Le ragazze in tandem e il loro giro d’Italia

Vivere l’inclusione pedalando insieme: il viaggio di Giusi Parisi, sportiva cieca, che ha attraversato l’Italia in bicicletta

Il Giro d’Italia di ciclismo è da poco iniziato e per tre settimane appassionerà milioni di tifosi che si riverseranno sulle strade o seguiranno le tappe davanti al televisore. Mentre i corridori attraversano le diverse località, i telecronisti ne approfittano spesso per farle conoscere al pubblico, proponendo informazioni e aneddoti interessanti.
C’è un altro giro d’Italia che qui vogliamo raccontare, poiché è stato affrontato da una ragazza cieca che ha percorso l’intera penisola in due tranche: si tratta di Giusi Parisi che, con grande determinazione e fiducia, ha raggiunto questo obiettivo in sella a un tandem.

fotografia del logo Ragazze in Tandem

Ragazze in Tandem è un progetto nato nel 2023 da un’idea di 5 ragazze, alcune non vedenti come Giusi, che sono partite dall’idea di riprendere e valorizzare l’utilizzo del tandem. Si tratta di un mezzo di trasporto che talvolta giace inutilizzato negli scantinati, ma che è ideale per persone cieche.
Dalle cinque fondatrici si è creata una piccola comunità, diffusa in tutta Italia, che organizza pedalate urbane, eventi e incontri per coinvolgere sempre più persone, di ambo i sessi, creando una rete di piloti e copiloti: uno dei loro obiettivi è quello di abbattere le barriere non solo fisiche ma soprattutto mentali, e dimostrare che la vera inclusione nasce dal desiderio di condividere emozioni, fatiche, paure e conquiste.

Un viaggio “alla cieca” che insegna a fidarsi

In Italia, la disabilità visiva presenta numeri importanti: i dati del Ministero della Salute stimano circa 1,5 milioni di ipovedenti e 220.000 ciechi assoluti. Se si amplia l’analisi a tutte le forme di disabilità visiva, incluse quelle moderate, parliamo di oltre 1,8 milioni di persone.
Purtroppo, la partecipazione delle persone cieche allo sport resta ancora molto limitata: secondo l’associazione Real Eyes di Daniele Cassioli (di cui parleremo prossimamente), sono soltanto 300 i tesserati tra atleti, dirigenti e allenatori che praticano sport in modo strutturato. Una delle difficoltà maggiori riguarda proprio il trovare atleti vedenti disposti a fare da guida, la cui presenza è fondamentale per molte discipline sportive, come il ciclismo e la corsa.

Per questa ragione Giusi Parisi ha voluto lanciare un messaggio molto forte quando, dal 19 settembre al 26 ottobre 2023, ha attraversato l’Italia da Milano a Lecce, percorrendo circa 2.000 chilometri. Il titolo scelto, “Italia in tandem… alla cieca!”, è una dichiarazione di autoironia e di coraggio: “non è stato solo un viaggio, ma un progetto”, racconta la protagonista, “guidato dalla volontà di scardinare il pietismo o l’idea di essere supereroi”. Un progetto che ha visto il supporto di vari sponsor, fra cui Nalini, azienda leader di abbigliamento sportivo, e Soroptimist International, un’organizzazione di professioniste e manager donne, che promuove l’avanzamento della condizione femminile, la piena realizzazione delle pari opportunità e i diritti umani.
Il tandem è molto più di una semplice bicicletta a due posti: è quasi una metafora della relazione tra chi vede e chi non vede, tra chi guida e chi si affida. Chi siede dietro, come Giusi, ha il manubrio fisso e non può influire sulla direzione; tutto dipende dalla persona davanti, che decide le manovre e interpreta il percorso. Ogni curva, ogni salita, ogni frenata sono il risultato di una complicità che nasce dal dialogo, dalla comunicazione non verbale e dalla capacità di ascoltarsi profondamente.

fotografia di Giusi Parisi e Chiara Ozano durante il loro giro d'Italia
Giusi Parisi e Chiara Ozano durante il loro giro d’Italia

Chi ha percorso insieme a lei la maggior parte delle tappe di questo giro d’Italia è Chiara Ozano: poi in altre tappe si sono alternate ulteriori guide. “All’inizio pensavamo semplicemente a una vacanza”, ricorda Chiara, “ma poi ha preso forma l’idea di farlo diventare qualcosa di più grande, che avesse un significato non solo per noi due”.
Per entrambe il primo passo è stato quello di mettersi in gioco, dato che nessuna aveva mai fatto esperienze di questo tipo: poi è emersa la voglia di creare un progetto vero e proprio, che fosse non solo una sfida sportiva, ma un messaggio di inclusione reale. Pedalare senza vedere, affidandosi completamente a chi guida davanti, significa vivere ogni metro come un atto di fiducia e condivisione: questo è un elemento chiave, sia per la sicurezza che per la qualità dell’esperienza sportiva “È fondamentale parlarsi, ci sono piccoli rituali e gesti con cui io e Chiara comunichiamo”, continua Giusi: “il tandem è sociale, e costruisce una relazione in cui la fiducia diventa la vera forza motrice”.

Un viaggio che diventa comunità

fotografia dei due itinerari
I due percorsi del giro d’Italia di Giusi Parisi: da Milano a Lecce, poi da Reggio Calabria a Milano

“Abbiamo suddiviso il giro in due parti”, spiega Giusi Parisi, “per organizzarci al meglio anche nella gestione dei permessi dal lavoro”: le tappe sono state mediamente di 50 km, anche se non è mancato il “tappone” di 80 km e 1800 m di dislivello. Questo è stato affrontato durante il secondo giro, da Reggio Calabria a Milano, via Torino, svoltosi dal 25 aprile al 4 giugno 2024, per altri 2000 chilometri abbondanti.

“Se avete seguito le paralimpiadi avete visto i tandem con cui corrono i ciclisti in pista”, sottolinea Giusi: “il nostro non è esattamente di quel tipo, dato che è molto robusto e pesa 38 chili, che arrivano a 54 con le borse”. Le ragazze non hanno infatti avuto alcun supporto esterno da eventuali “ammiraglie” che portavano i loro bagagli, ma hanno anzi ottimizzato il carico per riuscire a completare al meglio ogni tappa.
Tuttavia, giorno dopo giorno, le due cicliste hanno incontrato associazioni, amministrazioni, gruppi sportivi e cittadini, portando il loro messaggio di apertura e inclusione. “Il nostro obiettivo è scardinare lo status quo, stimolare le associazioni sportive ad aprirsi alle persone con disabilità e mostrare che lo sport può essere un linguaggio universale, capace di unire e di abbattere pregiudizi”.

Quello di Giusi e Chiara è stato un viaggio sia nella natura che nell’umanità: “mentre pedalo, percepisco molto bene l’atmosfera che c’è attorno, le sensazioni e profumi dell’ambiente circostante”, confida Giusi, ”anche perché Chiara parla continuamente e descrive tutto quanto”.
“Nel tracciare l’itinerario della seconda parte ho privilegiato percorsi più naturalistici”, racconta Chiara, “fra i quali ho incluso la spettacolare ciclovia calabrese: in quel tragitto la guida del tandem è stato il nostro amico Gianfranco”.

Impossibile sintetizzare tutto quello che è successo nelle 80 tappe del loro giro d’Italia: dai numerosi cicloamatori che si sono affiancati alle ragazze per percorrere assieme un pezzo di strada, fino agli incontri organizzati in diverse scuole e parrocchie.

Fotografia di Giusi Parisi e Chiara Ozano in una scuola
Giusi e Chiara con gli studenti di una scuola

A Firenze era stata prevista un’altra pedalata in tandem durante il loro passaggio, così come a Mantova hanno incontrato ulteriori cicloviaggiatori: proprio nel percorso calabrese una delle soste è stata a Laino Borgo, all’interno del parco del Pollino, mentre in Romagna sono state ospitate dal Fantini Club.
C’è stato spesso il coinvolgimento delle FIAB locali (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), i cui soci hanno “scortato” le due ragazze per vari chilometri. La FIAB Padova con l’Unione Ciechi hanno risistemato 7 vecchi tandem e soprattutto le due ragazze hanno cercato di trasferire il loro entusiasmo contagioso alle altre persone cieche. Atmosfera infine di grandissima festa all’arrivo a Ceglie Messapica (BR), dove Giusi è nata e ha ritrovato la sua famiglia: fra questi la sorella ha dichiarato come “i limiti, nella maggior parte dei casi, sono nella nostra testa, e chi li supera diventa esempio per tutti”. Fra l’altro, la 5a tappa del Giro d’Italia 2025 ha preso il via proprio da Ceglie Messapica.

Pedalare insieme per andare lontano

Il giro di Giusi e Chiara è stato anche un viaggio nella natura e nell’umanità: lungo la via Francigena o le ciclabili silenziose della Sila e dell’Aspromonte, fino alle piazze affollate delle città, ogni tappa ha regalato incontri, storie, abbracci. “È successo più di una volta che siamo arrivate molto stanche, ma non ci siamo potute cambiare perché avevamo degli incontri fissati”, ricorda Giusi: “ma questo era parte del nostro progetto, focalizzato più sulle relazioni che sulla prestazione atletica”.

Il tandem è diventato anche un pretesto per parlare di empowerment femminile, di accessibilità, di coraggio, di sogni condivisi. Il progetto Ragazze in Tandem vuole essere anche un invito alle donne, con o senza disabilità, a prendersi il proprio spazio, a mettersi in viaggio, a scoprire che la forza sta nella relazione e nella rete.
“Con il nostro giro d’Italia abbiamo creato molte connessioni, che speriamo continuino”, conclude la ciclista pugliese, “anche perché noi pensiamo che il progetto possa essere replicato: ci vuole solo passione”.

Giusi Parisi, insieme alle guide che hanno condiviso con lei questo viaggio, propongono l’utilizzo del tandem che va oltre il pedalare in una bicicletta a due posti: è un modo per imparare a fidarsi, per lasciarsi guidare e, a volte, per guidare. È la dimostrazione che l’inclusione può passare attraverso esperienze concrete, fatte di piccoli gesti: per arrivare insieme dovunque, anche dove da soli non si sarebbe mai pensato di arrivare.

Ragazze in Tandem

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