Oggi si cambia tanto di cambiamento, non solo perché quanto sta capitando nel mondo – tra pandemia e crisi climatica – impone nuovi problemi a cui bisogna dare risposta. Si parla di cambiamento perché abbiamo capito che alcuni valori, modelli, stili di vita che si ritenevano importanti e hanno plasmato la nostra società negli ultimi 100 anni, in realtà non ci hanno dato quello che davvero tutti cerchiamo, la felicità.
Sulla felicità si sono interrogati tutti gli uomini in tutte le epoche, in particolare se essa sia un obiettivo che ci dobbiamo dare nella vita e cosa fare per raggiungerla: per molti si tratta di ‘fare soldi’, per altri di avere potere, di raggiungere la fama; per altri bastao cose più semplici, come viaggiare, fare del bene, avere dei figli e una famiglia, coltivare una passione, mettere in piedi un’azienda.
In genere ciò che accomuna tutti è l’idea che la felicità sia la meta da raggiungere percorrendo certe vie.
E se fosse il contrario?
Cioè, se fosse la felicità ‘la strada’ per raggiungere altre mete importanti nella nostra vita? Tutti noi abbiamo sperimentato che spesso raggiungere un obiettivo su cui abbiamo investito tanto, passato qualche momento di gioia, risulta deludente e non ci porta alla felicità agognata. Questo significa che la felicità si trova non fuori di noi ma dentro di noi, è un lavoro che bisogna fare su se stessi.
Questo concetto si fa strada in ambito aziendale, dove si potrebbe affermare che un’azienda felice è un’azienda migliore, è un’azienda che ha successo e che pensa al benessere dei suoi dipendenti. E’ un’azienda che ‘mette tutti d’accordo: il manager, il proprietario, il dipendente, il socio, il mercato e il fatturato’ afferma Maurizia Rimondi autrice del libro Il marketing della felicità.
Il libro si rivolge agli imprenditori, ai manager e alla singola persona che vuole determinare il suo successo all’interno dell’organizzazione. È una sorta di manuale in cui si possono trovare strumenti concreti, azioni mirate che da domani possono cambiare l’approccio al lavoro nel caso di un dipendente, o l’approccio alle persone nel caso di un manager o imprenditore. E’ presente anche una sezione interviste dedicata alle aziende che stanno seguendo questo approccio come Ducati, Eurocompany, Davines, birrificio Baladin, Vanoncini e Zordan. Aziende con servizi e prodotti diversi che dimostrano come si possa essere un’organizzazione felice a prescindere da quello che si vende.
“Comunicare le persone e non solo il prodotto – spiega Rimondi – può essere il presupposto vincente per gestire un’organizzazione. Creare ambienti di lavoro virtuosi in cui le persone hanno voglia di rimanere con la voglia di contribuire al successo dell’azienda. Prendersi cura delle persone insegnando loro la pratica, ad amare il processo, fare di più per diventare di più, puntare ad essere la migliore versione di sé stessi”.