Una nuova ossessione: salvare le api. Grazie 3Bee

Ferrero, Parmalat, Inside Technologies lo hanno già fatto. Con la startup 3Bee possono contribuire alla salvaguardia e al ripopolamento di questi preziosi insetti adottando un alveare, una proposta nuova per fare della buona CSR

La maggior parte delle api vive poco più di un mese, ma non l’ape regina, che può vivere anche sette anni e ha una frenetica, concentratissima, vita sessuale: in un solo giorno, quello del suo ‘volo nuziale’, si accoppia con tantissimi fuchi, di cui conserva lo sperma che raccoglie in un organo speciale da cui attinge per deporre le uova per il resto della sua vita. Una colonia con una regina ben accoppiata prospererà, per almeno 3 anni.

Affascinante e struggente il mondo delle api, con tutte quelle storie di regine, fuchi che vivono solo per quell’unico atto d’amore, generose e infaticabili operaie completamente dimentiche del sé in favore della comunità, capaci di suggere nettare da qualche centinaia di fiori al giorno, di costruire opere d’ingegneria, di parlare danzando  (https://youtu.be/LU_KD1enR3Q), di produrre super food come miele e pappa reale per la propria sovrana, e infliggere terribili punture al nemico per poi morirne.

Il fascino dell’ape è connesso anche al suo ruolo nell’ecosistema naturale, in cui è un tassello insostituibile, in particolare attraverso la sua attività di impollinazione che permette a piante di ogni genere, comprese quelle coltivate, di crescere e generare frutti, contribuendo al nostro approvvigionamento alimentare.

Le api sono l’elemento più importante per la biodiversità nel mondo, contribuiscono alla creazione di ecosistemi complessi e interconnessi che permettono la coesistenza di un numero diversificato di specie diverse. Senza le api, i nostri giardini sarebbero spogli e la nostra alimentazione più monotona: le api producono direttamente o indirettamente, il 50% del cibo che mangiamo.

Photo by David Clode on Unsplash

Da circa 10 anni il mondo delle api è ammalato, le popolazioni sono in declino in tutto il mondo, a causa del cambiamento climatico, dell’inquinamento, della perdita di habitat, di pesticidi, parassiti, malattie. La loro estinzione sarebbe terribile per l’ecosistema.

Si può fare qualcosa?

Di questo hanno discusso al pub di Fino Mornasco, in provincia di Como, Niccolò Calandri, ingegnere elettronico che ha collaborato anche con la Nasa, e Riccardo Balzaretti, biologo e apicoltore. I due giovani, tornati In Italia dopo percorsi di ricerca internazionali, cominciano a pensare come mettere insieme elettronica e biologia per offrire nuovi strumenti agli apicoltori per salvaguardare il benessere degli amati insetti. Quello che riescono a ideare, lavorando in casa, li porta a vincere diversi riconoscimenti, tra cui il più importante premio per startup italiano nel 2017, il Premio Gaetano Marzotto. Oggi 3Bee è un’azienda con un team di 12 e una community di 10 mila apicoltori con una sola ossessione: salvare le api.

Che cosa hanno inventato?

3Bee è una piattaforma di intelligenza artificiale che permette di diagnosticare in tempo reale eventuale patologie che hanno colpito le arnie. Attraverso dei sensori acquisisce dati come peso, temperatura, umidità e suono, indicativi di determinate condizioni; tali dati vengono analizzati e interpretati da algoritmi e poi inviati all’app dell’apicoltore che potrà conoscere lo stato di salute degli insetti e agire in modo mirato se ci fossero problemi.

Ma la società non si è fermata qui e insieme al suo network di apicoltori ha creato il programma di ricerca, sviluppo ed economia circolare “Adotta un alveare” che ha permesso l’adozione di 1000 alveari da parte di privati (che ricevono a casa anche il ‘loro’ miele). Questo ha significato 60 milioni di api protette e 60milioni di fiori impollinati. E’ una buona soluzione per chi ha a cuore questo tema e si vuole impegnare in prima persona, ma non ha la possibilità o non se la sente di diventare apicoltore per hobby, attività che peraltro sembra andare oramai piuttosto di moda tra le celebrity d’oltreoceano, da Scarlet Johansson a Morgan Frieman, da Bon Jovi a Michelle Obama.

Beehive, la app ideata da 3bee per controllare i propri alveari.

‘Adotta un alveare’ ha un grande impatto sociale ed ambientale, salva le api e sostiene gli apicoltori, ed è ora possibile anche per un’azienda aderire a questa iniziativa nell’ambito delle proprie attività di responsabilità sociale (CSR), come hanno già fatto Ferrero, Parmalat, Inside Technologies.

Come funziona?

3Bee, insieme all’azienda individua l’apicoltore del network che si vuole sostenere, al quale viene installato il dispositivo HIve-Tech, grazie al quale si potrà vigilare sull’attività dell’alveare da remoto attraverso l’app. L’apicoltore potrà monitorare l’arnia, ma anche l’impresa coinvolta potrà farlo coinvolgendo eventualmente i suoi dipendenti.

Ferrero, per esempio, ha realizzato il progetto adottando 10 alveari di due aziende piemontesi, salvaguardando oltre 600.000 api e la biodiversità del territorio.

Un progetto di sostenibilità ambientale della durata di un anno che ha consentito inoltre la sussistenza degli apicoltori coinvolti attraverso la produzione di 600 barattoli di miele etico, genuino e monitorato.

Parmalat Torvis ha invece sostenuto l’installazione di 5 sistemi di monitoraggio Hive Tech di 3Bee su 5 alveari della Regione Lombardia, salvaguardando 300.000 api. Inoltre, per un anno intero, le confezioni del suo latte hanno raccontato questo progetto, sensibilizzando l’opinione pubblica sul problema della protezione della api.

https://www.3bee.it/

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