Da 22 anni esiste uno strumento chiamato EPI Index, realizzato da ricercatori delle università di Yale, che misura la politica ambientale globale, valutando 180 paesi su 32 indicatori di performance in 11 categorie di settore che coprono la salute ambientale e la vitalità dell’ecosistema. In sostanza, questo report ci dice quali nazioni si stanno comportando meglio da un punto di vista ambientale e stabilisce una classifica delle migliori. L’ultimo di questi report è quello del 2020 e vede al primo posto in classifica la Danimarca che si distingue in particolare per le sue politiche di contrasto al cambiamento climatico. I punteggi più bassi del rapporto vanno invece a una serie di Paesi che affrontano problemi di democrazia, in cui la situazione di governo non è stabile, tra cui Liberia, Myanmar e Afghanistan, a dimostrazione del fatto che la strada per lo sviluppo sostenibile va di pari passo con lo sviluppo di giustizia sociale e istituzioni democratiche. Inoltre essere ‘green’ è piuttosto costoso e molto correlato anche al benessere economico degli Stati.
La mappa qui sotto è stata elaborata da Visual Capitalist sulla base dei dati EPI e attraverso 32 indicatori di salute ambientale ha ristretto il campo ai 40 Paesi più verdi che sono anche quelli a più alto reddito.
Tra gli indicatori utilizzati ci sono: cambiamento climatico, biodiversità, pesca, acqua, agricoltura, gestione dei rifiuti, qualità dell’aria, emissioni CO2.
Approfondendo la lettura del report è possibile scoprire che la classifica può cambiare in base all’indicatore che viene preso in considerazione, per esempio la Cina è prima al mondo per l’adozione dei veicoli elettrici, mentre Singapore si distingue per sistemi di pesca sana e sostenibile e il Canada per la protezione della biodiversità.
Le prime 10 nazioni sono tutte europee, l’Italia non va benissimo ma è al 22simo posto.