Pulire i fiumi sfruttando la forza della corrente

River Cleaning è una barriera di boe dentante galleggianti e rotanti che convogliano verso un punto di raccolta laterale i rifiuti che intercetta nel fiume.

River Cleaning è una barriera di boe dentante galleggianti e rotanti che convogliano verso un punto di raccolta laterale i rifiuti che intercetta nel fiume. L’applicazione di una spugna assorbente (Absorption plug-in) o di un sistema di filtraggio (Full filtering) permette di ripulire anche le acque dagli sversamenti oleosi. 

Immaginate delle ruote dentate galleggianti, disposte diagonalmente attraverso la larghezza del fiume: la corrente le fa ruotare tutte nella stessa direzione, (rotazione facilitata dalle pale presenti in ogni dispositivo). Questo movimento rotatorio forma un convogliatore naturale, grazie alla quale i rifiuti vengono intercettati e spostati da boa a boa confluendo poi verso un punto di raccolta.

La capacità di intercettare i rifiuti galleggianti di queste barriere River Cleaning è oltre il 95%. Non male!

L’inquinamento marino e quello delle acque interne

Sulla Terra sono presenti circa un miliardo e mezzo di metri cubi di acqua: acqua salata per il 97% ed il restante 3% costituito da acqua dolce sotto forma di laghi, fiumi, ghiacciaie, acque sotterranee. 

In ambito inquinamento acque, il Dipartimento della Protezione Civile distingue infatti l’inquinamento marino, offshore e costiero o subacqueo, dall’inquinamento delle acque interne, fiumi, laghi e falde sotterranee.

L’inquinamento dell’acqua può essere di due tipologie principali:

  • Biologico: causato da un’ampia serie di microrganismi patogeni tra cui batteri, virus, protozoi e funghi, per cui tipicamente si intende un’acqua “contaminata”;
  • Chimico: causato da varie sostanze inorganiche tra cui metalli pesanti, microplastiche, pesticidi e antibiotici, per cui generalmente si definisce un’acqua “inquinata”.

Sono le attività umane a essere principalmente responsabili dell’inquinamento delle acquerifiuti urbani, attività industriali, agricoltura e allevamento, trattamenti civili (scarichi delle città) e infine, ci sono anche le cause naturali (metalli pesanti e radioattivi che compongono le rocce e il suolo, o a causa dell’attività di animali selvatici).
L’inquinamento idrico comporta l’alterazione dell’equilibrio ambientale, la proliferazione di virus e batteri, e l’ingerimento di sostanze pericolose, tra cui le micro e nano plastiche.

Il viaggio dei rifiuti e degli inquinanti

Il viaggio dell’inquinamento, biologico e chimico, nella maggior parte dei casi inizia dai fiumi e poi, attraverso una serie di piccoli torrenti o anche semplici deflussi superficiali, finiscono in mare. Nell’inquinamento di un fiume il danno si manifesta molto lontano rispetto al punto in cui sono stati riversati gli inquinanti; inoltre, oltre a spostarsi, a seconda della corrente e della turbolenza delle acque gli inquinanti vengono diluiti e diffusi per tutto il corso dell’acqua determinando così un lieve inquinamento diffuso. 

Dai fiumi ogni anno finiscono in mare milioni di tonnellate (10 milioni di tonnellate all’ anno in tutto il mondo)  di macro rifiuti (dimensioni superiori a 2,5 cm). Otto oggetti su dieci sono di plastica, soprattutto bottiglie e contenitori di cibo.

Dal 2021, Ispra ha avviato, all’interno dei monitoraggi sulla Strategia Marina, un monitoraggio sistematico dei rifiuti galleggianti su 12 fiumi italiani con informazioni riguardo il loro flusso fino al mare.

Preso atto e assimilate queste informazioni, ci è chiara l’urgenza dell’attivazione di meccanismi di controllo e pulizia fluviale molto più diffusi e sistematici di quanto sia stato fatto fino a oggi.Il problema principale nell’operare negli ambienti fluviali è la necessità di trovare una soluzione comune e adattabile a situazioni molto differenti fra loro, sia in termini di larghezza e profondità del corso d’acqua sia in termini di navigabilità. Molte soluzioni includono installazioni galleggianti fisse che comunque non sono efficaci quando la velocità dell’acqua inizia a diventare rilevante, sistemi di rete o barriere: tutte tecniche che portano temporaneamente alla chiusura della viabilità del fiume. 

Vanni Covolo
Vanni Covolo, fondatore di River Cleaning

Come River Cleaning pulisce il fiume

The Good in Town è entrata in contatto con Vanni Covolo, ideatore e fondatore di River Cleaning, che insieme a un team di professionisti ha studiato e messo a punto una soluzione a basso impatto ambientale non infastidisce la fauna, modulare e in grado di adattarsi a qualsiasi corso d’acqua. 

“Il sistema River Cleaning è costituito da una serie di dispositivi galleggianti, posizionati diagonalmente sul corso del fiume; così posizionati permettono di intercettare i rifiuti e trasportarli, trasferendoli da un dispositivo all’altro, fino a un’area di stoccaggio, posizionata sulla riva del fiume. I dispositivi sono scalabili: a seconda delle dimensioni del fiume, della forza della corrente e di altre eventuali condizioni, è infatti possibile studiare le dimensioni più adeguate a rendere la prestazione ottimale.
La barriera modulare e galleggiante, equipaggiata da sensori è in grado alzarsi o aprirsi (a seconda della tipologia di installazione), consentendo il passaggio di barche e/o detriti di grandi dimensioni, prevalentemente rami o tronchi, per poi ritornare alla posizione di partenza.

Il meccanismo è azionato direttamente dalla forza della corrente del fiume, ed è dunque a impatto ed emissioni zero. Lavora autonomamente 24h su 24 e 7 giorni su 7, e non necessita di manodopera ordinaria. L’installazione è semplice, i costi sono ridotti, ma ferma e devia il 95% dei rifiuti in superficie e nei 35/40 cm sotto il livello dell’acqua, incluse le alghe. La barriera River Cleaning è in grado di generare energia elettrica che può esser messa in rete per l’utilizzo dei cittadini.”

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River Cleaning pulisce anche il petrolio

Le fuoriuscite di petrolio nei fiumi sono solitamente meno gravi in termini di quantità versata rispetto agli incidenti in mari e oceani, ma molto più frequenti. Oltre al grave impatto ambientale, le fuoriuscite fluviali tendono ad avere un maggiore impatto sociale perché si verificano vicino alle aree popolate.

“I dispositivi River Cleaning Oil “Absorption Plug-in” incorporano un disco assorbente sulla parte superiore per bloccare gli inquinanti di superficie. Il materiale può essere rimosso abbastanza facilmente dalle boe per essere pulito e riutilizzato più volte.

River Cleaning Oil (Full-Filtering) ha invece una struttura perforata che lascia entrare gli inquinanti liquidi e l’acqua – per essere risucchiati all’interno della rete di condotti subacquei e trasportati in un impianto di trattamento apposito situato sulla riva del fiume.”

Installazioni attuali e in previsione

  • i primi prototipi: nel fiume Brenta con installazioni temporanee in giornata;
  • il primo impianto di River Cleaning Plastic nella Roggia Dolfina vicino alla città di Rosà (VI), nel giugno 2021;

  • Rosa-Roggia Dolfina: sistema migliorato automatico con generazione energia: Aprile 2023;
  • Quarto d’Altino (VE) canale Vela – impianto automatico con generazione energia: Giugno 2023;
  • Tirana fiume Lana (Albania): inizio 2024;
  • Fiume Po nelle vicinanze della foce: metà 2024;
  • Santiago (repubblica Domenicana) 4 impianti: inizio 2024;
  • Roma – Fiume Arrola: da definire;
  • Area di Zurigo: da definire;
  • Area di Calcutta: da definire.

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