“Chiunque può scavare una buca e piantare un albero. Ma assicurati che sopravviva. Devi nutrirlo, devi annaffiarlo, devi tenerlo fino a quando non si radica in modo che possa prendersi cura di sé stesso”.
Le parole della Wangari Maathai, Premio Nobel per la Pace nel 2004, raccontano quanto sia fondamentale dare continuità alle azioni a tutela dell’ambiente, della biodiversità. E anche della giustizia sociale, perché un mondo nel quale si rispetta l’ambiente è anche un mondo più giusto, più equo. E dunque più sostenibile.
È questa la filosofia che ispira il Festival dello Sviluppo Sostenibile 2021, la manifestazione nazionale sulla sostenibilità organizzata dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e giunto alla quinta edizione.
Si tratta della più grande iniziativa italiana per sensibilizzare e mobilitare cittadini, giovani generazioni, imprese e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, diffondere la cultura della sostenibilità e contribuire a realizzare un cambiamento culturale e politico che consenta all’Italia di attuare l‘Agenda 2030 delle Nazioni Unite e centrare i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs).
Il Festival dello Sviluppo Sostenibile 2021
Quest’anno saranno oltre 500 gli eventi tra convegni, seminari, workshop, mostre, spettacoli, eventi sportivi, presentazioni di libri, documentari e molto altro ancora. In 4 anni il Festival ha organizzato 2789 iniziative.
L’edizione 2021 del Festival si terrà dal 28 settembre al 14 ottobre, in formato ibrido, in presenza e online per stimolare una riflessione sugli importanti temi che la pandemia ha sollevato.
Temi che ancora una volta dimostrano quanto tutti i fenomeni – ambientali, sociali, economici, istituzionali – siano correlati e impongano politiche e azioni integrate per garantire una ripresa e un’uscita dalla crisi fondate sui principi della sostenibilità, evitando di tornare indietro e fare ‘come se niente fosse’.
“Sarà la più grande mobilitazione popolare sulle tematiche ambientali e dello sviluppo sostenibile quella che si svilupperà in tutta Italia dal 28 settembre al 14 ottobre – sottolinea la Presidente Marcella Mallen – Sarà un susseguirsi di convegni, appuntamenti culturali, manifestazioni di ogni tipo, a Roma ma anche in tantissime città più o meno grandi dal Nord al Sud del Paese per ben 17 giorni, tanti quanti sono gli Obiettivi fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Abbiamo lanciato un appello e la risposta è andata oltre le più rosee aspettative. Le tematiche legate allo sviluppo sostenibile sono ormai patrimonio largamente diffuso. Si è capito, e sempre più si sta capendo che abbiamo solo questo mondo e dobbiamo tenercelo caro. La società civile vuole essere protagonista del proprio futuro”.
“Il quadro mondiale non induce certo all’ottimismo: la crisi pandemica in corso, le catastrofi naturali, le guerre, la fame, la siccità, le alluvioni, travolgono il mondo – evidenzia il Presidente Pierluigi Stefanini, che però aggiunge: “Non tutto è perduto. Ci sono e si stanno moltiplicando anche segni di speranza. Proprio per questo dobbiamo tutti reagire con forza coltivando e alimentando la speranza, per esempio cominciando già a livello di comportamenti individuali col fare ognuno tutto il possibile per contenere gli effetti negativi della crisi climatica, cominciando a ridurre drasticamente i consumi inquinanti, ma occorre anche una risposta pubblica e per questo dobbiamo chiamare la politica ad assumersi le proprie responsabilità davanti alle generazioni future, superando egoismi e mettendo in campo le risorse della scienza e della tecnologia. Durante il nostro Festival” conclude “avanzeremo proposte elaborate grazie al lavoro di 800 esperti che hanno collaborato alla elaborazione del nostro Rapporto e ascolteremo le parole di responsabili ed esperti cercando di offrire, tutti insieme, risposte che facciano dello sviluppo sostenibile una realtà e non un libro dei sogni”.
Il Rapporto annuale Asvis
L’evento sarà anche l’occasione pe presentare il Rapporto annuale dell’ASviS sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile che, oltre a fornire aggiornamenti sull’impegno della comunità internazionale per l’attuazione dell’Agenda 2030, analizza lo stato di avanzamento del Paese rispetto all’attuazione degli SDGs e avanza un quadro organico di raccomandazioni di policy per segnalare gli ambiti in cui bisogna intervenire per assicurare la sostenibilità economica, sociale e ambientale del nostro modello di sviluppo.
I contenuti del Rapporto costituiranno la base per la riflessione approfondita sulle dimensioni dello sviluppo sostenibile che sarà portata avanti nel corso dei 17 giorni della manifestazione, durante gli eventi nazionali tematici a cura dei Gruppi di lavoro dell’Alleanza, dedicati ciascuno a uno o più Obiettivi di sviluppo sostenibile.
Inoltre l’ASviS presenterà nel corso del Festival la prima ricerca comparata al mondo sul progresso verso gli SDGs dei Paesi del G20, con l’obiettivo di mostrare con indicatori compositi le forti disuguaglianze esistenti tra questi nel progresso verso il raggiungimento dell’Agenda 2030. La complessità rappresenta la sfida più grande nel monitoraggio dell’Agenda 2030. In questa prospettiva, gli indicatori compositi elaborati dall’Alleanza rappresentano uno strumento che consente una prima, rapida e sintetica visione delle performance relative a ciascun Obiettivo.
Crisi climatica e transizione energetica: il focus
Il 2021 deve essere l’anno della svolta nella lotta ai cambiamenti climatici, per effetto dell’entrata in forza dell’Accordo di Parigi e dell’impulso atteso dalla Cop26 di Glasgow, il vertice mondiale su clima e ambiente, che si terrà a novembre con la copresidenza italiana. La strada è irta di ostacoli e le ambizioni globali devono essere incrementate. E il Festival sarà l’occasione per contribuire a delineare la strategia italiana.
“A livello globale, alla Cop26, bisogna rilanciare la governance multilaterale della lotta al cambiamento climatico, ora che gli Stati uniti sono rientrati e dopo sei inutili anni dall’Accordo di Parigi”, fanno sapere dal Gruppo di Lavoro energia e clima di Asvis. E i nodi da sciogliere alla Cop26 sono intricati a cominciare dalla regolamentazione de mercato globale del carbonio fino al finanziamento del Green climate fund di 100 miliardi entro il 2020.
“Obiettivo ancora lontano – avvertono gli esperti – Che però non si può non provare a raggiungere soprattutto perché da quelle risorse dipendono, non solo le azioni per affrontare l’emergenza climatica ma anche il riconoscimento del diritto dei Paesi poveri impattati e danneggiati dai cambiamenti climatici di avere un risarcimento dalla comunità internazionale”.
È un po’ questa la filosofia di fondo che anima tutto il Festival: l’attuazione del principio della transizione giusta, equa, che riconosca i diritti di tutti.
Sito del Festival dello Sviluppo sostenibile
Sito Cop26 di Glasgow
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