Le cooperative energetiche: il caso di WeForGreen

La prima cooperativa energetica è nata in Italia addirittura alla fine dell'800. Un modello vincente che ha ispirato WeForGreen e che, a sua volta oggi, ispira e promuove le comunità energetiche rinnovabili

Le comunità energetiche rinnovabili (CER) sono soggetti di diritto autonomo in cui cittadini di diverso genere e provenienza, appartenenti ad una medesima comunità, convergono su un progetto comune di produzione ed autoconsumo di energia elettrica rinnovabile. Questa è in sintesi la definizione di Comunità Energetica Rinnovabile proposta nell’art. 31 del decreto legislativo 199/21.

Quale forma societaria per le CER?

La normativa lascia volutamente ampia libertà nella definizione della forma giuridica e la stessa ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti) nella Consultazione di Agosto 2022 (390/2022/R/eel) “ritiene non opportuno che l’Autorità identifichi elementi caratterizzanti le comunità energetiche ulteriori rispetto a quelli presenti nella normativa primaria, al fine di non comprimerne la flessibilità: pertanto, tali comunità possono essere costituite secondo quanto consentito dall’ordinamento giuridico vigente”.

I soci sono dunque liberi di scegliere la forma giuridica che preferiscono, nel rispetto dei principi e delle finalità che definiscono la natura delle CER: soggetti autonomi basati sulla partecipazione aperta e volontaria, effettivamente controllati dagli azionisti o membri, il cui obiettivo principale è quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi soci o membri o alle aree locali in cui opera la comunità e non quello di realizzare profitti finanziari.

Questa libertà di scelta si traduce in un panorama variegato che va dalle Associazioni non riconosciute (come la CER di Turano Lodigiano) fino alle società consortili o alle cooperative energetiche. Queste ultime in particolare in Italia esistono già dalla fine dell‘800, nate intorno alle centrali idroelettriche del Nord Italia per distribuire al vicinato l’eccesso di energia elettrica prodotta.

La storia delle Cooperative Energetiche in Italia

La maggior parte delle cooperative energetiche italiane sono nate nelle aree Alpine e rappresentano un bellissimo esempio primordiale di Comunità Energetiche. Sviluppate intorno alla ricchezza dei corsi d’acqua che si trasforma in energia idroelettrica, hanno permesso ai territori di diventare (e rimanere) autonomi. Alcune di queste sopravvivono anche oggi e non è un caso che la maggior parte delle Comunità energetiche in Italia si trovi proprio in Trentino Alto-Adige.

Una delle primissime esperienze di cooperativa energetica in Italia è stata quella del Comune di Dobbiaco dove a cavallo tra ‘800 e ‘900, agricoltori e albergatori si unirono per portare l’elettricità ai cittadini costruendo una centrale idroelettrica. Sempre in Alto Adige, nel piccolo Comune di Funes, tre agricoltori ed un artigiano fondarono nel 1912 la Società elettrica di Santa Maddalena, che oggi è la cooperativa energetica “Energie Villnöß” e gestisce 3 centrali idroelettriche, 2 impianti di teleriscaldamento e la rete di distribuzione di tutta la valle.

Come non citare infine il caso della Comunità Energetica di Primiero-Vanoi, dove nel 1901 i Comuni della Valle si sono riuniti in una società partecipata (AMCS S.p.A.) costruendo una prima centrale idioelettrica che ha permesso ad un intero territorio di rifornirsi di energia. Oggi, con 90 MW di idroelettrico, 35 MW di biomassa legnosa, 1 MW di fotovoltaico installato e 18,6 MW di accumulatori termici, la CER di Primiero-Vanoi è completamente autonoma e non ha subito l’aumento dei prezzi del gas.

Il modello di WeForGreen si ispira a questi esempi e nasce con lo scopo di rendere l’energia rinnovabile alla portata di tutti.

Il Modello di WeForGreen

WeForGreen è una Cooperativa Energetica, promossa e realizzata nel 2011 dalla Società Benefit ForGreen con l’obiettivo di far condividere impianti fotovoltaici a tutte quelle persone che non potevano realizzarli. “L’obiettivo che ci eravamo dati era quello di poter consentire attraverso l’autoproduzione di energia di ridurre il costo della bolletta”, racconta Gabriele Nicolis, Presidente della cooperativa.

Aderire a WeForGreen significa investire in quote di impianti rinnovabili, diventando così proprietari di un impianto fotovoltaico insieme agli altri soci della cooperativa. Chiunque può diventare socio, anche se abita in un condominio o in affitto e non dispone dello spazio fisico o del capitale necessario per installare dei pannelli solari. È sufficiente essere titolari di un contatore elettrico e scegliere il numero di quote, che hanno un valore unitario di 1.000€.

Nel 2011 prende vita il primo progetto di WeForGreen: Energyland, un parco fotovoltaico di 3 ettari e potenza di poco inferiore ad 1 MW, in località Orsara vicino a Cerro Veronese A esso si riferiscono le foto di questo articolo). L’impianto è stato realizzato integrando la struttura nell’ambiente, che ha preservato la sua natura di pascolo per le pecore ed è diventato un punto di riferimento per visite guidate nel territorio. Il progetto ha raccolto 303 quote di autoproduzione per un totale di 1.071.400 €. “Siamo riusciti a coinvolgere circa 100 famiglie, in quella che era di fatto una comunità energetica ante litteram rispetto a quanto definito dalla normativa e da lì sono nati ulteriori progetti denominati tutti WeForGreen”.

Ad oggi, WeForGreen è una cooperativa energetica che racchiude più di 1.200 soci in tutta Italia con 6 impianti di produzione di energia elettrica per una potenza superiore ai 6 MW. “In questi 11 anni abbiamo verificato che attraverso l’autoproduzione di energia elettrica in forma condivisa, quindi acquistando quote di questi impianti, è davvero possibile abbattere i costi della bolletta”. I vantaggi per chi sottoscrive quote del progetto sono tre: il Bonus di Autoproduzione che viene riconosciuto mensilmente in ogni bolletta, il ristorno annuale distribuito ai soci grazie all’avanzo di gestione del progetto e il rimborso delle azioni di finanziamento sottoscritte da ogni socio all’atto di adesione, pari a 750 euro a quota. Inoltre, i Soci hanno accesso a prezzi concordati e convenienti rispetto agli andamenti del mercato elettrico. Nel 2021 WeForGreen ha ridistribuito ai soci oltre 590 mila euro, a fronte di un costo complessivo della bolletta pari a 560 mila euro nello stesso anno.

Attualmente è possibile aderire al progetto di Centenario Lucense, che ha già raccolto 700 quote nella prima fase terminata a dicembre 2022 con 6 mesi di anticipo. Il progetto prevede la realizzazione di 1,4 MW di impianti fotovoltaici che verranno installati sui tetti industriali e su terreni marginali del territorio veronese.

“Centenario Lucense è un progetto a cui siamo particolarmente affezionati: l’anno prossimo infatti festeggiamo i 100 anni dalla costituzione della Società Lucense, la società elettrica di Lugo che fu una delle prime forme di comunità energetica nel nostro territorio. Proprio in Valpantena vogliamo tornare mettendoci in dialogo con aziende che ospitino sui loro tetti impianti condivisi e permettendo alle famiglie del territorio di finanziali acquistando quote di questi impianti”, ci spiega Riccardo Tessari, Vice Presidente di WeForGreen.

Dalle Cooperative Energetiche alle CER

La forma giuridica cooperativa è attualmente la più utilizzata dalle comunità energetiche in Europa, perché rende la transizione ecologica una scelta alla portata di tutti consentendo l’ingresso di un numero molto ampio di soci nella forma di Prosumer (produttori e consumatori di energia rinnovabile). Sono tanti i gruppi di cittadini che stanno valutando la forma societaria della cooperativa e molte anche le cooperative energetiche già costituite che hanno fatto domanda per diventare CER. Realtà come quella di WeForGreen, fondate sul concetto di energia come bene comune ed elemento aggregativo fondamentale della società, che si definivano “comunità” ben prima che il termine venisse introdotto dalla normativa.

Il passo da cooperativa energetica a CER per loro è breve e WeForGreen comincia da Centenaro Lucense: “in questo territorio vorremmo attivare uno dei primi progetti di comunità energetica, come previsto dalla normativa, così da diffondere i benefici su ancora più soggetti e rendere il nostro modello ancora più capace di contribuire alla transizione energetica sostenibile di questo territorio” conclude Riccardo Tessari.

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