L’agricoltura aeroponica, una soluzione alla siccità

Ecco come una tecnica agricola a bassissimo uso di acqua e di suolo può rappresentare una via sostenibile all'alimentazione del futuro. Ed è già realtà.

Con una popolazione di 8 miliardi di abitanti, ancora in crescita, e il suo fabbisogno crescente d’acqua, in un Pianeta che soffre sempre di più la siccità, si cercano soluzioni per sostenere il settore dell’agricoltura. Ci sono scelte alimentari che aiutano a ridurre la quantità d’acqua che consumiamo indirettamente a tavola – quella usata per coltivare e produrre gli alimenti – come, in primo luogo, quella di prediligere i vegetali e i legumi rispetto ai prodotti di origine animale; ma anche gli sprechi idrici nei campi sono un problema grosso. Oggi fortunatamente esistono diverse tecniche che permettono di ridurre l’utilizzo di questa risorsa sempre più preziosa, dato che nel periodo 1991-2020 in Italia la media della pioggia annuale ha toccato i 255 miliardi di metri cubi, circa il 18% in meno della soglia indicata nel 1970; negli ultimi tre anni, inoltre, le regioni che si sono dimostrate più in sofferenza sono quelle del Nord, storicamente le più piovose e sede delle grandi colture della Pianura Padana. L’Italia è ormai uno dei Paesi più aridi d’Europa e vive una situazione che mette a rischio circa 300mila aziende agricole nel nostro Paese.

Anche per questo, evitare gli sprechi idrici è, quindi, una delle attenzioni che oggi non si possono trascurare quando si parla di produzione agricola. Per farlo, tutte le soluzioni possono contribuire, comprese le tecniche con un fabbisogno idrico minimo, come l’agricoltura aeroponica.

Aeroponica: cos’è e come funziona           

Non si tratta di un’invenzione recente: le sue origini e i primi esperimenti risalgono a oltre un secolo fa, anche se ci volle del tempo perché iniziasse davvero a prendere piede. Fu W. Carter nel 1942 a portare una svolta, studiando una tecnica di coltivazione che sfruttava il vapore acqueo per facilitare la crescita delle radici; due anni dopo, LJ Klotz provò a far crescere delle piante di agrumi nebulizzandone le radici con vapore, mentre conduceva una ricerca sulle soluzioni per le patologie che colpivano radici di piante come agrumi e avocado. Altri agronomi negli anni seguenti portarono avanti tentativi ed esperimenti analoghi con diverse piante, fino al 1957 quando F.W. Went riuscì a codificare un processo di coltivazione che chiamò “aeroponico”, con il quale riuscì a far crescere piante di caffè e pomodori mantenendone le radici sospese in aria e nebulizzandole con un vapore acqueo arricchito di sostanze nutritive. Questa è, infatti, ancora oggi la base l’agricoltura aeroponica, che ai giorni nostri è una tecnica di coltivazione in serra realizzata senza impiegare terreno né acqua, se non in quantità veramente minime.

I sistemi aeroponici, infatti, sono costituiti da una camera di crescita, da una componente che supporta le piante e da un sistema di alimentazione. Le piante sono infatti sostenute da elementi come tessuto e particolari schiume che supportano steli e radici nel corso della crescita; nel frattempo vengono nutrite in modo mirato attraverso il vapore nebulizzato, che permette un utilizzo di acqua minimo e nessuno spreco idrico, contrariamente a quanto avviene nei campi tradizionali, che oggi sono responsabili  di un quarto del volume totale dei prelievi idrici nel territorio dell’Unione Europea.

Quella aeroponica è, poi, anche una delle tecniche di coltura senza suolo, in modo simile all’idroponica. L’aeroponica è stata sviluppata, infatti, proprio a partire da quest’ultima, che porta avanti la coltivazione tenendo le radici immerse in acqua arricchita con sostanze nutritive anziché nel terreno. Questa tecnica non si è dimostrata adatta per tutte le colture, dato che alcune piante non hanno abbastanza ossigeno per crescere: con la coltura aeroponica, invece, grazie alla sospensione in aria delle radici, il problema è stato risolto.

Agricoltura senza terra e senz’acqua, o quasi

Tra i Paesi che hanno sperimentato questo metodo in modo più massiccio e con più serietà c’è indubbiamente Israele, che ha fatto di necessità – la costruzione di un Paese indipendente sul piano alimentare nel cuore di una regione arida – virtù, sfruttando le sue competenze altamente tecnologiche. Infatti, i vantaggi portati da questa tecnica possono costituire una valida soluzione a molti dei problemi che oggi toccano direttamente il comparto agricolo che, se non trova prospettive alternative di sviluppo, dovrebbe espandersi di circa il 70% entro il 2050, un obiettivo non solo problematico per le conseguenze ambientali che avrebbe, ma anche irrealistico.

La prima caratteristica che salta all’occhio dell’agricoltura aeroponica, infatti, è proprio il risparmio di risorse, a partire dall’acqua, di cui utilizza il 90% in meno rispetto all’agricoltura tradizionale, a fronte di un’elevata efficienza e produttività. Quanto al risparmio di terra, poi, secondo i dati forniti da AeroFarms, un gigante mondiale di agricoltura indoor con sede in New Jersey, negli Stati Uniti, l’utilizzo di suolo è di circa l’1% di quello necessario per l’agricoltura convenzionale, a fronte di un’efficienza produttiva di oltre 390 volte superiore in relazione al terreno utilizzato, con circa 26 raccolti all’anno. Vantaggi misurati anche in Italia, dove sono piuttosto sviluppate sono soprattutto le serre aeroponiche, di cui ne esistono diverse anche in progetti pilota e anche piuttosto estese, comprese le varianti di queste tecniche come l’agricoltura verticale, di cui uno dei capofila è la milanese Planet Farms, che oggi offre circa trenta tipi diversi di insalate, rucola, erbe aromatiche, basilico, e oggi collabora con chef stellati Michelin.


L’unico potenziale limite dell’agricoltura aeroponica è rappresentato dal suo fabbisogno di energia elettrica, necessaria per l’illuminazione a LED e per mantenere in funzione i nebulizzatori di cui le coltivazioni hanno bisogno. Tuttavia, se gli impianti sono alimentati a energia rinnovabile, magari con un proprio impianto fotovoltaico in loco, il problema è subito risolto, confermando i molteplici vantaggi di una tecnica agricola che può davvero essere considerata una soluzione vantaggiosa per i bisogni nutritivi del Pianeta di oggi e di domani, senza rinunciare a un’alimentazione sana.

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