Paul Hawken, giornalista, imprenditore e attivista californiano, ha dedicato la sua vita ai temi della sostenibilità e dell’ambiente. Il suo fiore all’occhiello è Il Progetto Drawdown, il piano più completo mai proposto per invertire il corso del riscaldamento globale, del quale si è recentemente parlato anche in Italia a seguito della traduzione del libro che ne sintetizza i risultati.
Il progetto nasce nel 2001 dalla curiosità dell’imprenditore di individuareun elenco di soluzioni concrete e misurate su base scientifica che, applicate su larga scala, possano abbassare in 30 anni il riscaldamento globale.
In particolare, il termine drawdown citato, si riferisce al punto in cui i gas serra nell’atmosfera raggiungono il picco e iniziano a ridursi. Secondo Hawken, è importante passare dalla prospettiva “To stop global warming” a quella “To reverse global warming” applicando una serie di soluzioni su Energia, Alimentazione, Edifici e Città, Uso del Suolo, Materiali e molto altro, che permettano di invertire la tendenza grazie all’uso esteso di alcune pratiche che coinvolgano tutte le nazioni.
Il cambio di prospettiva deve aiutare a vedere il riscaldamento globale non più come “inevitabilità” ma come opportunità: un invito a costruire, innovare e fare cambiamenti che coinvolgano tutti senza confini gerarchici o disciplinari. Il team di oltre 200 ricercatori provenienti da 22 paesi del mondo (il 40% sono donne) con competenze e storie diverse rispecchia questo “modus operandi” misurando e creando modelli che evidenzino i costi di implementazione, manutenzione ma anche i risultati di risparmio energetico e impatto ambientale proiettati da qui al 2050.
L’approcio è olistico ma Hawken ci tiene a definire la sua organizzazione come di “apprendimento”: il loro ruolo è fare da collettori di informazioni, elaborarle, divulgarle e metterle a disposizione di tutti sul sito ufficiale del progetto per modificarle, correggerle o estenderle (www.drawdown.org).
Nella versione italiana del libro sono presenti diversi autorevoli contributi tra i quali Stefano Boeri, Professore Ordinario di Progettazione Urbanistica del Politecnico di Milano. Boeri evidenzia l’importanza di “creare ponti di conoscenza e sperimentazione, condividere azioni e politiche rigenerative, superare i muri e i confini sia di tipo nazionale che disciplinare; è l’unico modo per affrontare una sfida decisiva per il futuro dell’umanità”.
L’ultimo capitolo del libro riporta una ventina di anteprime sul futuro (Coming Attractions), frutto della creatività e del genio di chi ha aderito al progetto.
Alcune funzioneranno, altre meno ma l’importante è contribuire alla realizzazione di questa agenda. Perché come dice Hawken, “questa non è un’agenda né liberale né conservatrice. Questa è l’agenda è umana”. Siamo tutti chiamati a farne parte.
Sommario delle soluzioni del progetto Drawdown di Paul Hawken.
Immagine di copertina Photo by Agustín Lautaro on Unsplash