Per chi opera nell’industria siderurgica, ma non solo, il Gruppo Arvedi è da tempo sinonimo di eccellenza: tra le varie tappe che scandiscono la crescita dell’impresa, un cambiamento epocale avviene nel 1992, quando l’Acciaieria a Cremona inizia a produrre laminati piani in acciaio utilizzando il forno a tecnologia EAF generalmente utilizzato per i lunghi e il tondino. L’incessante attività di ricerca e sviluppo porta nel 2010 a inaugurare il rivoluzionario impianto ESP (Endless Strip Production) che, per primo al mondo, realizza il processo di colata e laminazione completamente in continuo. Il merito di tutto ciò va attribuito alla guida del Cav. Giovanni Arvedi, la cui visione e le cui idee originali sono state alla base dei più importanti sviluppi sia dell’azienda stessa che del settore siderurgico in generale.
L’acciaio è una lega ferrosa composta principalmente da ferro e carbonio, quest’ultimo in percentuale non superiore al 2,06%; oltre tale limite, le proprietà del materiale cambiano e la lega assume la denominazione di ghisa. Non c’è una notizia precisa su chi ha inventato l’acciaio, ma è sicuro che la sua origine risale a prima di Cristo. nel corso del tempo le tecniche di produzione e le tipologie si sono naturalmente evolute.
Nato a Cremona da una famiglia di antica tradizione nel settore della lavorazione e commercio dei metalli, Giovanni Arvedi è un esempio di imprenditore guidato da una forte etica, si è da sempre impegnato per il benessere di tutti i lavoratori e della comunità di appartenenza, ha promosso un Codice Etico aziendale, strumento che esprime gli impegni e le responsabilità assunti da tutto il personale.
Vi è alla base la convinzione che l’etica nell’attività imprenditoriale sia una condizione indispensabile per il successo e un patrimonio essenziale della società: se è vero che l’obiettivo primario dell’impresa è la ricerca del profitto, tale profitto va perseguito però in modo socialmente responsabile ed ecologicamente compatibile. Negli anni Arvedi ha fatto continui sforzi e investimenti per cercare diverse modalità produttive che garantissero un alto grado di compatibilità ambientale.
Sviluppo tecnologico per ridurre l’impatto ambientale
Per un’impresa siderurgica parlare di sostenibilità è una sfida enorme, ma è altresì un percorso necessario da intraprendere: attraverso soluzioni altamente innovative Arvedi è riuscita a coniugare la qualità dei prodotti, la competitività economica, la sostenibilità ambientale. In un percorso che continua a evolvere, è attualmente considerata la prima acciaieria green al mondo. Merito di una Governance illuminata, ma anche di Alessandra Barocci, Responsabile Sostenibilità di Arvedi.
“Nel 2018 abbiamo fatto la nostra prima Carbon Footprint, che non solo ha fatto emergere le aree in cui era opportuno intervenire, ma ha creato in tutti una presa di coscienza, per capire come poter modificare il nostro modello di produzione per essere meno impattanti. È stata una vera e propria rivoluzione culturale” dichiara la manager.
Le conseguenti scelte imprenditoriali hanno previsto delle riorganizzazioni interne, la creazione dell’Ufficio Ambiente e Sostenibilità con competenze trasversali, che si inseriscono in tutte le dinamiche dello stabilimento, ma anche negli aspetti non produttivi, come nei rapporti con i fornitori. A tale proposito è particolarmente significativo quello che è stato fatto per il sito di Trieste, responsabile della produzione di ghisa e oggetto di una grande opera di risanamento: è stata operata una totale riconversione, che ha portato alla chiusura dell’altoforno per realizzare due nuovi impianti di zincatura e verniciatura, da cui derivano acciai che hanno un ciclo di vita più lungo. Il tutto senza impattare sulla forza lavoro.
I risultati delle scelte innovative
Arvedi è la prima importante acciaieria in Europa ad aver fatto una scelta ben precisa sull’impegno ambientale: “la prima rivoluzione è stata quella di produrre i laminati piani utilizzando forni elettrici, che hanno un’impronta di CO2 assai più bassa rispetto alla tradizionale produzione siderurgica”, continua Alessandra Barocci. “Inoltre, il mix di carica è costituito da rottame ferroso post consumo che ha quasi completamente sostituito la ghisa”.
Questo materiale proviene da attività di riciclo, in una piena logica di economia circolare: ciò avviene sia internamente (con un valore pari al 95%) grazie a una specifica sezione dell’impianto, sia ricevendo il rottame da terzi. Di conseguenza anche il ricorso alla discarica è drasticamente diminuito, con una tendenza al miglioramento costante. “Cerchiamo di creare efficienza in ogni fase del processo produttivo”, riprende Alessandra, “abbiamo forni di ultima generazione e tutti gli impianti sono all’avanguardia, con la possibilità di seguire sempre l’evoluzione della tecnologia”.
Proprio le elevate prestazioni dell’acciaieria hanno portato altissimi risparmi energetici e alla riduzione degli impatti ambientali: questo si traduce ad esempio nell’abbattimento annuale di 250.000 tonnellate di CO2 rispetto ai sistemi produttivi siderurgici tradizionali; un valore destinato a crescere. Ma anche il risparmio idrico e l’impatto atmosferico presentano valori molto importanti, come pure le scorie di processo, al 98% recuperate e trattate.
Tenendo presente che ogni anno vengono prodotte 4.250.000 tonnellate di acciai.
Sono i risultati di scelte imprenditoriali e dei valori che il Cav. Giovanni Arvedi ha saputo perseguire e trasmettere in tutta l’azienda: nel 1990 è stata creata la Fondazione Arvedi Buschini, su iniziativa dei coniugi Arvedi, che svolge attività di sviluppo e sostegno per la comunità, promuovendo iniziative culturali, educative, di sostegno sociale. “L’azienda vive pienamente nel territorio di Cremona e si impegna a operare secondo i valori del nostro Presidente”, conclude Alessandra: “il rispetto della persona, dell’ambiente e della natura, passando dall’aiuto dei più deboli”.