Barbara Vecchi, con ciliegie e data science rivoluziono la cosmesi

L'imprenditrice di Vignola mette al centro della sua idea di cosmesi green la valorizzazione del territorio, sfruttando gli scarti delle ciliegie.

Dalla psicologia alla cosmetica naturale, passando per la data science. È il “viaggio” di Barbara Vecchi, imprenditrice di Vignola (MO), che ha messo a frutto tutto il suo bagaglio di conoscenze trasversali per fondare Oltree, azienda benefit che produce cosmetici dagli scarti delle ciliegie. Un’azienda che non si ferma al business, ma si impegna per avere un impatto positivo e misurabile sulla vita delle persone e dei territori dove opera.

Prima la psicologia, poi la data science e infine la cosmesi naturale: è un percorso, diciamo, originale che a prima vista sembra non avere collegamenti…

In realtà la data science non l’ho abbandonata, lavorando ancora per una fondazione che ne se occupa. E i collegamenti ci sono, e sono più forti di quello che può sembrare a prima vista: i dati hanno la capacità di svelarci il comportamento del mondo in cui viviamo, un po’ come fa la psicologia. Quello che affascina in generale è come l’approccio scientifico può essere applicato alle cose che vogliamo fare, ai nostri progetti.

È il percorso che ti ha portato a fondare Oltree?

Sì, perché grazie alla lettura dei dati ho capito che oggi la cosmesi è considerata ancora un accessorio, un vezzo, mentre è uno strumento importante per il benessere della pelle la cui cura è fondamentale per tutto il nostro corpo. Questa è un po’ la filosofia che ha animato la nascita di Oltree.

Oltree realizza cosmetici dagli scarti delle ciliegie: perché proprio dalle ciliegie?

È molto semplice: perché sono di Vignola, la patria delle ciliegie. Che fanno parte della mia vita quando ho memoria. Fin da piccola aiutavo mia nonna a scegliere quelle più belle, le selezionavamo a mano e io contributivo nel mio piccolo a questo processo. Poi, quando il progetto ha iniziato a prendere forma nella mia mente, il pensiero è andato subito a un’azienda francese che realizza i cosmetici con attivi derivati dalla vite. Mi sono detta: vuoi che non si possa fare una cosa simile con le ciliegie?

Poi c’era la questione della sostenibilità del business e dell’economia circolare

In che senso?

Nella frutticoltura, in generale, c’è uno scarto altissimo di prodotti che non vanno sul mercato perché magari un po’ “toccati”, come si dice in gergo, ma comunque ricchi di principi attivi. Le ciliegie in particolar modo sono ricche di vitamina E che è un antiossidante prezioso per la nostra pelle. E volendo realizzare un progetto che avesse come obiettivo la valorizzazione del territorio, l’applicazione dei principi dell’economia circolare e della sostenibilità, la scelta non poteva non cadere sulle ciliegie.

Anche il processo di “produzione” è sostenibile?

Siccome sono un’amante delle tecnologie cosiddette green, ho scoperto questo processo di iperfermentazione che consente di potenziare la formula e ottimizzare l’uso delle materie prime, usando solo la quantità necessaria, senza sprechi. Al momento è la tecnologia più sostenibile. Per quanto riguarda il packaging del cosmetico uso il Rpet, prodotto da bottiglie di plastica riciclata. In questo caso una scelta obbligata ad oggi perché sul mercato si trova unicamente quello. Ma grazie ancora alla mia passione per le tecnologia, sto studiando la fattibilità di materiali nuovi. Intelligenza artificiale e data science permettono di identificare materiali innovativi che garantiscano la conservazione del cosmetico e allo stesso tempo che abbiano un ridotto impatto ambientale.

Oltree è una società benefit. Che vuol dire essere società benefit nel settore della cosmetica e quali finalità vi siete dati da statuto?

La valorizzazione del territorio, prima di tutto, che poi ci consente anche di ridurre l’impatto ambientale, optando per soluzioni a km zero. Le materie prime sono a Vignola, come dicevo, mentre la trasformazione la fa una società specializzata in provincia di Bologna. I cosmetici vengono poi realizzati a Rovigo. Tutta la produzione avviene in un chilometraggio molto ridotto. Anche per la realizzazione del packaging esterno, non ci rivolgiamo a fornitori cinesi come spesso accade. Il nostro è in carta riciclata proveniente dagli scarti della lavorazione del mais e prodotto in Italia. E ha la scritta in braille per garantire l’inclusività di tutti.

Quanto è difficile promuovere una cosmesi sostenibile oggi?

Difficilissimo. Manca una sensibilità diffusa sulla cosmesi naturale sostenibile e poi ci sono due grandi problemi, uno che riguarda la produzione e l’altro la pubblicità. Sul primo aspetto, ricordo che i piccoli lotti, su cui puntano aziende come Oltree, non li vuole lavorare nessuno e così i produttori ti chiedono prezzi più alti oltre agli anticipi. Questo impatta anche sul prezzo applicato al consumatore finale che non è conveniente. L’ingresso sul mercato è pieno di ostacoli per il naturale sostenibile.

E sul fronte pubblicità?

In questo caso la tecnologia non ci è amica. La pubblicità sui grandi motori di ricerca o sui social fa fatica a funzionare perché il set di dati su cui vengono allenati gli algoritmi alla base di quei sistemi non contempla ancora la keyword “sostenibilità”. Il punto è che le persone non cercano le parole sostenibilità e cosmesi naturale online per motivi di matrice culturale – lo dicevo prima –, le piattaforme a loro volta non reputano quelle keyword appetitose per i loro algoritmi e questo rende ostico il posizionamento online.

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