La cura del corpo, la cura del pianeta

Impariamo a scegliere i cosmetici meno impattanti partendo di piccoli semplice regole, oppure affidiamoci a un portale che verifica per noi quali sono i prodotti più sostenibili

Il settore cosmetico, in base ai dati del Report Make-up the future, impatta sul pianeta con emissioni di gas serra comprese tra lo 0,5% e l’1,5%. Il solo utilizzo del prodotto è responsabile del 40% delle emissioni del settore, seguito da packaging con il 20%, mentre l’estrazione di materie e trasporto hanno un impatto che si aggira circa intorno al 10%: il pianeta paga caro il nostro bisogno di farci belli.

Oggi sono molti i marchi in commercio che sono attenti e sensibili al tema della sostenibilità. C’è chi punta a un packaging plastic-free, altri offrono prodotti ottenuti con fonti rinnovabili, altri optano per confezioni ricaricabili, altri sulla tipologia degli ingredienti.

Con queste premesse, su quali marchi possiamo puntare per avere una cura della persona che sia “green”? The Good in Town ha incontrato Shop for Gea, che nel 2019 ha creato la prima piattaforma multibrand specializzata in cosmetica sostenibile in Italia, con l’obiettivo di selezionare accuratamente e dare visibilità i migliori marchi europei, dopo avere osservato e verificato la sostenibilità della filiera sotto diversi aspetti: filiera corta, spedizioni a ridotto impatto ambientale, ingredienti minimali e atossici, fair trade, packaging essenziale e sostenibile (riciclabile, biodegradabile e/o compostabile, lavabile e riutilizzabile).

Il settore cosmetico e la sostenibilità

Partiamo con un quadro generico di scenario fornito da Cosmetica Italia, l’Associazione nazionale imprese cosmetiche. Come in tutti gli altri comparti, anche nel mondo della cosmesi, la domanda di prodotti a connotazione naturale e orientati alla sostenibilità ambientale è una tendenza in costante crescita.

A oggi, non esiste una definizione univoca normativa dei concetti di “naturale/bio” e “sostenibilità ambientale” riferita ai cosmetici; Cosmetica Italia ha tracciato un perimetro di classificazione individuando due aree:

Cosmetici a connotazione naturale/biologica – Prodotto caratterizzato da elementi grafici o testuali (claim) che ne comunicano la connotazione naturale/biologica, in linea con la sua composizione formulativa, ovvero la presenza di un alto numero di ingredienti biologici o di origine naturale. Questo cosmetico può inoltre comunicare: la conformità allo standard internazionale ISO 16128; la certificazione naturale/biologica secondo il protocollo di un organismo privato specializzato; la conformità a una propria caratterizzazione autodefinita, nel rispetto del Regolamento 655/2013.

Cosmetici con connotazione di sostenibilità ambientale/green – Prodotto caratterizzato da elementi grafici o testuali (claim) che ne comunicano la connotazione di sostenibilità ambientale/green in ambiti che possono riguardare tutto il suo ciclo di vita e/o le politiche corporate dell’impresa verso la sostenibilità (ambientale, sociale, economica). A titolo esemplificativo gli ambiti possono interessare: processi produttivi; caratteristiche dell’imballaggio; gestione sostenibile della filiera; impronta ambientale di prodotto; certificazione di prodotto. Le aziende possono comunicare le proprie pratiche legate al campo della sostenibilità ambientale anche attraverso altri strumenti, quali certificazione Sistema Gestione Ambientale, certificazioni corporate, rapporto o bilancio di sostenibilità e premi/riconoscimenti internazionali.

Sulla base di questi perimetri di classificazione queste due tipologie di prodotti rappresentano il 25% del mercato cosmetico italiano, in crescita del 12,6% (2021/2020).

Attenzione alla scelta delle materie prime e al loro ciclo di vita, ai materiali di confezionamento e al loro smaltimento, all’impatto ambientale delle attività produttive, all’efficientamento di logistica e trasporto delle merci e alle condizioni di lavoro dei lavoratori: il punto cardine di tutte le attività è ridurre le emissioni in ambiente e ottimizzare l’utilizzo delle risorse.

Un hub per il Beauty Sostenibile

Abbiamo incontrato Gaia Brivio, fondatrice di Shop for Gea, e le abbiamo chiesto come è nata l’idea, come è maturata, e quali i prossimi sviluppi di questo virtuoso progetto.

gaia brivio
Gaia Brivio

“Nel 2019, con Shop for Gea abbiamo voluto creare la prima piattaforma multibrand specializzata in cosmetica sostenibile in Italia, selezionando accuratamente i migliori marchi europei che potessero anche dimostrare una condotta sostenibile a più livelli. Acquisita esperienza e passione, dopo un anno abbiamo scelto di metterci in gioco direttamente, lanciando una linea proprietaria di prodotti per la cura dei capelli: 11 tipi di shampoo e balsami solidi, accoppiati per colore e profumo, totalmente privi di parabeni, solfati, siliconi e coloranti artificiali.

Una produzione 100% Made in Italy e plastic-free, rispettosa dell’ambiente, caratterizzata da packaging essenziale e da una filiera fair trade attenta ai lavoratori e che include anche persone con disabilità.”

Shop for Gea è diventato anche un modo di comunicare la cosmesi e un hub di diffusione della cultura della bellezza sostenibile, Gaia, vuoi raccontarci quale la vision con cui avete costruito il vostro hub?

Shop for Gea è oggi un’azienda a prevalenza femminile, al tempo stesso piattaforma e community: il suo profilo Instagram conta oltre 30.000 follower ed è ricco di contenuti utili, come guide all’utilizzo dei prodotti, reel e tips su comportamenti d’acquisto sostenibili, oltre a conversazioni e dialoghi su stili di vita improntati alla sostenibilità. Grande importanza viene inoltre attribuita al linguaggio, che diventa inclusivo e sostituisce, ad esempio, la terminologia capelli normali con capelli equilibrati.”

Quali i vostri valori fondanti e quale la mission che avete in mente di portare avanti?

“I valori di cui Shop for Gea si fa portatrice sono chiari e molto pratici: promuovere la cultura della sostenibilità, con particolare riferimento all’ambiente, all’educazione ambientale e al controllo della filiera; promuovere uno stile di vita sostenibile mediante la scelta di un consumo e utilizzo consapevole di tutti i prodotti e dei servizi di uso quotidiano, specialmente nell’ambio della cosmesi; valorizzare l’imprenditoria femminile, avendo la cura come modello di riferimento verso i diversi stakeholder: fornitori, collaboratori, clienti, comunità e territori.”

Breve vademecum del buon consumatore

La prima e migliore regola per il buon cosmetico è sempre: “Less is more” (tr. meno è meglio).

Se le materie prime sono di qualità, gli ingredienti sono meno. Ricordiamo poi di consultare sempre l’ INCI (nomenclatura internazionale degli ingredienti cosmetici). Un catalogo nato negli anni 70 in America che fornisce un elenco di tutti i prodotti dal più innocuo per la salute, a quelli più controversi e dannosi.

Prodotti monouso, o venduti in piccoli quantitativi oppure in confezioni complicate per ragioni di marketing, hanno sicuramente un impatto più alto delle confezioni semplici e capienti. Più la confezione è complessa e più sarà difficile riciclarla correttamente.

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