l vino è parte del DNA italiano. Ma oggi, dietro le etichette premiate e le colline da cartolina, la viticoltura combatte una battaglia silenziosa contro la crisi climatica. Grandinate fuori stagione, siccità prolungate, eventi meteo estremi: il cambiamento climatico sta trasformando radicalmente il modo in cui si coltiva la vite. E in alcuni territori, come Abruzzo, Campania e Marche, le perdite superano ormai il 40%.
In questo scenario, l’innovazione si rivela non solo auspicabile, ma necessaria. E due startup italiane, BeadRoots e Agreen Biosolutions, sono pronte a raccogliere la sfida, grazie al supporto del programma FoodSeed, parte della Rete Nazionale Acceleratori di CDP Venture Capital e gestito da Eatable Adventures, uno dei principali attori globali dell’agrifoodtech.
Il contesto: la filiera vinicola italiana tra eccellenza e vulnerabilità
Con quasi 700.000 ettari coltivati e una produzione che nel 2024 ha sfiorato i 41 milioni di ettolitri (+7% rispetto all’anno precedente), il settore vitivinicolo italiano continua a essere un pilastro economico e culturale del Paese. Ma sotto la superficie si cela una fragilità crescente: solo nell’ultimo anno, le perdite economiche dovute a eventi climatici estremi hanno superato il miliardo di euro.
La resilienza della filiera non può più contare solo sull’esperienza dei produttori: servono nuove soluzioni, nuove tecnologie, nuovi modelli.
Le soluzioni: biotecnologie e oli naturali per proteggere le vigne

BeadRoots: acqua e suolo, gestiti con intelligenza
Con sede a Lecce, BeadRoots ha sviluppato un innovativo polimero superassorbente di origine naturale che trattiene l’acqua nel suolo e la rilascia gradualmente alle radici, riducendo del 40% il fabbisogno idrico dei vigneti. Il polimero è biodegradabile e migliora la fertilità del suolo stimolando la presenza di batteri benefici. Un alleato prezioso in un’Italia che fa sempre più i conti con la scarsità idrica.

Agreen Biosolutions: l’olio che rafforza la vite
Da Udine arriva invece Agreen Biosolutions con OZ.ON, un olio ozonizzato che aumenta la resistenza della pianta agli stress ambientali e riduce fino al 50% l’uso di pesticidi chimici. Un prodotto che risponde non solo alle esigenze ambientali ma anche alle crescenti richieste dei consumatori per un vino più sano e sostenibile.
L’innovazione che fa bene al vino (e all’ambiente)
Il filo rosso che lega queste due realtà è il modello di open innovation promosso da FoodSeed e Eatable Adventures, che mette in connessione startup, investitori, ricerca scientifica e imprese agricole. “La viticoltura italiana è un simbolo della nostra identità e della nostra economia, ma oggi più che mai necessita di innovazione per affrontare le sfide climatiche ed economiche”, afferma Alberto Barbari, Regional VP Italy di Eatable Adventures.

Eatable Adventures è un acceleratore, fondo di investimento e hub di innovazione dedicato a trasformare il settore agroalimentare globale, con l’obiettivo di costruire il sistema alimentare del futuro. Opera collegando startup, aziende, governi e investitori per promuovere modelli di business sostenibili e innovativi nel campo dell’agri-foodtech, supportando la transizione verso un sistema alimentare più efficiente, sicuro e sostenibile.
In Italia, Eatable Adventures ha inaugurato una filiale a Verona, diventando un polo strategico per accelerare la transizione del sistema agroalimentare italiano.
Il futuro del vino si coltiva oggi
Le soluzioni di BeadRoots e Agreen Biosolutions dimostrano che l’innovazione non è solo una risposta alle emergenze, ma una strada per rilanciare la competitività del Made in Italy nel mondo. Coltivare il futuro del vino significa investire ora in sostenibilità, scienza e collaborazione.
E se è vero che ogni grande vino nasce da un terreno fertile, oggi più che mai quel terreno dev’essere anche fertile di idee.