Marco Porcaro: quando circa dieci anni fa ha fondato Cortilia, in tanti han provato a dissuaderlo. ‘Questo business non può funzionare, come fai a portare i prodotti freschi a domicilio, con questo sistema di prenotazione online non li comprerà mai nessuno, la gente vuole toccare il prodotto.. E’ un fallimento in partenza…’
Ma lui è perseverante.
Dieci anni dopo Cortilia – la campagna a casa tua – è la più importante società italiana che fa consegne a domicilio di prodotti freschi, spesso biologici e a km0, opera in 3 regioni e 15 città, ha migliaia di clienti, un fatturato di oltre 30milioni nell’ultimo anno, ha decine di aziende agricole partner. Ed è anche, da poco, una società benefit.
‘Siamo sostenibili by design – dice Marco – il passaggio a società benefit, e a breve a B Corp, lo abbiamo rimandato in questi ultimi anni per questioni fondamentalmente di tempo. Ma quando ultimamente siamo andati dal notaio per il nostro ultimo investimento (34 milioni di euro), ne abbiamo approfittato per cambiare il nostro statuto e diventare ufficialmente società benefit, un passaggio per noi naturale, si è trattato di esplicitare meglio ciò che da sempre è il nostro modello di business sostenibile. In questo modo ora lo conoscono bene anche gli investitori: siamo una società che non bada solo al profitto a breve termine, ma a generare impatto positivo intorno a sé”.
Gli investitori sono stati ben contenti di questa variazione dello statuto, anche Renzo Rosso (Diesel), uno dei recenti nuovi soci: il settore degli investimenti in società con un valore ESG elevato (come le società benefit) è infatti in pieno boom, perchè si è capito che sono queste le aziende del futuro.
Un imprenditore testardo
“Sì, quando ho cominciato non sembrava che il mio servizio potesse avere delle chance, dieci anni fa era davvero difficile immaginare di vendere online dei prodotti alimentari freschi, facilmente deperibili, che in un giorno o due devono essere venduti o smaltiti, richiede una certa organizzazione, complessa. Inoltre c’è un altro aspetto delicato, la conservazione del prodotto in un ambiente refrigerato, sia a livello di magazzini che di distribuzione con i furgoncini. Ci sono regole precise in questo ambito e noi abbiamo scelto di stare alle regole e garantire una sicurezza al 110% dei nostri prodotti, in tutta la catena del freddo, nel trasporto, fino al consumatore. Non tutti gli operatori fanno queste stesse scelte perchè rende tutto il processo più complesso e più costoso. Ci sono tanti ecommerce alimentari oggi che sono davvero ‘bordeline’ in quanto a sicurezza. Per noi, invece, è fondamentale”.
“Su questa sicurezza noi costruiamo anche la fiducia dei consumatori nei nostri confronti. Perchè non è facile per un italiano, che ha la cultura del cibo e che vuole toccare, annusare, magari assaggiare, delegare un altro a comprare certi prodotti. E’ importante che con noi i clienti si sentano in buone mani”.
Voi come siete organizzati per gestire il servizio evitando anche inefficienze e sprechi?
“La componente tecnologica è quello che permette tutto questo. Fondamentalmente siamo dei rivenditori, compriamo e rivendiamo frutta, verdura e altri prodotti, arriva tutto nei nostri magazzini, viene assemblato nelle cassette e nei box e poi distribuita a domicilio”.
“La tecnologia, basata sull’analisi dei dati delle vendite, ci aiuta a fare delle analisi previsionali e prevedere con una certa precisione quanta e quale merce dobbiamo acquistare, abbiamo un team di data scientist che lavorano su modelli predittivi che ci permettono di pianificare, e questo ci aiuta a fare le stime di quanto e cosa dobbiamo ordinare in funzione di quello che verrà venduto e distribuito, permettendoci di lavorare meglio e limitare danni economici e eccedenze”.
“Eccedenze che per noi non sono mai spreco, perchè sin dall’anno zero di Cortilia abbiamo un accordo con il Banco alimentare e tutti i prodotti non venduti vengono conferiti. Per questo dico che Cortilia è sostenibile by design: quando l’ho progettata ho pensato a tutte le problematiche anche di questo tipo che avrei dovuto gestire. Lo spreco per noi è tendente allo zero“.
L’importanza della squadra
“La nostra squadra è fatta di tante persone giovani, sono una cinquantina, ci sono alcuni che sono con me da diversi anni, da quando hanno finito l’università, li ho visti crescere professionalmente e umanamente ed è veramente molto bello, Cortilia è un successo anche loro, ovviamente”.
“Abbiamo affrontato diverse battaglie insieme, non ultima quella di quest’anno, in cui abbiamo affrontato il Covid, la crescita dell’azienda esponenziale dell’azienda che è passata da 12 a 33 milioni di fatturato, tra marzo e aprile 2020, in lockdown e parzialmente in smart working, siamo riusciti a gestire una domanda che era 5 volte quella delle nostre capacità fino a quel momento e in tutto questo abbiamo fatto attività di sostegno alla comunità, abbiamo rifornito ospedali, fatto liste priorità per i medici, continuato a rifornire il Banco alimentare, insomma un periodo pazzesco. E in più abbiamo lavorato sul progetto del magazzino nuovo a Cassina de’ Pecchi e strutturato l’investimento ultimo. Davvero un anno esagerato“.
“Sono veramente molto contento della mia squadra, giovani donne e giovani uomini bravissimi, hanno fatto miracoli, abbiamo raggiunto i nostri obiettivi insieme. Lo sapevo già che erano bravi, ma certamente ne ho avuto la conferma nell’ultimo anno. Noi cortiliani condividiamo una cultura aziendale fatta di valori, attaccamento all’azienda, capacità di entusiasmarsi per le nuove sfide e di non risparmiarsi, coraggio, voglia di osare, di andare oltre”.
Il nuovo magazzino a Cassina de’ Pecchi
“Sarà un magazzino ipersostenibile: il nostro è un business energivoro, perché richiede magazzini regrigerati e distribuzione refrigerata, lo facciamo per la sicurezza alimentare, ma ciò non toglie che richieda una grande quantità di energia”.
Il nuovo magazzino di Cassina de’ Pecchi alle porte di Milano è la nuova sfida di Marco Porcaro e di Cortilia. La ‘nuova casa di Cortilia’ da un punto di vista immobiliare è un progetto di riqualificazione ‘green’: al posto di due capannoni di logistica nell’area ex Nokia, sorgerà il nuovo quartier generale, 50mila metri quadri di eccellenza nella sostenibilità ambientale, ma anche di vivibilità lavorativa e integrazione con la comunità. Un polo che assumerà parecchie persone.
“Non possiamo fare a meno della refrigerazione, ma in questo centro stiamo attivando un sistema energetico fotovoltaico di ultima generazione e un insieme di accorgimenti strutturali per efficientare i consumi energetici. Inoltre, sarà circondato da un’area verde, che in parte vorremmo destinare a progetti di tutela e promozione della biodiversità e attività didattiche, da condividere con le comunità locali” – specifica Marco.
Cosa significa essere società benefit per Cortilia?
“Valorizzazione del territorio, valorizzazione dei piccoli produttori, efficienza nel processo distributivo, rispetto per l’ambiente, business model sostenibile, trasparenza verso i consumatori”.
“Sicuramente è qualcosa che si esplica nel perimetro degli stakeholder interni, prima di tutti i nostri dipendenti e i nostri agricoltori e fornitori, i clienti; ma anche a livello di shareholder (soci), per i quali adesso è definitivamente chiaro che Cortilia è un’azienda che prima ancora del profitto, intende avere un impatto positivo in ogni direzione”.
“Le aziende nuove che nascono oggi dovrebbero essere tutte società benefit, il vecchio approccio nel fare impresa solo per generare profitto, senza considerare impatto e responsabilità, è superato, perchè è illogico. Il settore pubblico dovrebbe partecipare e sostenere il diffondersi di questo modello cominciando a far diventare tutte le proprie società partecipate benefit: Rai, Eni, Enel, Poste, Ferrovie dello Stato tutte potrebbero diventare benefit, è più complicato, ma questo sarebbe una vera rivoluzione. Così il nostro Governo mostrerebbe adesione (e lungimiranza) per questo modello aziendale che rappresenta il futuro”.
Attualmente, il servizio di Cortilia è diffuso in Lombardia (nelle province di Milano, Monza e Brianza, Varese, Como, Pavia, Lodi, Bergamo, Brescia), in Piemonte (nella provincia di Novara e a Torino) e in Emilia-Romagna (Bologna, Modena, Piacenza, Parma e Sorbolo), con l’obiettivo di espandersi in futuro.