La raccolta differenziata sta davvero diventando un fiore all’occhiello per il nostro paese e se è vero che carta, plastica e vetro sono i materiali più facilmente recuperabili, ce ne sono molti altri che è possibile riciclare: il legno è uno di questi.
Nato 25 anni fa, Rilegno si occupa del recupero e del riciclo degli imballaggi di legno: si tratta di un ente consortile che opera all’interno del sistema Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) e che raggruppa sia i produttori degli imballaggi che le imprese che li riciclano, come pure i fornitori e gli importatori della materia prima legnosa.
Del tutto in linea con l’obiettivo 12 dell’Agenda 2030, ovvero “garantire modelli sostenibili di produzione e consumo”, Rilegno raccoglie oggetti quali pallet, cassette della frutta, gabbie e bobine per cavi che provengono tanto dalla raccolta differenziata predisposta dalle Amministrazioni Comunali, quanto dalla raccolta effettuata dagli operatori privati presso industrie e grande distribuzione.
Emerge dunque il ruolo chiave del consorzio, tenendo presente che in Italia sono stati immessi al consumo 3,4 milioni di tonnellate di imballaggi di legno, nel 2021, per un recupero e riciclo di quasi 2 milioni di tonnellate, un dato che è continuato a crescere negli ultimi anni. Tutto ciò è possibile grazie alle 400 piattaforme distribuite in tutta Italia e i 15 impianti di riciclo, che vengono costantemente aggiornati e perfezionati.
Come avviene il riciclo del legno
L’adeguamento tecnologico è un aspetto fondamentale poiché parliamo di macchinari di grandi dimensioni, che operano in aree altrettanto estese dove sono raccolti i rifiuti costituiti da bancali, imballaggi, scatoloni in legno, ma pure porte, finestre, cassettiere. Avvalendosi di tecniche piuttosto complesse alcuni sistemi isolano il legno da tutto il resto, che è considerato un componente inquinante: si separano chiodi, metalli e altre leghe, per passare quindi a dei selettori a infrarossi che eliminano quei materiali inerti come vetro, sassi e alcuni tipi di plastica. Infine, attraverso una particolare procedura di taglio, il legno viene sminuzzato e ridotto a scaglie di pochi millimetri, la dimensione ideale per l’essicazione.
Da qui si possono poi ricavare i pannelli MDF (Medium Density Fiberboard) o truciolati, venduti direttamente ai clienti finali oppure utilizzati per creare mobili per ufficio; ma il legno di scarto trova ancora numerose aree in cui si trasforma. Si possono creare i pallet blocks per realizzare nuovi imballaggi, e se poi viene lavorato con il cemento, diventa un prodotto edile resistente e isolante; la pasta chemimeccanica viene usata per la generazione di carta e cartoni e, dopo il consumo, l’imballaggio di legno può essere ridotto in compost o terriccio per il commercio. Non ultima, la trasformazione in energia rinnovabile.
Una sensibilizzazione necessaria
Rilegno svolge molteplici altre attività oltre al riciclo, specie in ambito informativo e divulgativo: si occupa infatti di promuovere la comunicazione tanto verso le aziende e le istituzioni, quanto verso i cittadini, per accrescere la raccolta degli imballaggi di legno post-consumo. La diffusione di una cultura del recupero e del riciclo è nella logica di ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi, a partire dalla progettazione fino al fine vita: questo previene la produzione dei rifiuti, ottimizzando le prestazioni degli imballaggi, estendendone e migliorandone l’utilizzo.
L’attività di sensibilizzazione parte naturalmente già dalla realtà stessa di Rilegno, che coinvolge il proprio personale sui temi ambientali, la qualità e la sicurezza: questo implica un’attenzione costante sulle attività dirette e indirette del consorzio, garantendo la trasparenza di tutta la filiera e prevenendo situazioni che possono causare danni all’ambiente e alla salute delle persone.
Un’altra iniziativa incoraggiata da Rilegno è la community We are Walden, che coinvolge soprattutto giovani che condividono i valori della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente: non è soltanto una piattaforma digitale ma anche un luogo di incontro fisico, alimentato dal contributo di tutti i suoi giovani membri. Che si concretizza in progetti e realizzazioni pratiche: uno dei più recenti è un palco che è stato costruito per una scuola solo con legno riciclato, costituito da circa 60 pannelli, che si incastrano senza l’utilizzo di chiodi.
Il riciclo del sughero
In quest’ambito un discorso a sé merita il sughero, che Rilegno raccoglie e ricicla: trattandosi del rivestimento di una pianta, il tappo della bottiglia oggi viene buttato nell’umido, ma è un grande spreco. Il sughero ha infatti delle caratteristiche che lo rendono unico e il suo recupero ha quindi un valore altissimo: lo si può infatti riutilizzare in nuovi contesti, fra cui spicca quello edilizio, date le sue proprietà isolanti e fonoassorbenti.
Rilegno si è fatto promotore perché le normative ministeriali vengano adeguate in modo da consentire la raccolta differenziata anche per la preziosa corteccia in questione.
Un ulteriore dato di enorme valore è dato infine dal risparmio di anidride carbonica, che il legno “cattura” e che rappresenta un ulteriore vantaggio di primaria importanza: i dati di Rilegno mostrano un risparmio annuale di 1,9 milioni di tonnellate di CO2, che è come se circolassero un milione di veicoli in meno in un anno.
Il legno è stato definito come il materiale più ecosostenibile che esista, riciclabile al 100%, con un ciclo vitale praticamente infinito, con benefici ecologici e sul sistema produttivo: riciclare il legno significa infatti risparmiare energia, migliorare la qualità dell’aria ed evitare gli sprechi. Rilegno è un esempio virtuoso che promuove l’economia circolare, mostrandone gli effetti positivi e concreti proprio sull’economia e sull’ambiente. Un’occasione per approfondire questa realtà è data da Ecomondo, la fiera per la transizione ecologica che si terrà al Rimini Expo Center, dall’8 all’11 novembre 2022.