‘Race’ perchè è una corsa contro il tempo, ‘Zero’ perchè l’obiettivo è le emissioni zero nette entro la metà del secolo.
Parte la campagna italiana di “Race to Zero”, la corsa verso le emissioni zero, promossa dall’Ambasciata britannica in collaborazione con Italy for Climate, dedicata alle imprese e alle città italiane.
Race to Zero è la campagna ombrello delle Nazioni Unite che mobilita tutti gli attori non governativi – imprese, città, regioni e università – che stanno mettendo in campo impegni mirati alla neutralità carbonica e che vogliono essere leader di una maggiore ambizione climatica in vista della COP26, che si terrà a Glasgow nel 2021.
La campagna è guidata da Nigel Topping e Gonzalo Muñoz, gli High-Level Climate Champions for Climate Action. Attualmente Race to Zero mobilita 22 regioni, 45 grandi investitori, 452 città, 549 università e 1.101 imprese.
Si può entrare a far parte di Race to Zero aderendo a una delle iniziative o network partner ufficiali della campagna. Le iniziative partner devono assicurare che tutti i soggetti aderenti rispettino quattro requisiti minimi di azione climatica: impegnarsi, pianificare, agire, rendicontare.
Al seguente link la pagina dedicata all’iniziativa con le informazioni utili per aderire:
Race to zero | Italia
PERCHÉ “ZERO”
“Zero” fa riferimento alla neutralità carbonica, cioè all’obiettivo di zero emissioni nette – anche detto obiettivo Net Zero. Neutralità carbonica significa raggiungere un pieno bilanciamento tra le emissioni di carbonio derivanti dalle attività umane, che devono essere ridotte il più possibile, e gli assorbimenti di carbonio (realizzabili ad esempio attraverso la crescita del patrimonio forestale o tramite specifiche tecnologie di cattura). Raggiungere la neutralità carbonica entro la metà del secolo è, secondo la comunità scientifica (vedi il Rapporto speciale dell’IPCC, l’organo tecnico della Convenzione ONU sul clima), il target sulle emissioni di gas serra che il mondo deve perseguire per realizzare l’obiettivo, sottoscritto da 195 Paesi con lo storico Accordo di Parigi del 2015, di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto al periodo preindustriale.