Dati alla mano, le Società Benefit italiane si distinguono come motori di crescita economica e innovazione sociale. È quanto emerso dalla Ricerca Nazionale sulle Società Benefit 2025, presentata recentemente, frutto di un’indagine condotta da un’ampia rete di partner — tra cui NATIVA, il Research Department di Intesa Sanpaolo, InfoCamere, l’Università di Padova, la Camera di Commercio di Brindisi-Taranto e Assobenefit.
Alla fine del 2024, le Società Benefit registrate in Italia sono 4.593, con un incremento del 27% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, queste imprese danno lavoro a oltre 217.000 persone e generano un valore della produzione annuo di circa 62 miliardi di euro. La loro incidenza sul totale delle aziende italiane, pur ancora contenuta, cresce progressivamente, raggiungendo l’1,57 per mille del totale delle imprese e il 2% tra le grandi aziende.
Dinamismo economico e sociale
Il dinamismo delle Società Benefit e l’impatto positivo nella società che questo modello d’impresa può avere, si rivela in particolare mettendo a fuoco i dati che riguardano il ‘capitale umano’. Come si comportano le società benefit con dipendenti e collaboratori?
Innanzitutto, le Società Benefit assumono di più: il 62% di queste imprese ha aumentato il numero di addetti tra il 2021 e il 2023, contro il 43% delle imprese tradizionali.
Il fatturato mediano delle Benefit è cresciuto del 26%, contro il 15,4% delle imprese tradizionali, segno di una competitività rafforzata da strategie integrate di sostenibilità, innovazione e attenzione alle persone. Queso permette loro di investire maggiormente a cominciare dalle persone: il costo del lavoro è aumentato del 25,9%, quasi il doppio rispetto al +12,5% registrato dalle imprese non-benefit.
Parità di genere e giovani leader
La ricerca rileva una significativa attenzione delle Società Benefit alla parità di genere nei vertici aziendali. Il 48% delle Società Benefit ha almeno una donna in Consiglio di Amministrazione, quota che sale al 62% tra le grandi imprese Benefit. Tra le non-benefit, la stessa percentuale si ferma al 38% (48% tra le grandi).
Le Società Benefit si distinguono anche per una maggiore apertura alla leadership giovanile. Nei board di queste aziende, il 27,9% dei membri ha meno di 40 anni, con un picco del 30,4% nel Mezzogiorno. La presenza di giovani si traduce in un dinamismo superiore: nel triennio 2021-2023, le Società Benefit guidate da giovani hanno registrato una crescita mediana del fatturato del 30,6%, contro il 23,5% delle imprese con board interamente over 65. Anche la propensione ad assumere è più elevata: +20% di crescita occupazionale contro +11% delle Benefit a guida senior.
Una indicazione per il mercato del lavoro?
Il mercato del lavoro italiano è caratterizzato oggi da un significativo disallinamento tra domanda e offerta: le imprese lamentano di non trovare lavoratori, soprattutto qualificati, e rimangono molti posti vacanti, cosa che ha un impatto significativo sull’economia italiana, con stime che indicano una perdita di valore aggiunto pari al 3,4% del PIL nel 2023.
Lato suo, chi cerca lavoro, vorrebbe vedere il proprio lavoro valorizzato da stipendi più alti, reali opportunità di avanzamento professionale, politiche inclusive e di benessere aziendale, opportunità di work-life balance, riconoscimento nei valori etici dell’azienda. Tutti aspetti, questi, che attengono alla sfera ‘social’ in cui le Società Benefit si impegnano molto.
Il modello Benefit ha sempre più consensi
I dati della Ricerca Nazionale 2025 confermano quindi come il modello Benefit non solo sia scelto da un numero crescente di imprese, ma abbia le carte in regola per essere preferito, persino ambito, dalle persone che cercano lavoro.
Coniugando performance economiche solide con un impegno concreto verso il benessere collettivo e la sostenibilità ambientale, le Società Benefit rappresentano un caso di successo che potrebbe generare un effetto positivo a cascata, influenzando non solo settori specifici ma l’intero sistema imprenditoriale italiano.