Albero di Natale, qual è quello più sostenibile?

Il primo regalo di questo Natale facciamolo all'ambiente: compriamo un albero vero e sosteniamo anche il lavoro e il rimboschimento di tanti territori

Si avvicina il Natale e fa parte della tradizione di tante famiglie e persone la realizzazione dell’albero di Natale, una vera e propria tradizione che dai Paesi del nord Europa (pare sia nata a Tallin) si è diffusa in tutto il mondo.

L’albero di Natale ha dei cultori, scatena la fantasia e anche il mercato degli addobbi, piace a grandi e piccini, ma da sempre pone una domanda fondamentale: meglio un albero vero o artificiale?

Ovviamente quello vero può sempre contare sulla bellezza naturale, sul suo profumo, sull’atmosfera che regala, ma finito il Natale, se è ancora vivo, cosa ne facciamo? L’albero artificiale è più kitch ma anche molto creativo, ne esistono di tutti i colori e finito il suo tempo, si chiude e si mette via fino all’anno successivo.

In questa scelta, però, non va dimenticato l’aspetto ambientale: qual è la scelta più sostenibile?

Ci viene in aiuto PEFC, il sistema di certificazione per la gestione forestale sostenibile più diffuso in Italia e al mondo, che dice: “La scelta più sostenibile resta l’albero vero”. Vediamo perché e quali sono i comportamente più corretti da adottare anche nel post Natale.

L’albero di Natale artificiale inquina

Palle, palline, punteruoli e addobbi vari possono aiutare un albero finto a fare la sua figura, ma per quanto costosi possono essere sanno sempre di ‘finto’.

E inquininano in modo non indifferente, per essere prodotti e per essere smaltiti: un albero artificiale di 2 metri ha un’impronta di carbonio pari a circa 40 kg di emissioni di CO2 equivalenti, senza contare che gli alberi finti impiegano oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente. (fonte: Ispra)

“Scegliere un albero di Natale vero, è un gesto importante sia per l’ambiente che per l’economia del nostro territorio”, dichiara Andrea Zenari, responsabile dell’azienda certificata PEFC la “Fattoria del Legno” che da sempre coltiva e vende abeti destinati proprio alle feste di Natale. “Un albero  artificiale  di  2  metri  ha  un’impronta  di  carbonio 10  volte superiore a quella di  un  vero  albero, che a fine vita può produrre energia o addirittura essere ripiantato. Evitare la plastica in questo senso significa però anche contribuire all’economia di aziende che lavorano nelle aree interne del nostro paese e che hanno al centro della loro attività  la sostenibilità e il rispetto delle nostre foreste”.

I vantaggi di un abete vero per l’albero di Natale

Penso si possa essere tutti d’accordo sul fatto che un abete vero è straordinariamente più bello di uno finto. Ma c’è di più.

Quello straordinario profumo regalato da un abete vero non è solo ‘atmosfera natalizia’: la pianta respira (anche se recisa), assorbe anidride carbonica e rilascia ossigeno e olii essenziali che purificano l’abitazione. In buona sostanza sta migliorando la qualità dell’aria e offrendo un servizio di aromaterapia.

Un altro vantaggio è il fatto che con l’acquisto di un abete vero sosteniamo un virtuoso circolo economico: aziende agricole e vivai specializzati in gestione sostenibile delle foreste che impiegano centinaia di persone in aree montane che hanno la tendenza allo spopolamento e dove il reddito è decisamente inferiore a quello delle zone di pianura; creando una relazione positiva fra città e montagna e prendendo le distanze da sistemi produttivi lontani da noi e incompatibili con l’ambiente. 

Secondo Coldiretti, gli abeti italiani disponibili sul mercato natalizio derivano per il 90% da coltivazioni vivaistiche specializzate gestite da piccole aziende agricole italiane del territorio rurale. Il restante 10% (i cosiddetti cimali o punte di abete o giovani piante destinate al taglio), deriva da normali pratiche di gestione forestale di diradamento, indispensabili per far sviluppare meglio le foreste, da tagli di piante lungo strade o linee elettriche o da interventi di pulizia dopo eventi meteorici estremi, come accadde ad esempio nell’ottobre 2018 con la tempesta di vento Vaia

Come scegliere un albero vero

Per fare un acquisto intelligente, però, bisogna considerare la provenienza dell’albero grazie alle informazioni date attraverso etichette (che dovrebbe riportare la provenienza da coltivazioni specializzate, la nazionalità, l’età dell’albero e la non destinazione per il rimboschimento) e certificazioni.

La certificazione garantisce la massima trasparenza in termini di tracciabilità, legalità, e rispetto dell’ambiente. “Lo schema di certificazione garantisce la massima trasparenza in termini di tracciabilità e rispetto dei territori. Ci sono centinaia di aziende già certificate: scegliere i loro prodotti significa rafforzare un circolo virtuoso e contribuire a modificare le scelte imprenditoriali delle aziende della filiera bosco-legno”, spiega Antonio Brunori, Segretario Generale PEFC Italia

Molte persone temono di non riuscire a prendersi cura dell’abete, ecco alcuni consigli per la sua gestione durante e dopo il Natale.

Regole per la cura di un abete vero

Sistemarlo in un luogo luminoso, lontano da fonti di calore e allo stesso tempo al riparo da correnti d’aria troppo forti: quindi né accanto al termosifone acceso né alla finestra. Un aspetto importante, specialmente per le piante in vaso, è innaffiare l’albero con regolarità, una volta ogni 1-2 giorni. Un trucco tanto semplice quanto efficace è posizionare dei cubetti di ghiaccio nel vaso dell’albero, così da far rimanere sempre umida la terra nel vaso.  Per la sostenibilità sono da evitare neve sintetica o spray colorati, preferendo per gli addobbi prodotti naturali e portatori di messaggi sociali e personali. 

Come smaltire un abete vero?

Partiamo da quello che non bisogna fare, anche se potrebbe sembrare la scelta più ‘green’: ripiantare gli alberi dei vasi in bosco non è una scelta corretta. Collocarli in boschi significa creare potenziali problemi ecologici (l’abete non fa parte dei boschi naturali di pianura/collina) e di inquinamento genetico (non possiamo conoscere il patrimonio o le malattie dell’albero). Meglio quindi scegliere, ove possibile, il proprio giardino di casa, con l’avvertenza di non posizionarli troppo vicini agli edifici perché gli abeti crescono rapidamente.

Se non possono essere gestiti in questo modo, dovranno essere smaltiti nelle isole ecologiche: in questo modo saranno trasformati in compost utile alla crescita di nuove piante.


PIù POPOLARI

riforestazione zeroCO2

Coniugare sostenibilità ambientale e sociale, come zeroCO2

zeroCO2 è nata in Guatemala, nella regione del Petèn, un’area dove degrado ambientale e sociale sono strettamente collegati. Andrea e Virgilio, i due founder...
ipcc 2023

IPCC, il tempo è finito, dobbiamo agire coraggiosamente

Il Sesto Rapporto di Valutazione sulla crisi climatica indicato con la sigla Ar6 è stato pubblicato il 20 marzo 2023 dall’IPCC, Gruppo Intergovernativo sui...
forest bathing

Forest bathing e forest therapy, cosa sono e perché sono differenti

Cos’è il forest bathing? Forest bathing è la traduzione inglese del termine giapponese 'shinrin-yoku'. In italiano il termine inglese è molto utilizzato, ma a volte...
rinnovabili

Rinnovabili prima fonte di elettricità entro pochi anni, lo assicura l’IEA

Fuori dai combustibili fossili prima di quanto si creda? E' questo il messaggio positivo che il rapporto sul mercato dell'energia 2023 dell'Agenzia Internazionale dell'Energia...
Italia meccatronica

Italia Meccatronica – Le professioni del futuro

Meccanica + elettronica. Un macro-settore che tiene insieme diverse specializzazioni spesso interconnesse: dalla metallurgia e la meccanica ai comparti delle apparecchiature elettriche, dall’elettronica fino...