Gli italiani investono nell’economia green?

Il 57% è pronto per gli investimenti green; ma un buon consulente finanziario è imprescindibile e serve un ente terzo certificatore contro il greenwashing

Se la sostenibilità ambientale può essere oggi considerata finalmente nel mainstream della cultura sociale collettiva, il coinvolgimento pratico e diretto, che prevede l’investimento dei propri risparmi nel green, è ancora cauto e improntato da diffidenza e disorientamento.

In questo contesto emerge strategico il ruolo della consulenza finanziaria, che deve offrire una competenza accessibile e sufficientemente autorevole da conquistare la fiducia dei risparmiatori. Una sfida importante perché la transizione ecologica ha grande bisogno di consistenti investimenti, e non possono arrivare solo dall’operatore pubblico.

L’esperienza diretta è sempre il miglior maestro

Il 2022 è stato l’anno in cui l’attenzione degli italiani per la sostenibilità ambientale è finalmente decollata: il 91,7% dei cittadini dichiara di considerare il riscaldamento globale come un fenomeno concreto, pericoloso, provocato anche dall’umanità.

Questa nuova consapevolezza sembra arrivare soprattutto dal moltiplicarsi degli eventi atmosferici avversi e delle connesse conseguenze: dallo scioglimento del ghiacciaio della Marmolada ai temporali autorigeneranti delle Marche alla prolungata siccità, fino al caldo torrido in mesi che tradizionalmente ne erano esenti. Un corso di apprendimento accelerato dall’esperienza diretta, che ha innescato il cambiamento.

Proprio grazie a questa nuova consapevolezza, accompagnata dalla constatazione di quanto gli effetti dei cambiamenti climatici possano pesare direttamente sui conti economici e sociali, gli italiani hanno iniziato a guardare con altri occhi le tecnologie e i prodotti green e, più in generale, l’impostazione di un’economia orientata alla transizione ecologica.

È ormai per tutti evidente che rinviare scelte adeguate nella lotta al riscaldamento globale è un comportamento dannoso non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello economico.

I dati raccolti dell’indagine Censis riflettono questa tendenza:

· il 71% degli italiani, di contro ad un media Ue del 48%, ritiene che entro il 2050 l’energia, i prodotti ed i servizi sostenibili saranno disponibili a prezzi convenienti per tutti;

· il 68% degli italiani ritiene che le politiche per affrontare il cambiamento climatico creeranno più nuovi posti di lavoro di quelli che elimineranno (57% delle medie Ue);

· il 71% (61% dato medio Ue) ritiene che il cambiamento climatico creerà più posti di lavoro di qualità in termini di salari, sicurezza del lavoro e qualità dell’ambiente di lavoro.

Sono dati che evidenziano oltre ogni ragionevole dubbio che nella percezione comune si è modificato il rapporto tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica, e che il green è ormai percepito come pilastro di un processo che può essere socialmente inclusivo.

La transizione ecologica ha conquistato non solo un nuovo e più diffuso livello di attenzione, ma anche una diversa fiducia sulle sue potenzialità future relativamente a lavoro, equità sociale e qualità della vita.

Investire nel green, ma con una guida e una certificazione

Siamo dunque di fronte a una svolta socioculturale importante, considerato che nelle precedenti edizioni del Rapporto Assogestioni-Censis era emersa la prevalente confusione tra i risparmiatori sulle tematiche del green, con connessa diffidenza.

L’investimento green oggi è entrato a far parte delle opportunità di allocazione del risparmio prese in considerazione dagli italiani, con un sostanziale salto di qualità rispetto a un generale atteggiamento di disinteresse, disinformazione e diffidenza.

Oggi i dati Censis rilevano che il 57,4% dei risparmiatori è favorevole ad investire in prodotti finanziari ed imprese sostenibili: sono più favorevoli i giovani (59,6%), i residenti del nord ovest (61,7%), i laureati (67,9%), e i redditi alti (76,6%.

Si rileva comunque la persistente confusione che avvolge tale universo e che condiziona l’intenzionalità dichiarata.

Così l’89,8% degli italiani ritiene che sarebbe importante l’intervento di istituzioni o enti certificatori terzi che garantiscano che gli investimenti green siano esattamente quel che dichiarano di essere e che agiscano secondo i criteri annunciati.

Quali sono gli investimenti green? Sono quelli realizzati in aziende che producono soluzioni per la sostenibilita’ , le imprese dell’economia circolare e tutte quelle che si impegnano per essere a impatto positivo per il pianeta e la società. Gli investimenti green sono anche quelli in green bond e fondi esg.

Nei Rapporti Assogestioni-Censis è emersa netta la richiesta degli italiani di poter contare su una consulenza competente, accessibile, in cui avere fiducia.

Il bisogno esplicito espresso dagli italiani di essere affiancati da consulenti nelle decisioni sull’allocazione del proprio risparmio vista l’estrema complessità di questo momento storico, è ancor più forte relativamente all’ipotesi di investire nel green, poiché persiste una certa confusione e timore di finire nella trappola del green-washing.

È evidente che una nuova fase di sviluppo degli investimenti green ed Esg è condizionata dalla capacità di rassicurare, affiancare e orientare i risparmiatori, aiutandoli a superare quella diffidenza da confusione persistente che, ad oggi, li colpisce di fronte alla proposta di un investimento green. Questo è quanto emerge dal Rapporto annuale Assogestioni-Censis, presentato nell’ambito del talk di approfondimento R-Evolution Esg, trasmesso sulla piattaforma FR|Vision.

Foto di Gabriella Clare Marino su Unsplash

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