Tecnologie assistive, gli strumenti digitali che migliorano l’inclusione sociale

La tecnologia è per tante persone con disabilità uno strumento di relazione con gli altri, di lavoro, di autonomia, di intrattenimento. Le tecnologie assistive rendono i dispositivi e le loro funzionalità più accessibili. E migliorano di giorno in giorno.

L’utilizzo di computer e smartphone è talmente pervasivo che spesso si dà per scontato che questi oggetti siano alla portata di tutti, data la loro crescente diffusione: in realtà esistono diverse tipologie di disabilità che ne impediscono l’uso, per lo meno con l’immediatezza che li caratterizza. Per fortuna l’inarrestabile progresso tecnologico ha permesso di ampliare quelle che oggi sono conosciute come tecnologie assistive, ovvero una serie di prodotti, programmi e componenti, attraverso i quali anche persone con disabilità possono utilizzare la maggior parte degli strumenti informatici, sia hardware che software e trarne il massimo beneficio per migliorare la propria vita.

Le origini (lontane) delle tecnologie assistive

C’è chi pone l’origine delle tecnologie assistive esattamente due secoli fa: correva infatti l’anno 1821 quando venne ideato da Louis Braille il celebre metodo di scrittura e lettura per i ciechi. Dopo quella vera e propria pietra miliare sono sorte ulteriori invenzioni, in numerosi contesti, ma è solo dagli anni ’80 del secolo scorso che, grazie allo sviluppo di computer e delle telecomunicazioni, le tecnologie assistive hanno avuto una crescita importante e attualmente forniscono un supporto fondamentale a tante persone con disabilità, o a persone con altri tipi di difficoltà, cognitive o motorie, anche temporanee.

Inizialmente sono stati creati e sviluppati prodotti per garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone definite “soggetti a rischio”. Pensiamo agli anziani che vengono dotati di apparecchi salvavita o di teleassistenza che, nel caso di bisogno, si mettono rapidamente in comunicazione con il relativo ente di soccorso. Ci sono, analogamente, ulteriori apparati che equipaggiano i lavoratori che si trovano a operare in condizioni potenzialmente rischiose, spesso in solitudine: sono i cosiddetti dispositivi “uomo a terra” che, nuovamente, lanciano un allarme al verificarsi di una situazione di pericolo.

Le tecnologie assistive hanno oggi un riferimento preciso in ambito informatico, e non vanno confuse con gli ausili, solitamente di tipo meccanico, come protesi o sedie a rotelle, anche se oggigiorno in tali dispositivi meccanici sono state integrate delle componenti elettroniche.

La tecnologia riduce l’handicap

L’unione fra scienza e tecnologia ha dato risposte puntuali ai diversi tipi di handicap: come in ambito motorio si sono sviluppati strumenti sempre più sofisticati, che consentono a chi è privo di un arto di camminare, correre o svolgere molte attività con braccia e mani artificiali, così le soluzioni digitali possono aiutare coloro che hanno difficoltà a parlare, a scrivere, ad ascoltare, a vedere. In altre parole, la tecnologia li mette in grado di imparare, attraverso modalità non standard.

Fra le principali categorie di tecnologie assistive partiamo proprio da tastiere e schermi Braille, specifici per i non vedenti; ci sono poi alcune tastiere personalizzate, programmabili dagli utenti, come pure touchscreen particolari. Oltre a mouse ergonomici, esistono dispositivi con vari livelli di sofisticazione, come quelli di puntamento oculare, che riescono a recepire il movimento dell’occhio o la chiusura delle palpebre, trasformandolo in un clic, in una lettera o una parola: sono apparecchi che supportano persone con disabilità estremamente gravi, come ad esempio la SLA.

Oltre all’hardware nel corso degli anni sono stati creati numerosi software per rispondere a diversi tipi di bisogni: gli screen reader (letteralmente “lettori dello schermo”) sono dei programmi realizzati per persone cieche o ipovedenti, in grado di identificare il testo presente sul monitor di un computer e lo possono presentare attraverso un sistema di sintesi vocale.

Proprio in tale area sono stati fatti passi enormi, consentendo di avere oggi un’alta somiglianza con la voce umana e un buon livello di comprensibilità: pertanto un programma di conversione da testo a voce (text to voice) permette di ascoltare documenti scritti sul computer e risulta particolarmente utile per persone con problemi di vista o di dislessia. Vanno poi annoverati programmi e App che permettono di ingrandire lo schermo, di leggere un testo in molteplici lingue, fino a software rivolti a problematiche specifiche o per chi ha difficoltà nella comunicazione.

Apple primeggia nelle soluzioni per l’accessibilità

Fra le tante aziende che nel corso degli anni hanno investito in tale contesto, la società di Cupertino si dimostra ancora una volta un passo in avanti rispetto ad altri produttori, poiché ha predisposto nei propri sistemi operativi diverse utility pensate appunto per persone con disabilità. Si tratta di un aspetto non banale, poiché il frequente aggiornamento delle App implica uno sforzo maggiore per i non vedenti, mentre se sono integrate nel sistema operativo tale processo avviene automaticamente.

Una delle più note è VoiceOver, il lettore di schermo presente già dal 2004 nel Mac OS X Tiger: con questa utility gli utenti ciechi, ipovedenti e dislessici possono utilizzare la sintesi vocale per accedere al contenuto mostrato sullo schermo. Nel giro di pochi anni dalla sua introduzione, Apple aveva reso disponibile oltre all’inglese altre 30 lingue, compreso l’italiano. Nel caso del Mac, con la combinazione dei tasti Command – F5, VoiceOver si attiva e può essere utilizzato per controllare il computer usando solo la tastiera.

Rimanendo nello stesso ambito tutti conoscono Siri, l’assistente vocale integrato in ogni dispositivo Apple (orologio compreso) che interagisce con l’utente e interpreta i suoi comandi, dati a voce: pur essendo un’applicazione di carattere generale, le sue caratteristiche la rendono estremamente efficace proprio per le persone con disabilità.

Anche per gli ipovedenti la casa della mela ha da sempre offerto soluzioni native, che attraverso lo zoom ingrandiscono e adattano il contenuto allo schermo e con le funzioni di contrasto facilitano la lettura.

Ricordiamo poi che l’iPad è stato il primo tablet che i ciechi potevano gestire con il movimento di un dito, di due o tre dita.

La Apple è tra i brand di elettronica più costosi al mondo: il suo impegno per l’accessibilità dei suoi prodotti mette in evidenza la sua qualità tecnologica oltre il fenomeno ‘moda’

Nel maggio 2021 Apple ha consolidato la sua attenzione ai temi dell’accessibilità con funzioni software, progettate in particolare per le persone con handicap motori, visivi, uditivi e cognitivi. Chi ha una mobilità limitata può navigare l’interfaccia di Apple Watch con AssistiveTouch, senza mai toccare il display o i controlli, ma sfruttando i sensori di movimento integrati come il giroscopio e l’accelerometro. L’iPad supporta dispositivi di tracciamento oculare di terze parti per un controllo più semplice; ulteriori miglioramenti sono stati introdotti in VoiceOver, che sfrutta l’apprendimento on‑device per esplorare gli oggetti all’interno delle immagini.

A questo va aggiunto il servizio SignTime che, attraverso la lingua dei segni, permette di visitare l’Apple Store e contattare il Supporto Apple per ricevere assistenza; dopo Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, il servizio raggiungerà prossimamente altri paesi.

Non solo Apple, ma numerosi produttori, oltre a istituzioni e governi, sottolineano come le tecnologie assistive rappresentino un fondamento per integrare qualsiasi persona in una società civile.

Il mondo dell’Assistive Technology è destinato a espandersi, a migliorare i servizi offerti con soluzioni sempre più raffinate e precise, sempre più inclusive anche da un punto di vista economico.

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