Loro Piana, tracciabilità e blockchain

Ecco i passi che Loro Piana sta facendo verso una moda più etica e sostenibile

“Who made my clothes?” (Chi ha fatto i miei vestiti?) è la domanda che guida Fashion Revolution, un movimento nonprofit creato da Carry Somers e Orsola De Castro, con l’intento di chiedere maggior trasparenza nella catena di approvvigionamento della moda.

La chiave della trasparenza è la tracciabilità, un concetto più sfuggente rispetto alla sostenibilità, a cui è però collegato a doppio filo.

La tracciabilità ci consente, in veste di consumatori, di ripercorrere a ritroso il viaggio compiuto da un qualsiasi oggetto prima di arrivare nelle nostre case. Da dove viene? Chi l’ha prodotto? Con quali materiali?

Sono domande che emergono spesso quando si tratta di abbigliamento: non sarebbe bello se i capi che acquistiamo avessero una sorta di passaporto? L’acquisto consapevole si potrebbe concentrare su brand sostenibili nel vero senso della parola, che dimostrano di rispettare non solo l’ambiente ma anche i propri lavoratori.

Per fortuna, oggi, grazie alla tecnologia, queste informazioni possono essere facilmente raccolte, verificate e diffuse.

Osserviamo da vicino il progetto recentemente lanciato da Loro Piana, brand del lusso che sta per compiere il secolo di vita e che fa della qualità inarrivabile delle materie prime il suo marchio di fabbrica.

I suoi capi piacciono molto a chi ha una cultura della moda e del prodotto che va ben oltre il trend stagionale. I vestiti e gli accessori Loro Piana non sono economici, ma anche per questo sono destinati a rimanere a lungo negli armadi di chi li acquista, e anche a essere trasmessi da una generazione a quelle successive.

Lo scorso marzo, in occasione dell’apertura del nuovo negozio a Palo Alto in California, il brand ha annunciato il lancio di un servizio di tracciabilità e autenticità. Per ora, l’esperimento è limitato alla collezione realizzata con la lana chiamata The Gift of Kings (Il dono dei re), ottenuta dalla tosatura di selezionati esemplari di merino in Australia e Nuova Zelanda.

Ogni capo in questo pregiato materiale presenta un QR code che una volta scansionato permette di accedere alla storia della manifattura. L’acquirente scoprirà in quale fattoria è stata raccolta la fibra, dove è stata tessuta o quando, per esempio, il capo finito è arrivato in boutique. Inoltre, potrà registrarlo online e ottenere un certificato di proprietà.

La tracciabilità è attuabile e merita la fiducia del consumatore quando la filiera di un brand è verticalmente integrata, cioè se ogni passaggio del processo produttivo viene controllato internamente. Più complicato diventa tenere traccia dei viaggi e delle trasformazioni di oggetti la cui produzione viene subappaltata, e che passano di mano in mano.

L’adozione di pratiche commerciali socialmente responsabili è quasi un dovere per i grandi nomi della moda. Usare la tecnologia per raccontarsi al proprio pubblico e far conoscere la storia di un capo a chi lo indossa ne aumenta il valore e fa sentire il cliente più vicino a chi quel capo lo ha confezionato.

Il passaporto digitale, come l’abbiamo definito, è reso possibile grazie alla blockchain, un insieme di tecnologie capace di gestire e aggiornare un registro certificato e sicuro. Questo registro raccoglie e distribuisce dati e informazioni in maniera aperta e condivisa, senza la necessità di un’entità centrale di controllo.

Il partner di Loro Piana è Aura Blockchain Consortium, associazione senza scopo di lucro fondata nel 2021 che promuove l’uso della blockchain per garantire la trasparenza della filiera dei marchi del lusso.

Gli sforzi di Loro Piana sono condivisi dal gruppo di cui fa parte, LVMH. Il colosso francese proprietario, fra gli altri di Louis Vuitton, ha aderito alla Sustainable Market Initiative, associazione fondata dal re Carlo III in occasione del G7 sul clima di novembre 2021.

La SMI mira a guidare e accelerare la transizione del mondo verso un futuro sostenibile, coinvolgendo i settori pubblico, privato e filantropico per generare valore economico in armonia con la sostenibilità sociale e ambientale.

Con questa finalità, la SMI sostiene molti brand importanti uniti dal desiderio di fornire informazioni su fabbricazione, produzione, sostenibilità della filiera ma anche sui servizi di riparazione e rivendita. Il tutto accessibile tramite un QR code.

Rispetto al trend green che diventa sempre più rilevante nel campo della moda, un aspetto su cui il marchio Loro Piana fatica ad adeguarsi è la rinuncia all’utilizzo di pelli e pellicce, che costituiscono comunque una piccola percentuale delle collezioni.

Per quanto riguarda la lana, però, l’azienda ha sempre dimostrato un elevato rispetto nei confronti degli animali. Celebre l’esempio della vigogna, un camelide con il pelo tra i più sottili al mondo il cui vello dorato veniva indossato dagli imperatori Inca, che lo consideravano sacro.

Questa specie era a rischio estinzione finché negli anni ’80, Loro Piana iniziò a promuovere iniziative di conservazione. In particolare, nel 1994 firmò un accordo con le comunità andine che garantiva all’azienda l’onore esclusivo di acquistare, lavorare ed esportare la fibra creata da animali tosati delicatamente e umanamente. Il coinvolgimento dei campesinos si è rivelato fondamentale per lo sforzo di conservazione.

Per quanto riguarda l’approvvigionamento di materie prime, si parla ormai di Metodo Loro Piana, applicato non solo in Perù, ma anche in Argentina e Bolivia dove le greggi si muovono allo stato brado, non essendo di proprietà nemmeno dello Stato. Ogni due anni, in primavera, gli esemplari adulti vengono tosati per poi restituiti alla natura selvaggia in cui vivono. La tosatura è una vera e propria cerimonia effettuata dalla popolazione locale che attira gli animali a valle attraverso la musica di strumenti tradizionali. Una festa che rispetta tradizioni secolari.

Di sicuro anche queste informazioni possono essere trasmesse attraverso il blockchain.

La trasparenza garantita dalla tracciabilità permetterà quindi all’industria di presentarsi come alleata di quanti lottano per un maggior rispetto dell’ambiente e al consumatore di fare scelte d’acquisto che puntino alla longevità e che sostengano l’economia circolare.

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