua.
Anche le Nazioni Unite non sono rimaste indifferenti di fronte all’impresa di Rimini. Il PSBO è infatti stato inserito nel rapporto “SDG Industry Matrix: Energy, Natural Resources and Chemicals” del 2017. Il rapporto mette in evidenza esempi di azione aziendale orientata al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile a livello mondiale.
Tra riconoscimenti internazionali, valorizzazione urbanistica della città e, soprattutto, depurazione delle acque e tutela del mare, il progetto di Rimini rappresenta senza dubbio una delle migliori pratiche italiane in tema di città sostenibili. L’obiettivo è quello di avere una costa riminese completamente balneabile, in modo da rendere la storica località turistica una delle mete più ambite e una delle “roccaforti” della ripresa economica italiana post-pandemia.
Immagine di copertina: Ocramnaig_o1 on Unsplash