Negli ultimi anni si è assistito a un significativo cambiamento della prospettiva globale nel settore dei trasporti. L’attenzione alle questioni ambientali, la crescente congestione del traffico urbano e le preoccupazioni sulla salute hanno portato a pensare alla bicicletta come una soluzione pratica. Tuttavia, affinché essa possa diventare una modalità di trasporto convenzionale, è necessario avere a disposizione un’infrastruttura solida e adeguata, che costituisca il fondamento per una reale mobilità ciclistica. In tutta Europa, ma non solo, il termine “cycling mobility” sta diventando sempre più importante nelle politiche urbane: con il crescente interesse per uno stile di vita sostenibile e la necessità di ridurre l’impatto ambientale delle nostre azioni, la bicicletta si sta affermando come un mezzo di trasporto pratico ed ecologico.
Negli anni ’70 fu pubblicato in Olanda il CROW Bike Design Manual, riguardante la pianificazione e l’ingegneria del trasporto ciclistico nei Paesi Bassi: è stato periodicamente aggiornato fino all’ultima edizione del 2016, ed è tuttora considerato il manuale di riferimento a livello mondiale, relativo alla progettazione del traffico ciclistico.
In sintesi, il manuale identifica cinque principi base per una corretta pianificazione: coerenza, immediatezza, sicurezza, comfort e attrattiva. La coerenza garantisce un’integrazione perfetta con le strade esistenti, mentre l’immediatezza riduce al minimo i tempi di viaggio, rendendo la bicicletta una scelta pratica per i pendolari. La sicurezza, che deve essere una condizione imprescindibile, implica corsie riservate, demarcazioni chiare e rispetto delle regole del traffico. Il comfort e l’attrattiva sono quegli aspetti che incoraggiano le persone ad andare in bicicletta, promuovendo l’attività fisica e riducendo le emissioni di carbonio.
Lo sviluppo della rete di percorsi internazionali
Per promuovere la ciclabilità urbana e turistica a livello europeo, nel 1983 fu fondata la ECF, Federazione Europea dei Ciclisti, una ONG costituita oggi da oltre 65 organizzazioni presenti in più di 40 nazioni: l’ECF svolge un lavoro costante presso tutte le primarie istituzioni europee sui molteplici temi che riguardano la mobilità, la sicurezza, e naturalmente la salute e il cambiamento climatico.
Al centro della rivoluzione ciclistica europea si trova il progetto EuroVelo, una rete di percorsi ciclabili a lunga percorrenza che attraversano tutto il continente. Sviluppato all’interno dell’ECF da un apposito gruppo di lavoro, nel 1997 fu presentata la prima mappa che fissava una dozzina di itinerari: attualmente sono stati definiti 17 percorsi, tutti con una distanza di varie migliaia di chilometri, che utilizzano specifiche piste ciclabili e strade a basso traffico. Una volta ultimata, la rete raggiungerà la distanza complessiva di oltre 92.000 km.
In questo momento il progetto vive una fase cruciale poiché, secondo l’ultimo rapporto sullo stato di sviluppo del percorso, il 66% sarà pronto entro la fine del 2023 (con un aumento del 2% rispetto all’anno precedente). I dati raccolti dai partner nazionali rilevano miglioramenti significativi per alcune rotte, oltre un terzo della rete è sviluppato con la segnaletica Eurovelo, specie nei 23 paesi (sui 38) in cui esistono i Centri Nazionali di Coordinamento EuroVelo (NECC). Tuttavia, per completare la rete EuroVelo entro il 2030 serve uno sviluppo annuale più rapido (5%).
Fra le novità positive emerse da quest’ultimo rapporto viene sottolineato l’incremento dell’11% nell’estensione di EuroVelo 5, la Via Romea (Francigena), in buona parte dovuto ai progressi del tratto italiano. La via Francigena collega Londra a Brindisi per una distanza complessiva di 3.900 chilometri, passando per 7 paesi; l’Italia è parte di altri tre itinerari del circuito Eurovelo.
Una buona parte del merito dello sviluppo che, finalmente, sta vedendo anche il nostro paese fra i protagonisti, è dovuto all’incessante impegno della FIAB, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta: l’organizzazione ambientalista è direttamente collegata all’ECF ed è presente sul nostro territorio in modo capillare, con circa 200 sedi locali, sparse in tutta Italia.
Il ruolo delle sezioni locali è quanto mai prezioso per operare in maniera mirata ed efficace su ogni realtà specifica: ad esempio nel maggio 2022 il coordinamento lombardo ha organizzato la pedalata “Cycle 2 Recycle”, una giornata in bicicletta per raccogliere i rifiuti in plastica su alcune Ciclovie fra Milano e Lodi. Analogamente Ciclobby è estremamente attiva nell’opera di sensibilizzazione sulle tematiche della mobilità ciclistica nella città di Milano e hinterland, dove l’uso della bicicletta è in costante aumento.
Fin dalla sua nascita nel 1989, FIAB si adopera per diffondere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto ecologico, in un’ottica di riqualificazione dell’ambiente, sia urbano che extraurbano, e di promozione turistica: l’organizzazione è anche molto attiva per promuovere la riconversione delle ferrovie dismesse verso piste ciclabili.
Il ruolo chiave delle infrastrutture
Infrastrutture adeguate riguardano non solo le piste ciclabili, ma anche i parcheggi per biciclette e le zone pedonali: un disegno armonico può realmente favorire una circolazione sicura e agevole. Per tali motivi FIAB interviene spesso verso istituzioni e decisori politici per ottenere interventi e provvedimenti a favore della circolazione ciclistica. Oggi poi l’attenzione all’escursionismo sta assumendo una rilevanza crescente: per l’organizzazione è stato naturale diventare l’interlocutore di riferimento per Eurovelo, dato che nel 2000 ha lanciato il progetto Bicitalia. Si tratta di una rete ciclabile, al momento costituita da 20 itinerari nazionali, che comprende anche i 4 che fanno parte del network Eurovelo: le tracce sono disponibili in formato GPX, con vari dettagli comprese le altimetrie, e sono liberamente scaricabili.
Nel 2018 l’Italia si è dotata di una legge quadro (n. 2, dell’11/1/2018), per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica, con “l’obiettivo di promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto, sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche e ricreative”. Bicitalia è appunto stata definita “la rete infrastrutturale di livello nazionale integrata nel sistema della rete ciclabile transeuropea Eurovelo”. Fra le sue caratteristiche si prevede uno sviluppo complessivo non inferiore a 20.000 km, su itinerari lungo tutto il territorio nazionale, con una integrazione con le altre modalità di trasporto.
Quest’ultimo aspetto è fondamentale per realizzare efficaci politiche di mobilità: valorizzare l’intermodalità, soprattutto con la formula treno+ bici, è una strada che va sicuramente perseguita per ottimizzare ogni singola tratta. La giusta combinazione di diversi mezzi può ben sostituire l’utilizzo dell’automobile “monopersona”, e portare vari benefici, in termini di salute, di tempo utilizzato meglio, e naturalmente di risparmio economico. Va pure ricordato che esistono già alcune valide combinazioni che consentono di portare la bicicletta in molte metropolitane, su bus dotati di appositi carrelli a rimorchio, come nelle autolinee di Verona, Cesena, Reggio Emilia, senza neppure dimenticare le compagnie che offrono viaggi bici + barca sul Po.
Valorizzare il turismo con la mobilità ciclistica
L’impegno dell’Italia nei confronti di EuroVelo è evidente nello sviluppo delle sue infrastrutture ciclistiche: d’altronde è quasi un dovere per un paese come il nostro che può vantare percorsi pittoreschi che si snodano tra vigneti, lungo panorami costieri e città storiche. La segnaletica migliorata, le corsie riservate e le strutture adatte ai ciclisti possono rendere il ciclismo un vero piacere. Sempre Fiab è promotore del servizio Albergabici (con il sito realizzato in tre lingue), che presenta le strutture ricettive, dagli alberghi ai campeggi, dagli agriturismi ai bed & breakfast, che offrono servizi a favore dei ciclisti.
Le esperienze di EuroVelo e Bicitalia fungono da catalizzatori per la mobilità ciclistica: testimoniano lo sforzo collaborativo per promuovere esperienze di sostenibilità attraverso il cicloturismo, incoraggiando stili di vita più sani. I percorsi si intrecciano attraverso paesaggi diversi, collegando città, paesi e aree rurali. Questa rete interconnessa non solo promuove il turismo ma alimenta anche il senso di comunità: i ciclisti, sia locali che turisti, percorrono spesso percorsi di grande bellezza, scoprendo gemme nascoste e favorendo lo scambio culturale. La mobilità ciclistica appare dunque fondamentale per promuovere uno stile di vita in grado di ridurre l’impatto ambientale.
Infrastrutture adeguate, ben pianificate e realizzate, sono essenziali per favorire la circolazione dei ciclisti in modo sicuro e agevole. I progressi dell’Italia indicano l’impatto positivo di tali iniziative su scala nazionale. Mentre il mondo pedala verso un futuro più verde, investire in infrastrutture ciclistiche complete e supportare reti come EuroVelo e Bicitalia non è solo un’opzione ma una necessità. In questo modo si può aprire la strada a un pianeta più sano, a comunità più armoniose e a un futuro sostenibile per le generazioni a venire.